Lecco: “vogliamo certezze”. Bonacina preoccupata per l’arrivo dei richiedenti asilo
“Vogliamo la certezza che siano otto settimane”. Quella andata in scena ieri sera presso Teatro Invito è stata un’assemblea pubblica di quasi tre ore, molto intensa, in cui si è detto tanto. Tuttavia, il significato più profondo della serata può essere ricondotto ad un singolo intervento, quello effettuato dalla signora Carla quando erano già passate le 23. Residente proprio di fronte alla struttura, la signora Carla ha raccontato ai presenti, circa 120, e alle autorità sul palco che cosa rappresenta per il quartiere la ex scuola elementare. Tale edificio, con ogni probabilità, nelle prossime settimane diverrà un hub in cui saranno ospitati al massimo 35 richiedenti asilo.
“Quella piazza è il centro del quartiere, è il nostro punto di riferimento. Bonacina è sempre stato un rione molto tranquillo. Ci sono tanti anziani ma la situazione sta cambiando. Diverse coppie giovani hanno scelto di venire a Bonacina e crediamo sia necessario dare loro la possibilità di far crescere lì i loro figli un domani. Vogliamo la certezza che l’accoglienza duri per otto settimane e non si protragga” ha spiegato la signora. “È proprio per questo che abbiamo deciso di fare l’asilo lì” ha replicato immediatamente il sindaco Mauro Gattinoni. L’ex primaria di Bonacina, infatti, a breve diventerà area di cantiere per la realizzazione di un nuovo asilo nido. “Fin da marzo ci stiamo confrontando su quale poteva essere il modo migliore per dare una risposta, limitata e temporanea, ad un’emergenza che si sta manifestando come impellente. Questo confronto ci ha portato all’idea di utilizzare l’ex scuola di Bonacina. Si parla di poche settimane, al massimo fino a prima di Natale. Abbiamo degli obblighi legati al PNRR da rispettare per quanto riguarda i tempi di apertura del cantiere del nuovo asilo nido” aveva ribadito il primo cittadino nel suo intervento introduttivo. Sul carattere temporaneo di questa situazione, nel corso della serata si è espresso anche il Prefetto Sergio Pomponio. “Ho preso un impegno scritto con il sindaco e non intendo tirarmi indietro da questa responsabilità. L’utilizzo di quella struttura come hub per ospitare i migranti sarà temporaneo e coerente con le scadenze fissate dall’amministrazione” ha ribadito a più riprese Sua Eccellenza.
Rassicurazioni che, però, non hanno convinto i cittadini, i quali hanno lamentato la mancanza di certezze su più fronti. Per esempio, non si sa quanti migranti arriveranno né quando arriveranno. “Dall’11 aprile in Italia vige lo stato di emergenza per quanto riguarda la questione migranti. Quando si è in emergenza è necessario avere più alternative. Tra i compiti che devo assolvere in quanto Prefetto c’è anche quello di trovare una sistemazione per i migranti che arrivano sul nostro territorio. Gli arrivi spesso non sono prevedibili e per questo è necessario avere delle alternative” ha spiegato ancora il Prefetto. “Nei mesi autunnali e invernali statisticamente gli arrivi calano. Non sappiamo quali saranno i numeri degli sbarchi nelle prossime settimane. Negli scorsi mesi, inoltre, abbiamo attuato degli accorgimenti per aumentare la nostra capacità di risposta all’emergenza. Per ora il nostro sistema di accoglienza non è al completo”.
Ad oggi, non si sa neanche chi gestirà la struttura di accoglienza che sarà installata a Bonacina. “Il gestore dovrà essere individuato attraverso opportune procedure. Ci sarà un responsabile della struttura che costituirà un riferimento anche per noi. L’ex primaria diverrà un hub di transito, un luogo simile alla Casa della Carità. I migranti rimarranno lì per alcuni giorni in attesa di essere spostati in luoghi più stabili dove potranno aspettare la conclusione dell’iter per la richiesta d’asilo” ha precisato ancora Pomponio, il quale poi ha evidenziato come “nei prossimi giorni sono previsti degli incontri con le associazioni al fine di coinvolgere anche le realtà che animano il quartiere nell’accoglienza di queste persone”.
