Gruppo Amici Lecco: nel 30° il 'grazie' a tutti i sostenitori

I canti dei cori Sol Quair e dei Giovani cantori diretti dal maestro Giuseppe Caccialanza, ieri sera in sala Ticozzi, per festeggiare i trent’anni del Gruppo Amici Lecco, l’associazione di volontariato che accompagna le persone disabili in una serie di attività e che una decina di anni fa ha costruito in via Masaccio a Belledo una casa dove un gruppo di disabili potesse vivere in autonomia.
Ma più che festa – è stato detto – l’incontro voleva soprattutto essere un momento di ringraziamento a tutti coloro che in questi trent’anni hanno aiutato l’associazione a crescere, a realizzare i suoi progetti e a concretizzare un sogno che è appunto la casa di Belledo.
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La serata è stata aperta dall’intervento di Elena Vismara che ha presentato il libro realizzato per l’occasione e nel quale sono raccolte le fotografie scattate nel corso dei trent’anni di attività: «Io non conoscevo una certa realtà, poi sono entrata in una famiglie dove c’era un ragazzo con disabilità cognitiva e mi sono accorta come il pericolo fosse l’isolamento. Passando gli anni, passato il periodo della scuola, per questi ragazzi e le loro famiglie il rischio è appunto quello dell’isolamento. E questo gruppo è l’antidoto. E nel libro è distillato questo antidoto, attraverso le fotografie delle gite, delle vacanze al mare, dell’arrampicata sportiva, del canoismo, delle visite ai musei. Attività importanti che aiutano i ragazzi a fare gruppo, a crearsi amicizie, a fare quelle esperienze che facciamo tutti. Ma la più grande preoccupazione delle famiglie era quello del “dopo di noi” e con la casa di Belledo anche per questo dal gruppo Amici è arrivata una risposta».
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Giuseppe Preda con il sindaco Mauro Gattinoni

E’ stata poi letta l’introduzione al libro scritta da Giuseppe Preda, il promotore e da sempre presidente dell’associazione: «Non tutte le idee trovano terreno fertile per crescere, ma la mia sì: il gruppo e la casa ce l’hanno fatta con molta fortuna e l’aiuto di tanti, a cominciare da mia moglie Rosalba e dai miei figli che non solo hanno accettato che io mettessi a disposizione il mio tempo per questo progetto, ma anche loro si sono messi a disposizione. In un momento buio della mia vita sono stati proprio questi ragazzi che mi hanno dato la forza per continuare. Scoprendo con loro una profondità di rapporti personali. E lo stesso progetto del “dopo di noi”, il progetto di realizzare un posto dove i nostri ragazzi potessero vivere serenamente, sembrava un sogno lontano quando nel 2012 ci abbiamo messo mano. E invece con il sostegno di tanti ci siamo riusciti in poco tempo».
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Gaia Bolognini,  don Maurizio Mottadelli, Virginio Brivio

Il già parroco del rione di Castello, don Maurizio Mottadelli, ha ricordato quando un giorno di 26 anni fa Preda venne a chiedergli uno spazio in parrocchia o in oratorio per potersi ritrovare. E così ogni domenica, il gruppo si ritrovava a Castello. Non è che la parrocchia ha fatto qualcosa per loro, bensì il contrario: loro sono stati testimonianza per tutta la comunità. Quelle domeniche cominciavano con la messa delle 9,30 e quando dicevo che era presente anche il Gruppo Amici si creava un’atmosfera nuove e le messe diventano messe vere. E’ stato un dono del signore».
Accanto a don Maurizio, anche l’ex sindaco Virginio Brivio e l’ex assessore Gaia Bolognini: è stato durante il loro mandato amministrativo, infatti, che il gruppo ha inverato il sogno di Belledo.
«Di quell’esperienza – ha detto Brivio – sono due gli aspetti da evidenziare. Il primo è il protagonismo del gruppo e il secondo è che questo progetto affascinante della casa realizzata su un fazzoletto di terra che non si filava nessuno è stato un piccolo esempio di rigenerazione urbana che non è soltanto il recupero di vecchi edifici a nuovi scopi ma anche il dare nuovi contenuti. E quella casa è una casa tra le case.
Da parte sua, Bolognini ha invece sottolineato come il gruppo sia riuscito non soltanto a costruire una casa, ma a coinvolgere una comunità intera.
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Roberta Rigamonti

«Le collaborazioni sono fondamentali – ha quindi aggiunto Roberta Rigamonti dell’Ufficio di piano del Comune - La casa è stata realizzata proprio nell’anno in cui usciva la nuova legge sul “dopo di noi”. Il progetto di Belledo era quindi in anticipo sui tempi».
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Maria Grazia Nasazzi

E’ stata poi la presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi, ha testimoniare come il territorio abbia una ricchezza grandissima di volontariato e in questi anni noi abbiamo cercato di fare compagnia a tutte le associazioni. Molte volte il problema non sono le risorse ma la passione. E allora non approviamo una serie di progetti senza discutere e non è una questione di pietismo bensì di dignità».

Galleria fotografica (32 immagini)


E’ quindi intervenuto l’attuale primo cittadino Mauro Gattinoni: «Quando sono diventato sindaco, era già tutto realizzato. Quando sono stato invitato a visitare la casa di via Masaccio mi sono accorto che non si trattava di una casa messa in piedi dal Comune o dall’associazione. Ma si tratta proprio di casa loro, della casa dei ragazzi che vi sono ospitati. Quando sono andato, sono stato accolto a casa loro, mi hanno mostrato i luoghi dove vivono, le loro stanze. E allora mi accorto di quanta speranza c’è in quella casa, la speranza dei genitori che sanno che i loro figli hanno una casa e degli amici».
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A conclusione del suo intervento, Gattinoni a voluto donare a Giuseppe Preda una targa che è il ringraziamento dell’amministrazione comunale per l’attività dell’associazione.
Poi, spazio alla musica.
D.C.
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