Lecco: il nuovo CPS 'Quel ramo di Psiche' è finalmente realtà. Ora l'obiettivo è 'uscire'

Un fatto di civiltà. Così l'ha definito il Sottosegretario Mauro Piazza. E così è. Lecco ha finalmente un nuovo Centro Psico Sociale. Un taglio del nastro, quello odierno, atteso da anni e anni. 
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Il taglio del nastro

Anni e anni in cui un servizio con numeri da capogiro -  3.300 gli utenti nel 2023  – è stato erogato in ambienti sostanzialmente fatiscenti, nell'unica palazzina del complesso dell'ex ospedale di via Ghislanzoni non ristrutturata dopo la creazione del Politecnico e la nuova funzione assegnata – più recentemente – allo stabile dell'ex maternità. 
“Il percorso è stato lungo, ce lo diciamo, siamo un po' in ritardo. Ma la qualità di questi luoghi credo ricompensi, abbondantemente, il tempo lungo che è stato speso per arrivare a questo risultato. Siamo riusciti a dare a una fragilità importante, della nostra società, un luogo adeguato dove possa trovare ambiente di cura, dove i pazienti possono essere sollevati e accompagnati. Di questo dobbiamo essere tutti particolarmente orgogliosi” ha sostenuto il delegato della Giunta Fontana, rivolgendo “un ringraziamento particolare, personale, alla dottoressa Simonetta Martini. A lei e al suo staff: motore infaticabile che ha permesso questo”. 
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La dottoressa Simonetta Martini

Ed è stata proprio la Direttrice facente funzioni della Struttura Complessa, lecchese, da sempre in servizio all'interno di quella che oggi è l'ASST, a “tenere a battesimo” la nuova sede di via Tubi 43, con il CPS collocato al primo piano dello storico Istituto Nino Gazzaniga (già trasformato nella vecchia USL e poi nel Distretto) ed il relativo Centro Diurno al pian terreno, con affaccio diretto sul parco, in un ambiente forse ancora troppo piccino per le effettive necessità di un'utenza in crescita e con bisogni diversificati, ma assolutamente più arioso dello “scantinato” di via Ghislanzoni. 
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I nuovi spazi

“Abbiamo deciso di inaugurare ufficialmente la nuova sede del CPS in occasione della Giornata mondiale della Salute Mentale, proprio per dare risonanza a tale evento che ha il fine di sensibilizzare la cittadinanza sui temi del benessere psichico. Il trasferimento del CPS è stato da tutti a lungo atteso e la sua realizzazione in un ambiente finalmente armonioso e accogliente, ha donato nuova energia e slancio per proseguire la nostra attività di aiuto e supporto agli utenti che qui afferiscono, e che ora possono sentirsi accolti in un luogo non solo dignitoso, ma anche piacevole. Quale modo migliore per parlare della tematica centrale della giornata della salute mentale di quest'anno che ha come titolo "It's time to prioritise mental health in the workplace” (È tempo di dare priorità alla salute mentale nei luoghi di lavoro)”.
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Ambrogio Bertoglio e Marco Trivelli

Proprio dunque a chi presta servizio in Psichiatria si è rivolto il Direttore Generale dell'ASST: “il mio saluto va a voi perchè effettivamente le condizioni dei luoghi di cura sono importanti per i pazienti - bisogna pensarli per loro - ma sono una condizione essenziale anche per chi ci lavora, soprattutto in un momento in cui per questa specialità ci sono difficoltà grandi in termini di reclutamento del personale. Ringrazio la dottoressa Martini per aver fatto l'ultimo miglio, per portare qui da via Ghislanzoni il CPS. Devo ringraziare anche il dottor Nava per il lavoro compiuto” ha aggiunto in riferimento all'ex primario, assente, rimasto un annetto al Manzoni primo di lasciare l'incarico, dopo aver raccolto il testimone di Antonio Lora. Quest'ultimo e Ambrogio Bertoglio (già DG), entrambi presenti personalmente alla cerimonia odierna, sono stati etichettati da Marco Trivelli come i “padri della Psichiatria di Lecco”, “di cui ancora si vedono le tracce”.
“Speriamo  - la chiosa del numero uno dell'ASST - che i luoghi di cura migliorino ancora, che ci siano spazi più intelligenti, più conformi al tipo di patologia e che allo stesso tempo siano ancora più vivibili ai nostri operatori”.
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Ed ha parlato dell'inaugurazione odierna come di un “grande risultato” ma anche di un “nuovo punto di partenza, che ci deve vedere tutti impegnati per costruire le condizioni migliori dei servizi psichiatrici, in particolare quelli territoriali che, ahimé, sono il primo baluardo per affrontare casi che devono essere trattati da subito” anche il consigliere regionale del PD Gian Mario Fragomeli, sottolineando come una specialità un tempo considerata fanalino di coda debba oggi essere posta in cima alle priorità in termini di investimenti.
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Uno "angolo" del nuovo Centro Diurno

