In tantissimi al Pian delle Betulle per il 65° della Chiesetta. Benedetti da mons. Delpini il sagrato e le nuove 'marmette'
“Questa chiesa è la testimonianza di fede degli Alpini e io vorrei farmi eco della loro predica, perché ci insegnano la fierezza della gratitudine, il servizio come vocazione”. Ha parlato così l’Arcivescovo di Milano, Monsignor Mario Delpini, la mattina di domenica 1° settembre sul nuovissimo sagrato della Chiesetta Votiva del Battaglione Morbegno al Pian delle Betulle davanti a centinaia di Penne Nere provenienti da tutta la provincia e non solo, radunate per il 65° anniversario della Consacrazione del suggestivo luogo di culto e di memoria.
Benedettie nell'occasione anche le recenti opere che, già previste in origine dall’architetto Mario Cereghini, hanno abbellito ulteriormente, per volontà della Sezione ANA di Lecco, la Chiesetta, frutto del voto fatto dai soldati sul fronte Greco-Albanese nell’inverno del 1941.
A prendere parte alla giornata non sono stati solo moltissimi Alpini. Presenti anche tante famiglie e diversi bambini e giovani dei campi scuola organizzati dall’ANA.
Con loro anche moltissimi primi cittadini del territorio, la presidente della Provincia Alessandra Hofmann, i consiglieri regionali Giacomo Zamperini e Gian Mario Fragomeli, l’europarlamentare Pietro Fiocchi, il presidente della Comunità Montana Fabio Canepari e i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Come accade da tre anni a questa parte, inoltre, anche un gruppo di alpini in armi ha preso parte alla cerimonia. Si è trattato del battaglione Morbegno del 5° Reggimento Alpini, Brigata Julia, guidato dal Colonnello Giulio Monti.
Ad aver accolto Monsignor Delpini è stato il presidente provinciale ANA, Emiliano Invernizzi, che ha guidato all’interno della Chiesina l’Arcivescovo e con lui ha ripercorso le origini dell’edificio e ha mostrato le ‘marmette’ affisse alle pareti che ricordano le Penne Nere “andate avanti”. Quindi è iniziata la cerimonia. Dopo una breve parata guidata dal corpo musicale di Premana, tutti i presenti si sono radunati per il solenne rito di alzabandiera.
“Prima della messa, chiediamo di benedire il nuovo sagrato della chiesetta – ha spiegato il presidente Invernizzi. – In questi mesi gli Alpini della sezione di Lecco e i suoi gruppi, amministrazioni pubbliche, aziende, volontari e tanti semplici cittadini, hanno offerto in modo diverso il contributo per continuare a tenere vivo il voto fatto dai nostri padri sul fronte Greco-Albanese nell’inverno del 1941. Si è lavorato per dare un giovane nuovo volto a questo monumento, che è lo scrigno di tante sofferenze e insieme di tante speranze. C’è un nuovo sagrato, un recinto sacro e il particolare impianto che raccoglierà le targhe in ricordo delle Penne Nere andate avanti. Le opere di manutenzione che hanno interessato tutto l’edificio, fino al campanile, sono state fatte con passione, completando dopo 65 anni le indicazioni progettuali dell’architetto Mario Cereghini, ufficiale alpino del 5° Battaglione Morbegno, tra i primi sostenitori di questa tenda dell’anima”.
Monsignor Delpini ha quindi provveduto a benedire tutte le opere e prima dell’inizio della santa messa la parola è passata alle autorità presenti. Il presidente Invernizzi ha ringraziato nuovamente tutte le imprese che hanno eseguito le opere e ha rivolto un particolare ringraziamento a Mauro Farina della Commissione Betulle.
Ulteriori ringraziamenti sono giunti da parte della presidente Hofmann e dell’On. Fiocchi, oltre che dal Colonnello Monti, a cui il presidente Invernizzi ha letto un saluto da parte del Colonnello Cristiano Refi, impegnato ora in Ungheria. “Dopo 65 anni la storia si ripete. Di nuovo Alpini fuori dai confini a difendere, mentre quelli in patria si danno da fare per la manutenzione. È questo che mi ha spunto a portare i miei giovani Alpini a vedere cosa sono i valori”.
