Quarto ponte a due corsie? Sì, ma Lecco chiarisca il suo disegno per la viabilità, nell'interesse di tutti
“Considerando prioritaria la nuova opera da finanziare, riteniamo importante e imprescindibile valutare la compatibilità dell’infrastruttura, nella sua futura possibile versione, con gli strumenti di pianificazione vigenti e in programma, in particolare del Comune di Lecco, con l’obiettivo comune di perseguire un progetto di mobilità adeguata alle necessità e non vanificare per scelte unilaterali e locali l’investimento e la potenzialità della struttura rivista a doppio senso”.
E' riassunta in queste cinque righe, inserite a chiusura di una disamina più ampia in cui viene ripercorsa anche la storia dell'intervento riconoscendo a Dante De Capitani di esserne stato il motore, la posizione della Provincia sulla questione “quarto ponte Lecco-Pescate”, introdotta nella scorsa assise dal question time presentato dal dem Roberto Nigriello, presidente del consiglio comunale del capoluogo.
Il rappresentante del gruppo La Provincia Territorio Bene Comune, chiedeva aggiornamenti in ordine alla documentazione che Villa Locatelli deve far pervenire in Regione a supporto poi della richiesta ad Anas di integrare il contratto di servizio in essere, per addivenire alla progettazione della corsia in uscita da Lecco, preservando al tempo stesso la piena operatività dello svincolo di Pescate (QUI il testo).
Ieri è arrivata la risposta. In soldoni, pur sposando il convincimento che “two is megl che one”, Mattia Micheli, quale consigliere alla partita dell'amministrazione Hofmann, prima di avviare le azioni necessarie per il reperimento dei i 18 milioni necessari – secondo una prima stima – per l'adeguamento del manufatto in costruzione, ha chiesto a Mauro Gattinoni di esplicitare il disegno della sua amministrazione in tema “strade”, ritenendo che “qualsiasi aggiornamento o modifica dell’assetto viabilistico della rampa di collegamento Pescate-Lecco debba essere inquadrato in una logica complessiva di viabilità di interesse sovracomunale integrata con le scelte di gestione viabilistica locale, provinciale e statale, dalle quali non si può prescindere”.
In altre parole ancora, la Provincia chiede al Comune di Lecco di discutere scelte e strategie legate alla viabilità interna, così da armonizzarle e allinearle con le necessità delle altre municipalità del circondario – Pescate, Malgrate e Galbiate in primis, con cui sviluppare ulteriori interlocuzioni – e con gli interessi del territorio in senso ampio nonché di chi si trova a dover entrare e uscire dal capoluogo oltre che “semplicemente” transitarvi, scongiurando penalizzazioni legate a decisioni che “paiono a volte non coerenti, anzi addirittura contrastanti tra loro e comunque non condivise”.
“Non appena avremo la certezza di tutti gli aspetti che ho inquadrato, avanzeremo richiesta formale a Regione Lombardia indicando l’opera effettivamente prioritaria e necessaria per il territorio provinciale e per i Comuni direttamente interessati e posti in prossimità di questi” la conclusione della risposta data da Micheli in Aula, con il testo aperto da una chiara premessa a rigetto dell'accusa, mossa con il question time, di aver “tergiversato”, non avendo ancora oggi provveduto a inviare al Pirellone l'istanza, come da accordi presi nel corso dell'incontro dell'ottobre scorso.
“38 giorni per ragionare in questo senso mi paiono proprio una perdita di tempo”, ha invece ribadito, secco, in replica, Nigriello, determinato nell'affermare come “la viabilità del Comune è prerogativa del Comune”, sottolineando altresì come l'avanzare dell'iter per la realizzazione dello snodo del Bione – c'è stata la scorsa settimana la conferenza dei servizi – sia chiara riprova di ciò che l'amministrazione lecchese intende portare avanti.
Nel rimarcare l'urgenza di arrivare ad avere un quarto ponte a due corsie, Nigriello ha altresì nuovamente sostenuto come un'infrastruttura a una sola corsia in entrata rischia di portare soltanto ulteriore congestione a Lecco, soffocando un rione, come Pescarenico, i cui residenti “si troveranno il traffico in casa e in uscita nulla”.
Nigriello ha quindi proposto di convocare già domani i sindaci dei comuni interessati, allargando magari la platea anche a Olginate, “per fare tutti i ragionamenti che vogliamo. Però non perdiamo tempo. Ogni minuto è tempo sprecato per i cittadini della provincia e di Lecco”.
Ha raccolto la provocazione il vicepresidente Micheli, dicendosi disponibile a organizzare subito l'incontro, purché Lecco arrivi con la documentazione necessaria al confronto, “spiegando come intende sviluppare la viabilità interna perché è sì prerogativa del Comune, ma essendo la città centrale negli spostamenti nord-sud della provincia, la gestione è decisiva per l'intero territorio”.
