Lecco: un 'drago' a Bonacina, presentato il progetto del nuovo nido
Dovrebbero iniziare entro l’anno i lavori che consegneranno al rione di Bonacina un nuovo asilo nido per 30 bambini al posto della scuola elementare ormai chiusa a causa della mancanza di iscritti. L’opportunità è stata offerta dal bando del Pnrr dedicato proprio agli asili nido al quale il Comune di Lecco ha partecipato aggiudicandosi un finanziamento che coprirà una buona parte dei costi, quantificati in del 1.300.000 euro.
Come ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Maria Sacchi durante la riunione della commissione prima di mercoledì sera, “è prevista la demolizione dell’attuale edificio e la ricostruzione di uno nuovo con un aumento di volumetria del 30%, ad alta efficienza energetica con impianti che consentiranno di produrre l’energia che consuma. Abbiamo immaginato anche di ricavare degli spazi con accesso separato fruibili dall’intera comunità ad uso, ad esempio, di ambulatorio medico. Resterà quindi questa un’area con una funzione scolastica dedicata alla fascia di utenti più piccoli in un rione fortemente urbanizzato con richiesta elevata di questo servizio”.
A scendere nel dettaglio è stato l’architetto Tanzi, autore del progetto, che ha approfondito alcuni elementi di criticità: “L’edificio attuale si trova su un terreno in pendenza e non rispetta le distanze minime previste dai confini. Per questo la nuova realizzazione avrà una peculiare forma allungata che utilizza il più possibile il piano terra dal momento che la normativa prevede che gli asili nido si sviluppano lungo un piano”. Qui, superato il portico all’ingresso di via Timavo, si troveranno gli spazi dedicati alle tre sezioni: quella dei lattanti, i bimbi fino a un anno di età che potranno essere al massimo sei, e le due dei divezzi - i più grandi - con aule, luogo per la nanna, mensa, spazio per l’accoglienza con armadietti e area per lasciare i passeggini.
Al primo piano ci saranno invece la cucina, la lavanderia, gli spogliatoi e la sala insegnanti. In questa parte la normativa, un po’ datata, prevederebbe un ambulatorio pediatrico che sarebbe però scarsamente usato, per questo è stato pensato che questo spazio potrebbe diventare un ambulatorio medico a servizio del quartiere con accesso dall’esterno. Per quanto riguarda i materiali che verranno usati per la struttura portante il piano terra sarà in cemento armato, proprio perché l’edificio è in pendenza; il piano superiore avrà dei profili di acciaio che poi verranno rivestiti.
Una particolarità è data dalla forma scelta: “Volevamo scostarci dagli stereotipi classici dell’edificio pubblico - continua l’architetto - lavorando su una metafora e dando a questo edificio un aspetto fisionomico che potesse farlo riconoscere dai bambini e farlo sentire loro. Abbiamo quindi pensato a un drago o a un dinosauro, qualcosa di grande: così, parte del volume superiore sarà di sagomato come la schiena di un drago”.
A completare l’opera 150 metri quadrati di cortile e di giardino che comprendono i cinque platani esistenti che verranno mantenuti. All’esterno, nel lato corto dove oggi c’è il parcheggio e gira il pullman, verrà chiuso l’accesso all’edificio con una panca coperta da tettoia che potrà servire da fermata dell’autobus mentre i posteggi saranno mantenuti. Il pezzo di lavoro che ancora manca è la “sfida dell’edificio NZEB”, ovvero a zero consumo di energia: “Per realizzare edifici di questo tipo di solito devono essere cubici ma in questo caso non è possibile, stiamo cercando soluzioni di coibentazione che diano un risultato soddisfacente. Non ci sarà il gas ma la pompa di calore e sul tetto saranno installati pannelli fotovoltaici”.