Un fronte, quello dell’associazionismo, che a Bonacina ha recentemente registrato un’importante novità, ovvero l’imminente avvio del progetto “Labirinto Bonacina”. Tra gli animatori del progetto figura anche Saulo Sangalli, consigliere comunale originario proprio del quartiere, il quale si è detto pronto a fare la propria parte.
Anche Claudio Dossi, presidente di Auser, ha manifestato la disponibilità della sua associazione a contribuire all’accoglienza a patto che “ci sia un accompagnamento delle istituzioni”.
Di nuovo, queste parole non hanno alleviato le preoccupazioni dei residenti soprattutto perché, come ammesso dallo stesso sindaco Gattinoni, con ogni probabilità, chi arriverà non avrà niente da fare per la maggior parte del tempo. Si è così giunti al tema centrale: la sicurezza. Una preoccupazione derivante anche da avvenimenti molto recenti in un rione che, lo ricordiamo, con 1200 abitanti è il più piccolo della città di Lecco. “Da due mesi sono arrivate nel quartiere due donne. Sono perennemente ubriache e urlano. Le ho dovute denunciare perché mi avevano suonato il campanello ininterrottamente. In un’altra occasione ho dovuto chiamare le forze dell’ordine perché una stava menando l’altra con un bastone. Queste due persone sono, per il nostro piccolo nucleo, un elemento di disturbo” ha spiegato ancora la signora Carla nel suo intervento. “Io ho due figli di dodici e quindici anni e una suocera ultraottantenne. Abito di fronte alla scuola. Posso stare tranquilla?” ha aggiunto Norma. “La vostra è una preoccupazione legittima e comprensibile. Nei centri collettivi come questo è prevista la presenza di una figura h24. Per quanto riguarda invece le forze dell’ordine, da qualche mese a questa parte sono state introdotte delle disposizioni che prevedono una vigilanza stringente dei centri più grossi. Ci sarà la massima attenzione” ha replicato il Prefetto.
A porre il sigillo finale su questo tentativo di dialogo tra cittadini e istituzioni ci ha pensato don Marco Tenderini. “Auspico un linguaggio più preciso e meno denso di “politichese” da parte degli amministratori. Servirebbero dei riferimenti e delle certezze ma è necessario anche un supplemento di umanità perché può fare la differenza. Per me, che sono prete, basta leggere il Vangelo: “ero straniero e mi avete accolto”. Non si può giudicare una persona prima di conoscerla”.
“Quella piazza è il centro del quartiere, è il nostro punto di riferimento. Bonacina è sempre stato un rione molto tranquillo. Ci sono tanti anziani ma la situazione sta cambiando. Diverse coppie giovani hanno scelto di venire a Bonacina e crediamo sia necessario dare loro la possibilità di far crescere lì i loro figli un domani. Vogliamo la certezza che l’accoglienza duri per otto settimane e non si protragga” ha spiegato la signora. “È proprio per questo che abbiamo deciso di fare l’asilo lì” ha replicato immediatamente il sindaco Mauro Gattinoni. L’ex primaria di Bonacina, infatti, a breve diventerà area di cantiere per la realizzazione di un nuovo asilo nido. “Fin da marzo ci stiamo confrontando su quale poteva essere il modo migliore per dare una risposta, limitata e temporanea, ad un’emergenza che si sta manifestando come impellente. Questo confronto ci ha portato all’idea di utilizzare l’ex scuola di Bonacina. Si parla di poche settimane, al massimo fino a prima di Natale. Abbiamo degli obblighi legati al PNRR da rispettare per quanto riguarda i tempi di apertura del cantiere del nuovo asilo nido” aveva ribadito il primo cittadino nel suo intervento introduttivo. Sul carattere temporaneo di questa situazione, nel corso della serata si è espresso anche il Prefetto Sergio Pomponio. “Ho preso un impegno scritto con il sindaco e non intendo tirarmi indietro da questa responsabilità. L’utilizzo di quella struttura come hub per ospitare i migranti sarà temporaneo e coerente con le scadenze fissate dall’amministrazione” ha ribadito a più riprese Sua Eccellenza.