Esemplificando, ma restando sul punto, il delegato alla viabilità ha sostenuto, con piglio assai deciso, come sia opportuno sapere come Lecco intenda utilizzare, oggi e in prospettiva, i tre ponti esistenti, dopo aver già ricordato, nel testo letto, come anche nell'ultimo incontro in Regione a cui il dem fa riferimento, sia stata avanzata da alcuni presenti la richiesta di riaprire l'Azzone Visconti a doppio senso. Del resto, “two is megl che one” dovrebbe valere sempre...
E' riassunta in queste cinque righe, inserite a chiusura di una disamina più ampia in cui viene ripercorsa anche la storia dell'intervento riconoscendo a Dante De Capitani di esserne stato il motore, la posizione della Provincia sulla questione “quarto ponte Lecco-Pescate”, introdotta nella scorsa assise dal question time presentato dal dem Roberto Nigriello, presidente del consiglio comunale del capoluogo.
Il rappresentante del gruppo La Provincia Territorio Bene Comune, chiedeva aggiornamenti in ordine alla documentazione che Villa Locatelli deve far pervenire in Regione a supporto poi della richiesta ad Anas di integrare il contratto di servizio in essere, per addivenire alla progettazione della corsia in uscita da Lecco, preservando al tempo stesso la piena operatività dello svincolo di Pescate (QUI il testo).
Ieri è arrivata la risposta. In soldoni, pur sposando il convincimento che “two is megl che one”, Mattia Micheli, quale consigliere alla partita dell'amministrazione Hofmann, prima di avviare le azioni necessarie per il reperimento dei i 18 milioni necessari – secondo una prima stima – per l'adeguamento del manufatto in costruzione, ha chiesto a Mauro Gattinoni di esplicitare il disegno della sua amministrazione in tema “strade”, ritenendo che “qualsiasi aggiornamento o modifica dell’assetto viabilistico della rampa di collegamento Pescate-Lecco debba essere inquadrato in una logica complessiva di viabilità di interesse sovracomunale integrata con le scelte di gestione viabilistica locale, provinciale e statale, dalle quali non si può prescindere”.
In altre parole ancora, la Provincia chiede al Comune di Lecco di discutere scelte e strategie legate alla viabilità interna, così da armonizzarle e allinearle con le necessità delle altre municipalità del circondario – Pescate, Malgrate e Galbiate in primis, con cui sviluppare ulteriori interlocuzioni – e con gli interessi del territorio in senso ampio nonché di chi si trova a dover entrare e uscire dal capoluogo oltre che “semplicemente” transitarvi, scongiurando penalizzazioni legate a decisioni che “paiono a volte non coerenti, anzi addirittura contrastanti tra loro e comunque non condivise”.
“Non appena avremo la certezza di tutti gli aspetti che ho inquadrato, avanzeremo richiesta formale a Regione Lombardia indicando l’opera effettivamente prioritaria e necessaria per il territorio provinciale e per i Comuni direttamente interessati e posti in prossimità di questi” la conclusione della risposta data da Micheli in Aula, con il testo aperto da una chiara premessa a rigetto dell'accusa, mossa con il question time, di aver “tergiversato”, non avendo ancora oggi provveduto a inviare al Pirellone l'istanza, come da accordi presi nel corso dell'incontro dell'ottobre scorso.
“38 giorni per ragionare in questo senso mi paiono proprio una perdita di tempo”, ha invece ribadito, secco, in replica, Nigriello, determinato nell'affermare come “la viabilità del Comune è prerogativa del Comune”, sottolineando altresì come l'avanzare dell'iter per la realizzazione dello snodo del Bione – c'è stata la scorsa settimana la conferenza dei servizi – sia chiara riprova di ciò che l'amministrazione lecchese intende portare avanti.
Nel rimarcare l'urgenza di arrivare ad avere un quarto ponte a due corsie, Nigriello ha altresì nuovamente sostenuto come un'infrastruttura a una sola corsia in entrata rischia di portare soltanto ulteriore congestione a Lecco, soffocando un rione, come Pescarenico, i cui residenti “si troveranno il traffico in casa e in uscita nulla”.
Nigriello ha quindi proposto di convocare già domani i sindaci dei comuni interessati, allargando magari la platea anche a Olginate, “per fare tutti i ragionamenti che vogliamo. Però non perdiamo tempo. Ogni minuto è tempo sprecato per i cittadini della provincia e di Lecco”.
Ha raccolto la provocazione il vicepresidente Micheli, dicendosi disponibile a organizzare subito l'incontro, purché Lecco arrivi con la documentazione necessaria al confronto, “spiegando come intende sviluppare la viabilità interna perché è sì prerogativa del Comune, ma essendo la città centrale negli spostamenti nord-sud della provincia, la gestione è decisiva per l'intero territorio”.
Esemplificando, ma restando sul punto, il delegato alla viabilità ha sostenuto, con piglio assai deciso, come sia opportuno sapere come Lecco intenda utilizzare, oggi e in prospettiva, i tre ponti esistenti, dopo aver già ricordato, nel testo letto, come anche nell'ultimo incontro in Regione a cui il dem fa riferimento, sia stata avanzata da alcuni presenti la richiesta di riaprire l'Azzone Visconti a doppio senso. Del resto, “two is megl che one” dovrebbe valere sempre...
A.M.