Il progetto è stato apprezzato dai consiglieri presenti, i quali hanno proposto anche degli spunti di riflessione: innanzitutto Paola Frigerio (Fattore Lecco) e Paolo Galli (Ambientalmente), non da soli, hanno sottolineato la carenza di posteggi che riguarda tutta l’area e che potrebbe aggravarsi negli orari di punta dell’entrata e dell’ingresso dei bambini al nido. Un problema che Saulo Sangalli (Fattore Lecco) ha allargato a tutta la viabilità della zona, suggerendo anche di coinvolgere la comunità nella scelta della destinazione dello spazio comune oggi identificato come ambulatorio. L’assessore Sacchi ha rassicurato di aver presente il tema della sosta delle auto e di aver ipotizzato di rendere il posteggio davanti al futuro asilo “riservato” all’utenza del nido in alcune fasce orarie e lasciandolo libero nel resto della giornata "considerando che gli spazi che abbiamo sono quelli”.
La dem Anna Sanseverino ha chiesto di immaginare una modalità per il recupero dell’acqua piovana, opzione che secondo il progettista si può contemplare. Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) ha portato il ragionamento su un piano più generale: “L’età media a Lecco è di 50 anni, chiudiamo le scuole perché non ci sono abbastanza bambini, però stiamo facendo un asilo nido. D’accordo che il fabbisogno c’è e c’è la rivendicazione di un nido in quel territorio che può servire anche altri quartieri ma dobbiamo essere certi che sia un bisogno reale”. L’assessore al Welfare Emanuele Manzoni ha risposto a questo dubbio spiegando che la decisione è stata presa sulla base dell’analisi del trend demografico che nell’ultimo ventennio ha registrato un decremento dai 350 nati nel 2002 ai 290 del 2022, trend che è però esattamente opposto alla richiesta dei servizi per la prima infanzia da parte delle famiglie. “Le ragioni sono tante: oggi tendenzialmente entrambi i genitori lavorano, ci sono degli interventi pubblici a sostegno del pagamento delle rette, tante famiglie vengono da fuori Lecco e non hanno una rete famigliare. In questo momento a Lecco dai sei mesi ai tre anni abbiamo 780/800 persone e l’offerta, con 132 posti comunali e circa altrettanti convenzionati, è molto al di sotto come testimoniano le liste di attesa”.
Come ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Maria Sacchi durante la riunione della commissione prima di mercoledì sera, “è prevista la demolizione dell’attuale edificio e la ricostruzione di uno nuovo con un aumento di volumetria del 30%, ad alta efficienza energetica con impianti che consentiranno di produrre l’energia che consuma. Abbiamo immaginato anche di ricavare degli spazi con accesso separato fruibili dall’intera comunità ad uso, ad esempio, di ambulatorio medico. Resterà quindi questa un’area con una funzione scolastica dedicata alla fascia di utenti più piccoli in un rione fortemente urbanizzato con richiesta elevata di questo servizio”.
A scendere nel dettaglio è stato l’architetto Tanzi, autore del progetto, che ha approfondito alcuni elementi di criticità: “L’edificio attuale si trova su un terreno in pendenza e non rispetta le distanze minime previste dai confini. Per questo la nuova realizzazione avrà una peculiare forma allungata che utilizza il più possibile il piano terra dal momento che la normativa prevede che gli asili nido si sviluppano lungo un piano”. Qui, superato il portico all’ingresso di via Timavo, si troveranno gli spazi dedicati alle tre sezioni: quella dei lattanti, i bimbi fino a un anno di età che potranno essere al massimo sei, e le due dei divezzi - i più grandi - con aule, luogo per la nanna, mensa, spazio per l’accoglienza con armadietti e area per lasciare i passeggini.
Al primo piano ci saranno invece la cucina, la lavanderia, gli spogliatoi e la sala insegnanti. In questa parte la normativa, un po’ datata, prevederebbe un ambulatorio pediatrico che sarebbe però scarsamente usato, per questo è stato pensato che questo spazio potrebbe diventare un ambulatorio medico a servizio del quartiere con accesso dall’esterno. Per quanto riguarda i materiali che verranno usati per la struttura portante il piano terra sarà in cemento armato, proprio perché l’edificio è in pendenza; il piano superiore avrà dei profili di acciaio che poi verranno rivestiti.
