Lecco: inaugurata la mostra con le foto di Comi, 'finestra' sui Resinelli

Finestre sull’alpinismo e sulla storia dei Piani Resinelli: così sono state definite le foto dell’archivio di Pino Comi, raccolte in una mostra dal suggestivo allestimento alla Torre Viscontea nell’ambito della rassegna “Monti Sorgenti” promossa dalla sezione lecchese del Cai. Inaugurata ieri, sarà visitabile fino all’11 maggio.
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Esposta una novantina di immagini che raccontano un secolo di storia ai piedi della Grigna: fotografie che Comi aveva scattato direttamente, altre più “antiche” che  aveva raccolto e catalogato. E che i curatori della mostra – l’ex presidente del Cai lecchese Adriana Baruffini con Alberto Benini, Pietro Corti e Marta Cassin – hanno deciso di mantenere nella loro forma originale, nel loro aspetto “datato” come recita la locandina, con le didascalie dattiloscritte e l’anno a cui sono riferite proprio come le aveva “confezionate” Comi: materiale ora conservato dal nipote Giancarlo Comi che l’ha prestato per questa nuove rassegna. La mostra, del resto, ripete in qualche modo quella allestita alla fine degli anni Settanta nell’ufficio turistico dei Piani Resinelli, alcune delle quali nel 1989 vennero pubblicate nel libro “Quando i Resinelli si chiamavano i Roccoli” realizzato in collaborazione con Aroldo Benini che si è occupato dei testi.
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Simona Piazza e Paola Frigerio

«Una mostra – ha detto nella presentazione la neopresidente del Cai lecchese Paola Frigerio – che ci fa sentire l’atmosfera e il profumo dei boschi. E l’emozione che provo è legata a ricordi personali: Pino Comi era un amico carissimo di mio nonno. E io me li ricordo nel soggiorno di casa nostra parlare di montagna, sfogliare libri e guardare fotografie».
L’assessore alla cultura Simona Piazza si è invece soffermata sulla collaborazione tra il Comune e il Cai in occasione della rassegna “Monti Sorgenti” per la quale già in passato la Torre Viscontea ha ospitato mostre che ormai sono diventate una tradizione.
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Adriana Baruffini ha poi ricordato appunto la mostra degli anni Settanta allestita in collaborazione con Gianni Brivio, «personaggio importante nella storia dei Resinelli e quindi di Lecco» ed evidenziato come in quegli stessi anni Settanta altre due mostre avevano visto esposte le fotografie di Pino Comi; una prima volta nel 1974 a Villa Manzoni in occasione del centenario della sezione lecchese del Cai e una seconda nel 1976 dedicata ai Ragni della Grignetta.
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Pino Comi

Baruffini ha anche voluto spiegare la scelta delle fotografie di Pino Comi – maglione rosso e macchina fotografica al collo – che accoglie i visitatori della mostra: «Comi ha fotografato molto – ha spiegato – ma è stato fotografato poco. E la ricerca di una sua foto è stata quindi impegnativa. Alla fine si è scelta quella che era stata incorniciata forse appositamente per essere esposta nel primo nucleo del museo lecchese della montagna inizialmente ospitato proprio nella Torre Viscontea». Un riferimento significativo, «perché era stato proprio Comi a lanciare l’idea di raccogliere cimeli e documenti per allestire un museo della montagna che sarebbe stato inaugurato nel 1994. Lui era ormai morto, nel 1992, e perciò non aveva fatto in tempo a vederne la realizzazione, ma il suo messaggio era stato raccolto».
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Alberto Benini

Alberto Benini ha spiegato che per chi ha una certa età, queste foto non sono una novità, ricordando appunto la mostra di circa mezzo secolo fa ai Resinelli. Per la gran parte si tratta di fotografie che Comi ha raccolto in un archivio ricchissimo al quale ha poi uniti le immagini che ha scattato direttamente: «Ne è risultata quasi una mappa perché alla fine dei Piani Resinelli nulla resta scoperto, neppure sotto il punto di vista cronologico: i rifugi, le ville, la chiesetta che era l’unico punto di riferimento della località, lo sci, il turismo, l’alpinismo….  Forse senza nemmeno rendersene conto, ha avuto una grande visione, documentando l’evoluzione dei Piani Resinelli in tutte le varie forme, compreso quell’alpinismo che ha visto crescere in Grignetta alcune delle cordate in grado di aprire vie di notevole difficoltà sul granito e sulle Dolomiti, cordate le più forti in Italia e quindi in Europa e quindi al mondo. Qualcosa di simile non esiste da nessuna parte».
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Paolo Corti

Infine, Paolo Corti ha ricordato come di quelle cordate facesse parte lo stesso Pino Comi, il quale dunque non deve essere ricordato solo come fotografo ma anche come grande alpinista. Arrampicava con Riccardo Cassin e con Mario Dell’Oro “Boga”. Era un secondo di cordata, ma a quell’epoca, quando non c’erano le attrezzature di sicurezza che ci sono oggi, essere secondo non significava essere un gregario, bensì una persona affidabile perché in quelle mani c’era la vita di tutti.
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E allora, molte di queste foto sono finestre su quello che hanno significato i Piani Resinelli per l’alpinismo. Il re Alberto del Belgio sui Magnaghi (nonostante la data sbagliata), lui che era solito arrampicare sulle Dolomiti e che un paio di volte ha voluto venire anche qui. E poi Emilio Comici. E poi, la storia del fascio littorio sul Torrione Costanza che meriterebbe di essere raccontata ampiamente…Sono quindi finestre sulla storia dell’alpinismo e dell’arrampicata lecchese famosi in tutto il mondo. E ci sarebbe ancora tanto da scrivere: c’è una miniera inesauribile che andrebbe scavata per portare alla luce storie eccezionali. Uno stimolo per il futuro.

Galleria fotografica (27 immagini)

La rassegna, aperta come detto fino all’11 maggio, è visitabile il giovedì dalle 10 alle 13, il venerdì e il sabato dalle 14 alle 18, la domenica dalle 10 alle 18. Ingresso libero.
D.C.
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