Ha portato i saluti del presidente nazionale ANA Sebastiano Favero il vicepresidente Severino Bassanese. “È emozionante essere qui, è bello quello che è stato fatto per questa chiesetta. Vedo inoltre la giornata molto dedicata ai ragazzi e alla famiglie. È importante, perché serve avere pace. Pace tra le famiglie, pace tra tutti”.
È stata quindi concelebrata la santa messa dall’Arcivescovo con Monsignor Claudio Fontana, cerimoniere del Duomo di Milano, Padre Renato Baltazar, originario dalla Tanzania, don Matteo Albani, parroco di Premana e Pagnona e fra’ Stefano Giulio Dubini, cappellano dell’Ospedale Bergamo. Ad arricchire ulteriormente la solenne cerimonia sono state le voci del Coro Grigna.
Nel corso della sua omelia, Monsignor Deplini ha detto: “Celebriamo la vita che amiamo, non con la presunzione di essere padroni della vita. Noi riconosciamo quello che è ovvio, cioè noi viviamo perché abbiamo ricevuto la vita. Viviamo di una vita ricevuta, accogliamo la rilevazione di Gesù che dice ‘chi crede nel Figlio ha la vita eterna’. In questo momento noi vorremmo ascoltare la predica degli Alpini, a proposito della vita che viviamo. Vorrei farmi eco della loro predica. Gli alpini sono fieri di vivere, di vivere bene, una vita condivisa. La fierezza degli Alpini non è la presunzione degli sciocchi, ma una forma di gratitudine. Sanno che la vita è un dono meraviglioso, perciò sono grati e fieri di essere destinatari di un tale dono. Gli Alpini nella loro predica dicono: ‘siamo pronti a servire’. Gli Alpini rispondono prontamente agli appelli dei bisogni e delle emergenze, non pensano solo a se stessi, cantano la vita, le imprese, l’amicizia, il coraggio e cantano anche per quelli che non possono più cantare”.
Al termine dell’Eucarestia è stata recitata la preghiera dell’Alpino, dedicata in particolare al Capitano Massimo Ranzani.
L’Arcivescovo e le autorità sono entrati poi nella chiesetta, dove sono state benedette le nuove targhe in ferro – che sostituiranno le vecchie marmette d’ora in avanti – di Alpini andati avanti.
Presenti all’intima cerimonia anche le famiglie degli stessi. Le targhe che ricordano la memoria del Sergente Antonio Petazzi, l’Alpino Virgilio Mario Del Nero, il Caporale Agostino Enzo Bini, l’Alpino Marco Bertolino, Alpino Giovanni Ravo, Caporale Giacinto Antonio Ravo, del Sergente Maggiore Emilio Virgilio Colturi e l’Alpino Giuseppe Spini sono state poi affisse sulla nuova cinta in legno che stringe la Chiesetta (CLICCA QUI per leggere le loro storie).
Benedettie nell'occasione anche le recenti opere che, già previste in origine dall’architetto Mario Cereghini, hanno abbellito ulteriormente, per volontà della Sezione ANA di Lecco, la Chiesetta, frutto del voto fatto dai soldati sul fronte Greco-Albanese nell’inverno del 1941.
A prendere parte alla giornata non sono stati solo moltissimi Alpini. Presenti anche tante famiglie e diversi bambini e giovani dei campi scuola organizzati dall’ANA.
Con loro anche moltissimi primi cittadini del territorio, la presidente della Provincia Alessandra Hofmann, i consiglieri regionali Giacomo Zamperini e Gian Mario Fragomeli, l’europarlamentare Pietro Fiocchi, il presidente della Comunità Montana Fabio Canepari e i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Come accade da tre anni a questa parte, inoltre, anche un gruppo di alpini in armi ha preso parte alla cerimonia. Si è trattato del battaglione Morbegno del 5° Reggimento Alpini, Brigata Julia, guidato dal Colonnello Giulio Monti.
Ad aver accolto Monsignor Delpini è stato il presidente provinciale ANA, Emiliano Invernizzi, che ha guidato all’interno della Chiesina l’Arcivescovo e con lui ha ripercorso le origini dell’edificio e ha mostrato le ‘marmette’ affisse alle pareti che ricordano le Penne Nere “andate avanti”. Quindi è iniziata la cerimonia. Dopo una breve parata guidata dal corpo musicale di Premana, tutti i presenti si sono radunati per il solenne rito di alzabandiera.