“C'è tanta attenzione per il benessere fisico, forse stiamo entrando in un'epoca in cui deve esserci tanta attenzione per il benessere metafisico” ha aggiunto, di suo, il collega Giacomo Zamperini, citando De Andre'.
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L'assessore alle politiche sociali del Comune di Lecco Emanuele Manzoni, invece, è andato su Basaglia, ricordando la ricorrenza dei 100 anni dalla nascita. “L'intuizione di Basaglia – ha detto – e' stata quella di dire che il tema della salute mentale non è un tema individuale, non un colpa o un'etichetta, ma è un problema dato da un contesto, dalle relazioni che viviamo e dalla società funzionale/disfunzionale che costruiamo. Questo dunque passa la palla non al paziente ma al territorio, alla comunità. Mi sento di dire che oggi noi non inauguriamo un CPS ma la sede di un CPS: i servizi per la salute mentale devono traguardare questo spazio, devono uscire, devono collegarsi con l'umanità e le relazioni che ci sono nei territorio che abitiamo. Non possiamo lasciare soli gli operatori o le persone che attraversano una fase della loro vita, come potremmo attraversarla tutti noi, di fragilità, ma dobbiamo fare in modo che questo spazio sia - come è stato allestito - accogliente, aperto, collegato con ciò che abita fuori di qui perché è lì il luogo dove possiamo vincere le sfide, nelle nostre comunità, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle relazioni positive che costruiamo. In questi anni, negli operatori del servizio ho visto questo tipo di attenzione. Quindi questa inaugurazione è un tassello in più in questo percorso importante che stiamo facendo”.
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“I CPS sono il cuore del servizio Psichiatrico. Hanno in carico – ha rimarcato, parlando al plurale essendoci un Centro anche a Merate, la dottoressa Martini - da 4.900 ai 5.000 utenti in un anno; solo a Lecco ci sono stati 3.300 utenti nel 2023, di questi addirittura 800 giovani. Mi è stato chiesto se questo trasferimento coincide anche con una nuova organizzazione. La mia risposta è stata certo, è quello che ci proponiamo: aumentare sempre di più la nostra efficacia, nei confronti degli utenti. Ci sono tre punti che vorremmo sviluppare. Il primo riguarda l'aspetto clinico: dobbiamo diventare sempre più appropriati nei nostri percorsi e per quanto riguarda i giovani dobbiamo intervenire sempre più intensamente e precocemente. E chiedere agli operatori, a noi operatori, di essere flessibili, di riuscire a comprendere i giovani, di riuscire a comprendere meglio i loro bisogni uscendo anche dal servizio, andando sul territorio, avendo rapporto con le scuole e con il mondo del lavoro. Il secondo punto: vorremmo portare avanti un lavoro con la medicina di base. Dobbiamo strutturare una comunicazione importante. Penso che il lavoro di passaggio delle nostre nozioni possa essere fondamentale affinché anche la medicina di base possa inviarci in maniera sempre più precoce e appropriata le situazioni che appunto devono arrivare alla nostra attenzione e consulenza. Lavoro analogo anche con l'area psicologica, all'interno delle Case di Comunità dove la Psichiatria diventa un secondo livello, più consulenziale, di tipo di verifica sui casi gravi e sui casi che vengono seguiti per l'appunto sia dalla psicologia sia dalla medicina di base. Il terzo punto, quello che mi sta più a cuore in assoluto, è il territorio: avere un legame forte e creare una rete concreta e fattiva. Con il Comune di Lecco abbiamo sempre lavorato molto: ha una organizzazione interessante perché riesce ad avere una gestione capillare. Lo stesso dobbiamo fare anche noi come Psichiatria: dobbiamo creare progetti sempre più capillari per i nostri pazienti per il loro reinserimento nei loro quartieri, con i "vicini di casa", anche attraverso la figura del case manager”.
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Una evoluzione, ha detto prima della benedizione impartita dal nuovo prevosto don Bortolo Uberti, in qualche modo corale, coinvolgendo anche i sodalizi che ruota attorno alla Salute Mentale. “Vogliamo – la chiosa del primario f.f. - lavorare molto e confrontarci con la associazioni, dobbiamo chiedere il loro aiuto e il reciproco supporto. Penso che solo così, attraverso la coalizione comunitaria, in qualche modo si possano veramente abbattere quei muri di cui ancora si parla, quei muri invisibili del manicomio”. 
Facendo volare la farfalla inserita nel nuovo logo del CPS che, con chiara ispirazione manzoniana, da oggi si chiama CPS “Quel ramo di Psiche”.

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A.M.
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