L’Autonomia è un’opportunità. Anche per chi non la vuole
Ho letto con interesse la lettera del collega di Lecco, col quale, lo sottolineo, ho un proficuo rapporto di collaborazione. Non me ne voglia, ma non ho capito la logicità della sua presa di posizione. Posso condividere le sue perplessità su alcuni aspetti di una legge ordinaria di cui tutti parlano, spesso strumentalmente, ma che in pochi hanno letto. Ricordo che l’Autonomia Differenziata non è ancora stata applicata, per cui faccio fatica a capire come l’ipotizzato taglio ai Comuni effettuato dal Governo Centrale con l’ultima legge di bilancio abbia alcuna attinenza con l’Autonomia che arriverà (forse). Semmai l’analisi dell’amico Gattinoni dimostra il contrario, e cioè che Roma da sempre rimedia alle sue inefficienze con dei tagli agli Enti Locali (e non solo), specie quelli più virtuosi, come i nostri.
In sostanza, il Governo ha applicato l’attuale sistema, profondamente centralizzato, che ci impone di scendere a Roma col cappello in mano a chiedere l’elemosina, ogni volta che abbiamo bisogno di risorse per le nostre infrastrutture, strategiche per le aziende locali. Di sicuro sappiamo che questo sistema penalizza da decenni il territorio lecchese e lombardo.
Faccio solo il banale esempio della variante in galleria alla Lecco-Bergamo, che aspetta una soluzione definitiva da oltre 30 anni. In questi decenni i cittadini e le imprese di Calolziocorte hanno inviato a Roma con le tasse pagate almeno 30-40 volte le risorse necessarie per realizzare quest’opera, fondamentale per le nostre aziende e i nostri cittadini. E ben poco è ritornato sul territorio. Nel frattempo abbiamo dovuto subire le conseguenze, sotto gli occhi di tutti, di questa situazione insostenibile.
Ma nemmeno l’esempio della sanità è calzante, perché le regole principali e le risorse da destinare alle regioni sono decise dallo stato centrale.
Infine, se si tira in ballo la Costituzione ricordiamo anche che la stessa nei principi fondamentali all’ art. 5 favorisce le Autonomie, applica il più ampio decentramento amministrativo, adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento (art.5).
Siamo nella terra dei Promessi Sposi, quella dei capponi di Renzo, per favore non facciamoci del male. A meno che non si preferisca lo status quo che, lo vedono tutti, non funziona e ci penalizza profondamente. Però allora smettiamola di lamentarci.
In sostanza, il Governo ha applicato l’attuale sistema, profondamente centralizzato, che ci impone di scendere a Roma col cappello in mano a chiedere l’elemosina, ogni volta che abbiamo bisogno di risorse per le nostre infrastrutture, strategiche per le aziende locali. Di sicuro sappiamo che questo sistema penalizza da decenni il territorio lecchese e lombardo.
Faccio solo il banale esempio della variante in galleria alla Lecco-Bergamo, che aspetta una soluzione definitiva da oltre 30 anni. In questi decenni i cittadini e le imprese di Calolziocorte hanno inviato a Roma con le tasse pagate almeno 30-40 volte le risorse necessarie per realizzare quest’opera, fondamentale per le nostre aziende e i nostri cittadini. E ben poco è ritornato sul territorio. Nel frattempo abbiamo dovuto subire le conseguenze, sotto gli occhi di tutti, di questa situazione insostenibile.
Ma nemmeno l’esempio della sanità è calzante, perché le regole principali e le risorse da destinare alle regioni sono decise dallo stato centrale.
Infine, se si tira in ballo la Costituzione ricordiamo anche che la stessa nei principi fondamentali all’ art. 5 favorisce le Autonomie, applica il più ampio decentramento amministrativo, adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento (art.5).
Siamo nella terra dei Promessi Sposi, quella dei capponi di Renzo, per favore non facciamoci del male. A meno che non si preferisca lo status quo che, lo vedono tutti, non funziona e ci penalizza profondamente. Però allora smettiamola di lamentarci.
Marco Ghezzi, Sindaco di Calolziocorte