“Prima della messa, chiediamo di benedire il nuovo sagrato della chiesetta – ha spiegato il presidente Invernizzi. – In questi mesi gli Alpini della sezione di Lecco e i suoi gruppi, amministrazioni pubbliche, aziende, volontari e tanti semplici cittadini, hanno offerto in modo diverso il contributo per continuare a tenere vivo il voto fatto dai nostri padri sul fronte Greco-Albanese nell’inverno del 1941. Si è lavorato per dare un giovane nuovo volto a questo monumento, che è lo scrigno di tante sofferenze e insieme di tante speranze. C’è un nuovo sagrato, un recinto sacro e il particolare impianto che raccoglierà le targhe in ricordo delle Penne Nere andate avanti. Le opere di manutenzione che hanno interessato tutto l’edificio, fino al campanile, sono state fatte con passione, completando dopo 65 anni le indicazioni progettuali dell’architetto Mario Cereghini, ufficiale alpino del 5° Battaglione Morbegno, tra i primi sostenitori di questa tenda dell’anima”.
Ulteriori ringraziamenti sono giunti da parte della presidente Hofmann e dell’On. Fiocchi, oltre che dal Colonnello Monti, a cui il presidente Invernizzi ha letto un saluto da parte del Colonnello Cristiano Refi, impegnato ora in Ungheria. “Dopo 65 anni la storia si ripete. Di nuovo Alpini fuori dai confini a difendere, mentre quelli in patria si danno da fare per la manutenzione. È questo che mi ha spunto a portare i miei giovani Alpini a vedere cosa sono i valori”.
Ha portato i saluti del presidente nazionale ANA Sebastiano Favero il vicepresidente Severino Bassanese. “È emozionante essere qui, è bello quello che è stato fatto per questa chiesetta. Vedo inoltre la giornata molto dedicata ai ragazzi e alla famiglie. È importante, perché serve avere pace. Pace tra le famiglie, pace tra tutti”.
È stata quindi concelebrata la santa messa dall’Arcivescovo con Monsignor Claudio Fontana, cerimoniere del Duomo di Milano, Padre Renato Baltazar, originario dalla Tanzania, don Matteo Albani, parroco di Premana e Pagnona e fra’ Stefano Giulio Dubini, cappellano dell’Ospedale Bergamo. Ad arricchire ulteriormente la solenne cerimonia sono state le voci del Coro Grigna.
Nel corso della sua omelia, Monsignor Deplini ha detto: “Celebriamo la vita che amiamo, non con la presunzione di essere padroni della vita. Noi riconosciamo quello che è ovvio, cioè noi viviamo perché abbiamo ricevuto la vita. Viviamo di una vita ricevuta, accogliamo la rilevazione di Gesù che dice ‘chi crede nel Figlio ha la vita eterna’. In questo momento noi vorremmo ascoltare la predica degli Alpini, a proposito della vita che viviamo. Vorrei farmi eco della loro predica. Gli alpini sono fieri di vivere, di vivere bene, una vita condivisa. La fierezza degli Alpini non è la presunzione degli sciocchi, ma una forma di gratitudine. Sanno che la vita è un dono meraviglioso, perciò sono grati e fieri di essere destinatari di un tale dono. Gli Alpini nella loro predica dicono: ‘siamo pronti a servire’. Gli Alpini rispondono prontamente agli appelli dei bisogni e delle emergenze, non pensano solo a se stessi, cantano la vita, le imprese, l’amicizia, il coraggio e cantano anche per quelli che non possono più cantare”.
Al termine dell’Eucarestia è stata recitata la preghiera dell’Alpino, dedicata in particolare al Capitano Massimo Ranzani.
L’Arcivescovo e le autorità sono entrati poi nella chiesetta, dove sono state benedette le nuove targhe in ferro – che sostituiranno le vecchie marmette d’ora in avanti – di Alpini andati avanti.
Presenti all’intima cerimonia anche le famiglie degli stessi. Le targhe che ricordano la memoria del Sergente Antonio Petazzi, l’Alpino Virgilio Mario Del Nero, il Caporale Agostino Enzo Bini, l’Alpino Marco Bertolino, Alpino Giovanni Ravo, Caporale Giacinto Antonio Ravo, del Sergente Maggiore Emilio Virgilio Colturi e l’Alpino Giuseppe Spini sono state poi affisse sulla nuova cinta in legno che stringe la Chiesetta (CLICCA QUI per leggere le loro storie).
E.Ma.