Rassicurazioni che, però, non hanno convinto i cittadini, i quali hanno lamentato la mancanza di certezze su più fronti. Per esempio, non si sa quanti migranti arriveranno né quando arriveranno. “Dall’11 aprile in Italia vige lo stato di emergenza per quanto riguarda la questione migranti. Quando si è in emergenza è necessario avere più alternative. Tra i compiti che devo assolvere in quanto Prefetto c’è anche quello di trovare una sistemazione per i migranti che arrivano sul nostro territorio. Gli arrivi spesso non sono prevedibili e per questo è necessario avere delle alternative” ha spiegato ancora il Prefetto. “Nei mesi autunnali e invernali statisticamente gli arrivi calano. Non sappiamo quali saranno i numeri degli sbarchi nelle prossime settimane. Negli scorsi mesi, inoltre, abbiamo attuato degli accorgimenti per aumentare la nostra capacità di risposta all’emergenza. Per ora il nostro sistema di accoglienza non è al completo”.
Ad oggi, non si sa neanche chi gestirà la struttura di accoglienza che sarà installata a Bonacina. “Il gestore dovrà essere individuato attraverso opportune procedure. Ci sarà un responsabile della struttura che costituirà un riferimento anche per noi. L’ex primaria diverrà un hub di transito, un luogo simile alla Casa della Carità. I migranti rimarranno lì per alcuni giorni in attesa di essere spostati in luoghi più stabili dove potranno aspettare la conclusione dell’iter per la richiesta d’asilo” ha precisato ancora Pomponio, il quale poi ha evidenziato come “nei prossimi giorni sono previsti degli incontri con le associazioni al fine di coinvolgere anche le realtà che animano il quartiere nell’accoglienza di queste persone”.
Un fronte, quello dell’associazionismo, che a Bonacina ha recentemente registrato un’importante novità, ovvero l’imminente avvio del progetto “Labirinto Bonacina”. Tra gli animatori del progetto figura anche Saulo Sangalli, consigliere comunale originario proprio del quartiere, il quale si è detto pronto a fare la propria parte.
Anche Claudio Dossi, presidente di Auser, ha manifestato la disponibilità della sua associazione a contribuire all’accoglienza a patto che “ci sia un accompagnamento delle istituzioni”.
Di nuovo, queste parole non hanno alleviato le preoccupazioni dei residenti soprattutto perché, come ammesso dallo stesso sindaco Gattinoni, con ogni probabilità, chi arriverà non avrà niente da fare per la maggior parte del tempo. Si è così giunti al tema centrale: la sicurezza. Una preoccupazione derivante anche da avvenimenti molto recenti in un rione che, lo ricordiamo, con 1200 abitanti è il più piccolo della città di Lecco. “Da due mesi sono arrivate nel quartiere due donne. Sono perennemente ubriache e urlano. Le ho dovute denunciare perché mi avevano suonato il campanello ininterrottamente. In un’altra occasione ho dovuto chiamare le forze dell’ordine perché una stava menando l’altra con un bastone. Queste due persone sono, per il nostro piccolo nucleo, un elemento di disturbo” ha spiegato ancora la signora Carla nel suo intervento. “Io ho due figli di dodici e quindici anni e una suocera ultraottantenne. Abito di fronte alla scuola. Posso stare tranquilla?” ha aggiunto Norma. “La vostra è una preoccupazione legittima e comprensibile. Nei centri collettivi come questo è prevista la presenza di una figura h24. Per quanto riguarda invece le forze dell’ordine, da qualche mese a questa parte sono state introdotte delle disposizioni che prevedono una vigilanza stringente dei centri più grossi. Ci sarà la massima attenzione” ha replicato il Prefetto.
A porre il sigillo finale su questo tentativo di dialogo tra cittadini e istituzioni ci ha pensato don Marco Tenderini. “Auspico un linguaggio più preciso e meno denso di “politichese” da parte degli amministratori. Servirebbero dei riferimenti e delle certezze ma è necessario anche un supplemento di umanità perché può fare la differenza. Per me, che sono prete, basta leggere il Vangelo: “ero straniero e mi avete accolto”. Non si può giudicare una persona prima di conoscerla”.
Andrea Besati