Schianto di Abbadia: il papà di Jenny deposita una querela nei confronti del conducente della BMW
Su mandato del papà di Jennifer Alcani, l'avvocato Marcello Perillo ha depositato formalmente una querela in Procura nei confronti del 22enne alla guida della BMW Serie 1 che, andando a sbattere contro un muretto, lungo la sp72 a Abbadia Lariana, si è trasformata in una trappola mortale per la giovanissima lecchese, spirata poi giovedì in un letto della Neurorianimazione dell'Ospedale Manzoni, dopo giorni di agonia.
Un passaggio non necessario, essendo l'accaduto già al vaglio del sostituto procuratore Chiara Di Francesco, titolare del fascicolo aperto nell'immediatezza dell'accaduto, quando la tredicenne - che al momento dell'incidente sedeva sul sedile posteriore, alle spalle di un 19enne malgratese a cui la vettura è riconducibile, impegnato fino a poco prima a realizzare video, poi postati sui social - era ancora alle cure dei medici, sospesa tra la vita e la morte, dopo essere stata soccorsa, in codice rosso, di massima gravità, sul luogo del sinistro, con traumi poi rivelatisi fatali.
Un passaggio, quello della querela, comunque voluto, evidentemente, per chiedere esplicitamente giustizia per la ragazzina, pur nella consapevolezza, come sottolineato del resto anche da don Bortolo Uberti nella sua apprezzatissima omelia durante la cerimonia funebre, che "certamente niente e nessuno colmerà il vuoto" lasciato da Jenny, ragazzina irrequieta ma, come rimarcato tanto dalla mamma, quando dai famigliari che l'hanno voluta pubblicamente ricordare, piena di vita, "anima piccola e fragile" portata via decisamente troppo presto.
All'atto l'avvocato Perillo ha allegato anche una serie di documenti, inclusi dei video tratti dai social, utili a ricostruire il contesto in cui la tragedia si è consumata, focalizzando l'attenzione sulle prospettate responsabilità in capo al ragazzo alla guida, il più grande del trio a bordo della BMW, di cui al momento non ci sono dichiarazioni rilasciate all'autorità giudiziaria, come comunicato, in una nota, dal Procuratore Ezio Domenico Basso. Già disposti, dal pm che si sta occupando delle indagini, una serie di accertamenti e si attendono ora gli esiti, in primis, degli esami tossicologici, per valutare anche eventuali richieste cautelari.
"Aspettiamo che la Procura faccia, giustamente, le sue valutazioni", il commento, a querela depositata, del penalista che assiste i famigliari della minore.
Un passaggio non necessario, essendo l'accaduto già al vaglio del sostituto procuratore Chiara Di Francesco, titolare del fascicolo aperto nell'immediatezza dell'accaduto, quando la tredicenne - che al momento dell'incidente sedeva sul sedile posteriore, alle spalle di un 19enne malgratese a cui la vettura è riconducibile, impegnato fino a poco prima a realizzare video, poi postati sui social - era ancora alle cure dei medici, sospesa tra la vita e la morte, dopo essere stata soccorsa, in codice rosso, di massima gravità, sul luogo del sinistro, con traumi poi rivelatisi fatali.
Un passaggio, quello della querela, comunque voluto, evidentemente, per chiedere esplicitamente giustizia per la ragazzina, pur nella consapevolezza, come sottolineato del resto anche da don Bortolo Uberti nella sua apprezzatissima omelia durante la cerimonia funebre, che "certamente niente e nessuno colmerà il vuoto" lasciato da Jenny, ragazzina irrequieta ma, come rimarcato tanto dalla mamma, quando dai famigliari che l'hanno voluta pubblicamente ricordare, piena di vita, "anima piccola e fragile" portata via decisamente troppo presto.
All'atto l'avvocato Perillo ha allegato anche una serie di documenti, inclusi dei video tratti dai social, utili a ricostruire il contesto in cui la tragedia si è consumata, focalizzando l'attenzione sulle prospettate responsabilità in capo al ragazzo alla guida, il più grande del trio a bordo della BMW, di cui al momento non ci sono dichiarazioni rilasciate all'autorità giudiziaria, come comunicato, in una nota, dal Procuratore Ezio Domenico Basso. Già disposti, dal pm che si sta occupando delle indagini, una serie di accertamenti e si attendono ora gli esiti, in primis, degli esami tossicologici, per valutare anche eventuali richieste cautelari.
"Aspettiamo che la Procura faccia, giustamente, le sue valutazioni", il commento, a querela depositata, del penalista che assiste i famigliari della minore.
A.M.