Lecco: aperto il cantiere per il 'quindicesimo rione', alla Piccola 'inizia il futuro'

«Qui inizia il futuro»: così l’assessore ai lavori pubblici Maria Sacchi alla presentazione del cantiere aperto in questi giorni per il recupero dei vecchi magazzini ferroviari sull’area della “Piccola velocità”. «Ma più che di ristrutturazione, meglio parlare di rigenerazione – la chiosa del sindaco Mauro Gattinoni – perché rigenerare significa oltre che ristrutturare metterci delle idee e un progetto». Che è poi, il progetto, quello che ha consentito di recuperare 2 milioni e 700mila euro nell’ambito del cosiddetto piano nazionale di ripresa e resilienza finanziato dai fondi europei. Cifra alla quale si aggiungono il milione e 600mila euro stanziati direttamente dall’amministrazione comunale. Complessivamente, dunque, 4 milioni e 300mila euro per dare alla città quello che lo stesso sindaco definisce il «quindicesimo rione».

Oltre a Gattinoni e all’assessore Sacchi erano inoltre presenti i progettisti Sergio Fumagalli e Piero Luconi, nonché il legale rappresentante dell’impresa milanese Img, aggiudicataria dei lavori, Massimiliano De Adamich: si tratta di un’impresa esistente da 70 anni e che è specializzata proprio in interventi su edifici interessati da vincoli di salvaguardia architettonica.
Alla presentazione del cantiere sono intervenuti esponenti anche della passata amministrazione (in testa l’ex sindaco Virginio Brivio) alla quale lo stesso Gattinoni ha riconosciuto il merito di avere avviato l’iter per l’acquisizione e la riqualificazione dell’area, un modo per cancellare polemiche e incomprensioni che nei mesi scorsi avevano riservato qualche malumore tra vecchi e nuovi.

Mauro Gattinoni

Presenti anche altri assessori, consiglieri e tecnici comunali con un ricordo per l’architetto Davide Cereda che aveva diretto il settore urbanistica del municipio dal 2018 al 2022 e scomparso lo scorso mese di gennaio. E poi rappresentanti di sindacati e associazioni imprenditoriali. Consegnato martedì il cantiere, il programma prevede 99 settimane di lavori, quasi due anni. E oggi, venerdì 5 maggio, la presentazione di uno degli interventi più attesi «che inorgoglisce tutti i lecchesi – ha detto ancora Sacchi – per il futuro di un edificio che siamo stati abituati a vedere in abbandono da anni che quasi in verità non vedevamo neppure più».

Maria Sacchi

E oggi, dunque, si parte, l’esordio del sindaco Gattinoni: «C’è molto lavoro da fare che ci impegnerà nei prossimi due anni. Ma questo vuole diventare un luogo emblematico per la città.
Il progetto è stato presentato dall’architetto Fumagalli. Complessivamente, l’area della “Piccola” è di 30mila metri quadri e quella interessata dall’intervento attuale ne copre 3mila, con una superficie coperta di 1200 metri quadri all’interno di quelle che vengono definite le “stecche” due edifici congiunti per una lunghezza totale di 120 metri. Il progetto attuale, tra l’altro, origina da quello che era prevalso in un concorso di idee bandito addirittura nel 2004, quando il Politecnico, l’autentico punto di riferimento di questa parte di città e che con la “Piccola” dovrà dialogare, non era ancora in funzione. Esattamente un anno fa, nel maggio 2022, il progetto ha avuto la sua prima approvazione: quella definitiva in dicembre.

Sergio Fumagalli

Per le due stecche sono stati prospettati utilizzi differenti. Sarà mantenuto, anche per ragioni di vincoli da parte della Soprintendenza, i profili degli attuali magazzini. La “stecca” Nord, quella dalla parte di via Amendola, sarà destinata ad area culturali con tre spazi comunque flessibili che potranno essere utilizzati in autonomia e in maniera differente. Una parte potrà ospitare associazioni, un’altra la biblioteca e una terza a sala mostre. Da parte sua, il sindaco Gattinoni, parla del sogno di una biblioteca aperta ventiquattr’ore e di un “motore di idee”, di un incubatoio di start-up, di nuove imprese.

Massimiliano De Adamich

 

Nella “stecca” Sud, verso Pescarenico, troverà invece posto un mercato coperto per “eccellenze territoriali” o a “chilometro zero”, sull’esempio di quanto già avviene in molte città europee. Accanto funzionerà un ristorante che potrà rivestire anche un ruolo didattico.

Mauro Gattinoni e Virginio Brivio

«Un intervento – per usare ancora le parole del sindaco – che avrà la forza e la potenza del futuro, un futuro che già c’è con il Politecnico e che domani ci sarà per tutta la città. Perché questo luogo diventerà un icona, per realizzare la quale sarà necessario un dialogo a tutti i livelli, dai bambini alle archistar e al Politecnico, per raccogliere suggerimenti utili».
Per la cronaca, infine, il cantiere non limiterà l’attività del mercato tradizionale che continuerà ad allestire le proprie bancarelle nello spazio ormai utilizzato da qualche anno.
D.C.
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