Una particolarità è data dalla forma scelta: “Volevamo scostarci dagli stereotipi classici dell’edificio pubblico - continua l’architetto - lavorando su una metafora e dando a questo edificio un aspetto fisionomico che potesse farlo riconoscere dai bambini e farlo sentire loro. Abbiamo quindi pensato a un drago o a un dinosauro, qualcosa di grande: così, parte del volume superiore sarà di sagomato come la schiena di un drago”.
A completare l’opera 150 metri quadrati di cortile e di giardino che comprendono i cinque platani esistenti che verranno mantenuti. All’esterno, nel lato corto dove oggi c’è il parcheggio e gira il pullman, verrà chiuso l’accesso all’edificio con una panca coperta da tettoia che potrà servire da fermata dell’autobus mentre i posteggi saranno mantenuti. Il pezzo di lavoro che ancora manca è la “sfida dell’edificio NZEB”, ovvero a zero consumo di energia: “Per realizzare edifici di questo tipo di solito devono essere cubici ma in questo caso non è possibile, stiamo cercando soluzioni di coibentazione che diano un risultato soddisfacente. Non ci sarà il gas ma la pompa di calore e sul tetto saranno installati pannelli fotovoltaici”.
Il progetto è stato apprezzato dai consiglieri presenti, i quali hanno proposto anche degli spunti di riflessione: innanzitutto Paola Frigerio (Fattore Lecco) e Paolo Galli (Ambientalmente), non da soli, hanno sottolineato la carenza di posteggi che riguarda tutta l’area e che potrebbe aggravarsi negli orari di punta dell’entrata e dell’ingresso dei bambini al nido. Un problema che Saulo Sangalli (Fattore Lecco) ha allargato a tutta la viabilità della zona, suggerendo anche di coinvolgere la comunità nella scelta della destinazione dello spazio comune oggi identificato come ambulatorio. L’assessore Sacchi ha rassicurato di aver presente il tema della sosta delle auto e di aver ipotizzato di rendere il posteggio davanti al futuro asilo “riservato” all’utenza del nido in alcune fasce orarie e lasciandolo libero nel resto della giornata "considerando che gli spazi che abbiamo sono quelli”.
La dem Anna Sanseverino ha chiesto di immaginare una modalità per il recupero dell’acqua piovana, opzione che secondo il progettista si può contemplare. Corrado Valsecchi (Appello per Lecco) ha portato il ragionamento su un piano più generale: “L’età media a Lecco è di 50 anni, chiudiamo le scuole perché non ci sono abbastanza bambini, però stiamo facendo un asilo nido. D’accordo che il fabbisogno c’è e c’è la rivendicazione di un nido in quel territorio che può servire anche altri quartieri ma dobbiamo essere certi che sia un bisogno reale”. L’assessore al Welfare Emanuele Manzoni ha risposto a questo dubbio spiegando che la decisione è stata presa sulla base dell’analisi del trend demografico che nell’ultimo ventennio ha registrato un decremento dai 350 nati nel 2002 ai 290 del 2022, trend che è però esattamente opposto alla richiesta dei servizi per la prima infanzia da parte delle famiglie. “Le ragioni sono tante: oggi tendenzialmente entrambi i genitori lavorano, ci sono degli interventi pubblici a sostegno del pagamento delle rette, tante famiglie vengono da fuori Lecco e non hanno una rete famigliare. In questo momento a Lecco dai sei mesi ai tre anni abbiamo 780/800 persone e l’offerta, con 132 posti comunali e circa altrettanti convenzionati, è molto al di sotto come testimoniano le liste di attesa”.
M.V.