Lecco: il futuro dell'ex Piccola lo disegnano i cittadini

Il tempo, naturalmente, dirà quanto sia sincera la consultazione pubblica sul piano di governo del territorio (lo strumento urbanistico con il quale si delinea lo sviluppo della città di Lecco nei prossimi anni). Quanto, cioè, la modalità di ascolto dei cittadini scelta dal Comune sia produttiva e quanto soprattutto i suggerimenti siano davvero presi in considerazione. 
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Il sindaco Mauro Gattinoni
Intanto, si registra che la serie di incontri pubblici – che vanno sotto il titolo “La città che dialoga” - promossi dall’amministrazione comunale continua. Dopo un primo appuntamento, nel mese di giugno a Palazzo delle paure, ieri è stata la volta di alcuni “tavoli di lavoro” nel cortile delle scuole elementari De Amicis ai quali è intervenuta una cinquantina di persone, alcuni volti noti (uno per tutti, quello della prorettrice del Politecnico lecchese Manuela Grecchi), altri meno. E una compatta presenza di assessori comunali. Il raduno era del resto a posti limitati perché la formula della discussione – cosiddetta del “world cafè” – prevede numeri piccoli per evitare la dispersione. Dopo l’introduzione del sindaco Mauro Gattinoni, i partecipanti si sono trovati attorno a tre tavoli, ciascuno dedicato a un tema particolare, dandosi poi il cambio.
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La Prorettrice del Polo di Lecco del Politecnico Manuela Grecchi

Al centro dell’attenzione, in questa tornata, il futuro dell’area della ex Piccola velocità di via Ghislanzoni, 30 mila metri quadrati di superfice e dove nel maggio dello scorso anno sono partiti i lavori di recupero dei due fabbricati un tempo adibiti a magazzini ferroviari: un intervento da oltre 4 milioni di euro che dovrebbe essere completato nella primavera del prossimo anno. A grandi linee, la destinazione delle due “stecche”, così come sono chiamati i due stabili, è peraltro già stata prefigurata. Così come, una parte dell’area è già adibita a parcheggio pubblico e già è stata prevista la realizzazione di un’arena per ospitare spettacoli. Ancora, l’ex “Piccola” (nel giugno 2022 ribattezzata piazzale Riccardo Cassin) destinata a ospitare i grandi eventi cittadini continuerà a ospitare il mercato. Per dire che la direzione è più che ben tracciata.
Da parte sua, il sindaco Gattinoni ha comunque introdotto l’incontro dicendo come l’avviato intervento di riqualificazione delle “stecche” riguarda il 5% della superficie complessiva della “Piccola” e definire il resto «è il compito di oggi» per fare di quell’area un polo culturale e un punto di riferimento per la mobilità cittadina, «un nuovo landmark, un luogo iconico e identitario per una città che cresce. Ragionando non su cosa ci piacerebbe ma su quello che serve alla città, interrogarsi su ciò che dovrà essere questo quindicesimo quartiere, un quartiere senza abitanti perché i suoi abitanti saranno coloro che lo frequenteranno in occasione degli eventi. Bisogna far venire fuori l’anima della “Piccola”».
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I partecipanti si sono poi distribuiti, fra tre tavoli dedicati uno a quali servizi e luoghi della città dovrebbe essere connessa la “Piccola” affrontando quindi i temi della mobilità; un secondo a quanta parte dell’area dovrà essere destinata a verde e soprattutto quale tipo di verde si vorrebbe (solo decorativo o anche utilizzabile, per intenderci); il terzo alle funzioni culturali che si vorrebbero vedere sviluppate (sperimentazione, spettacoli, aggregazione, ricerca). 
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Molte, ovviamente, le proposte scaturite, dalle più pragmatiche alle più utopiche: fare dell’area un bosco cittadino dove convivano piccoli animali e piante da frutto con stagni e sentieri; realizzare un parcheggio interrato; collegare la “Piccola” all’area ex Leuci; dare opportunità ai giovani artisti...

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E ancora cogliere l’opportunità per risolvere i problemi di traffico e congestionamento di quella parte della città: in aggiunta al già programmato sottopasso di collegamento con la via Fiandra, prevedere un canale riservato per la fiumana di studenti tra la Villa Manzoni e la stazione, ma anche ragionare sui cambiamenti che si susseguono ormai a ritmo velocissimo, al punto da non poter dire come saremmo non solo fra dieci anni, ma fra cinque: da una parte una città dalla popolazione che invecchia e nel contempo la necessità di giovani cervelli così richiesti dalle nostre aziende ma per i quali occorre creare una città attraente. Di tutti i suggerimenti usciti si farà ora una sintesi.
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Nel frattempo, per “la città che dialoga” sul piano di governo del territorio, sono in calendario altri due appuntamenti nel mese di settembre.
D.C.
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