Trent'anni con i disabili, festa per il Gruppo Amici Lecco

Celebra i trent’anni di attività il Gruppo Amici Lecco, l’associazione cittadina che una decina di anni fa ha anche avviato la casa di via Masaccio in cui un piccolo gruppo di disabili è andato ad abitare in autonomia, pur con l’affiancamento dei volontari e di altre figure specifiche.
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Al microfono Giuseppe Preda in una foto scattata all'inaugurazione della Casa
La serata dell’anniversario è in calendario per le 20.30 di sabato 25 gennaio alla Sala Ticozzi di via Ongania. «Più che una festa – dice Giuseppe Preda, presidente dell’associazione fin dal suo inizio – sarà un piccolo momento di ringraziamento a tutti i volontari che hanno collaborato con noi in questi trent’anni, a tutte le persone che hanno creduto nelle nostre iniziative e ci hanno appoggiato e sostenuto».
Nel corso della serata sarà presentato un libro fotografico che, attraverso le immagini scattate nel corso di questi tre decenni, racconta la storia dell’associazione dall’inizio fino alle vacanze estive dello scorso anno a Pinarella di Cervia, dei volontari che nel corso del tempo si sono avvicendati e dei ragazzi che intanto sono cresciuti «e sono anche invecchiati con noi».
Accompagneranno l’incontro il coro “Sol Quair” e quello dei “Giovani cantori” diretti dal maestro Giuseppe Caccialanza.
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Una foto di gruppo scattata alla festa del 2021 per i 5 anni della Casa
Il Gruppo Amici Lecco, come detto, è nato nel 1995 su iniziative di alcune persone – tra cui appunto Preda e la sua famiglia – che già erano a vario titolo impegnato nel settore dell’assistenza ai disabili. Inizialmente il gruppo operava a supporto di altri sodalizi già esistenti per poi rendersi autonomo e nel 2000 diventare un’associazione ufficialmente riconosciuta. Fino al 2012, l’impegno è stato rivolto soprattutto verso l’organizzazione di iniziative per il tempo libero, di viaggi, di periodo di vacanza estiva o invernale. Un impegno che peraltro continua: nel prossimo mese di aprile, i ragazzi dell’associazione andranno a Roma per partecipare alle iniziative del Giubileo, così come avevano del resto fanno già nel 2000.
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Gli interni della Casa
Ma nel frattempo è nata appunto la “casa” di Belledo. Un’idea che ha cominciato a prendere forma nel 2012. A dare la spinta decisiva a un’ipotesi già nell’aria è stata la mamma di una ragazza seguita dall’associazione alla quale ha chiesto di farsi amministratrice di sostegno della figlia, considerato che a lei ormai sarebbe rimasto poco tempo di vita. E’ il grande tema del “dopo di noi”, dell’aiuto a persone con fragilità una volta venuti a mancare i genitori che si sono sempre fatti carico delle loro esigenze.
E la “casa” è stata proprio avviata nell’appartamento dalla ragazza che per un certo periodo ha continuato ad abitare tra le stesse pareti e in un secondo momento è stata anche raggiunta da una seconda giovane con la quale è stato iniziato un progetto di coabitazione.
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Un momento di festa in occasione del 25°
Poi è stato dato il via alla realizzazione di una struttura ex novo, acquistando un terreno in via Masaccio a Belledo. Nel 2016 è arrivato il via libera dal Comune e in sette mesi si sono completati i lavori. «Non lo pensavo possibile – spiega ancora Preda - Avevamo ipotizzato due o tre anni, ma proprio grazie all’aiuto delle molte persone che ci hanno sostenuto, che hanno visto come i loro contributi venivano ben utilizzati, siamo appunto riusciti a costruire la casa in sette mesi: 185 metri quadri calpestabili. E’ stato incredibile». All’inizio di dicembre 2016 la cerimonia di inaugurazione e a metà mese sono potute entrare le prime ragazze che erano le due con le quali era stata avviata l’esperienza nell’appartamento privato.
La casa di via Masaccio è una vera e propria casa: i ragazzi non sono ospitati per brevi periodo, ma vi abitano stabilmente e la coabitazione è quella di una grande famiglia. Inizialmente si era pensato alla possibilità di ospitare un gruppo formato complessivamente da otto persone, ma poi il numero è stato ritenuto troppo alto «e avrebbe fatto della casa una sorta di istituto» e così si è deciso di limitare la presenza a quattro o cinque persone. Qualche avvicendamento c’è stato, per diversi motivi, ma di fatto la composizione della “grande famiglia” tende a essere stabile. Le prime due ragazze che avevano fatto il loro ingresso nel 2016, per esempio, sono ancora lì.
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Altra foto di gruppo, con i ragazzi, scattata al 5° compleanno della Casa
A ruotare attorno alla “casa”, oltre a impegnarsi nel continuare a organizzare iniziative per il tempo libero, ci sono i volontari dell’associazione. Oggi sono 23, ma il numero è soggetto a variazioni e nel corso di questi trent’anni sono stati molti di più coloro che hanno offerto parte del loro tempo al gruppo. E, del resto, «di volontari c’è sempre bisogno – dice Preda - Chi fosse interessato si faccia avanti».
D.C.
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