Bilancio di... mezza Sagra delle Sagre, tra soddisfazione e lamentele. Il colpo lo hanno fatto gli Alpini
Giro di boa per la 59^ edizione della Sagra delle Sagre. Inaugurata lo scorso 10 agosto, si protrarrà fino a domenica 18 quando il sempre atteso spettacolo pirotecnico darà appuntamento al prossimo anno. Tempo dunque, quest'oggi, mercoledì 14 agosto, di bilanci di metà evento.
E c'è già chi ha fatto letteralmente "il botto": gli Alpini della Sezione di Lecco. I biglietti della Lotteria della Sagra, quest'anno affidata in gestione alle penne nere per raccogliere fondi da destinare al finanziamento dei lavori che hanno interessato la Chiesetta votiva del Pian delle Betulle, infatti, sono già in esaurimento.
"Se tutto va bene - annuncia dalla postazione al centro della "piazza", con l'auto in palio come primo premio a far da sfondo, il vicepresidente Nicola Fazzini - domani saranno tutti finiti". Il potere del cappello, certo. E della capacità degli Alpini di fare squadra, coinvolgendo tutti i Gruppi, con i soci pronti a darsi da fare anche negli inediti panni dei "venditori", rifilando biglietti a parenti e amici oltre ai fedeli "sostenitori", avendo ben presente il comune nobile scopo: preservare il ricordo dei commilitoni del glorioso Battaglione Morbegno, di marmetta in marmetta onorati alle Betulle, dove quest'anno, il primo settembre, salirà anche monsignor Mario Delpini.
La canicola - incredibilmente "accusata" anche dal venditore sardo, che dovrebbe essere abituato a queste temperature – è, invece, additata dagli standisti come il maggior problema di quest'anno. Il caldo che non allenta la presa nemmeno in Valle, alleggerisce le presenze nel pomeriggio, con la Sagra che torna poi ad animarsi la sera, con la complicità anche degli eventi di volta in volta proposti e dell'ampia offerta anche di cibo.
"La partenza, in generale è stata un po' "molle". I primi due giorni non c'era lo stesso movimento degli altri anni. Ora siamo in ripresa, già questa mattina si vede. Speriamo continui così" il commento - confermato anche dal Museo della Fornace - condiviso da più esercenti, da chi propone giada e pietre naturali a chi invece espone prodotti tipici valtellinesi, inseriti in un vero e proprio giro d'Italia del gusto che va a toccare, tra gli altri, la Puglia con i taralli ("ci difendiamo sempre"), Piacenza con i salumi ("è partita lenta, ma non delude mai, aspettiamo l'ultimo giorno"), l'Emilia con i ravioli ("i nostri clienti tornano tutti gli anni"), la Calabria con "il piccante" e non solo ("sembra che la gente abbia meno possibilità di spendere") e la Liguria con la focaccia ("insomma, vediamo alla fine"), per poi tornare "a casa" con il miele, il banco dei Gianola con la loro produzione locale di dolci sempre apprezzati e l'immancabile "corner" con i funghi, con le nipoti allegre aiutanti del "capostipite" degli alimentaristi in Sagra.
"Noi veniamo da sempre" sottolinea anche la signora delle caramelle, parlando dell'evento come di una tradizione a cui non ci si può sottrarre, con quel "ci siamo ancora" ripetuto di anno in anno dai clienti abituali che strappa risate e anche un bel "meno male".
Neanche a dirlo, poi, sono sempre "attenzionate" dai visitatori le postazioni delle aziende premanesi specializzate in "lame", un vero must. "La Sagra rende sempre" confermano dalla Sanelli.
Ed accanto agli habutué della manifestazione, non mancano anche esordienti, tutti arrivati in Valle grazie al passaparola tra "colleghi": si dicono "soddisfatti" i ragazzi che, dal Trentino, hanno portato a Barzio i loro distillati; "la gente apprezza" sottolinea il papà tunisino che, affiancato dalla figlia, gestisce un bel banco, tutto colorato, con piatti e tajine; parla di "investimento per il prossimo anno quando andrà sicuramente meglio" il venditore di zenzero in ogni forma.
Probabilmente nel 2025 non ci sarà invece l'artigiana - termine che, sottolinea lei stessa, le si addice, occupandosi di tutta la produzione - del banco di creme e prodotti naturali: "ero già indecisa per questa edizione, ma le cose non stanno andando". Non entusiasta nemmeno la venditrice di piastre per capelli: "passano tanti anziani e il nostro non è un prodotto per quella fascia d'età".
Tornati, con ricavi in linea con il passato, invece, i ragazzi della lavanda del lago: mancavano dal Covid, avendo scelto di fermarsi, quando invece la Sagra ha optato per tirare diritto, non piegandosi nemmeno alla pandemia.
C'è "maretta", infine, tra specializzati in bigiotteria: gli storici sostengono che, per questa categoria, quest'anno siano stati autorizzati troppi banchi nuovi, non tutti di livello, alterando così il mercato. Una polemica che probabilmente nemmeno una granita alla liquirizia può raffreddare. Forse meglio puntare direttamente sul Gin, made in Imbersago. In Sagra non manca nemmeno quello.
E c'è già chi ha fatto letteralmente "il botto": gli Alpini della Sezione di Lecco. I biglietti della Lotteria della Sagra, quest'anno affidata in gestione alle penne nere per raccogliere fondi da destinare al finanziamento dei lavori che hanno interessato la Chiesetta votiva del Pian delle Betulle, infatti, sono già in esaurimento.
La canicola - incredibilmente "accusata" anche dal venditore sardo, che dovrebbe essere abituato a queste temperature – è, invece, additata dagli standisti come il maggior problema di quest'anno. Il caldo che non allenta la presa nemmeno in Valle, alleggerisce le presenze nel pomeriggio, con la Sagra che torna poi ad animarsi la sera, con la complicità anche degli eventi di volta in volta proposti e dell'ampia offerta anche di cibo.
"La partenza, in generale è stata un po' "molle". I primi due giorni non c'era lo stesso movimento degli altri anni. Ora siamo in ripresa, già questa mattina si vede. Speriamo continui così" il commento - confermato anche dal Museo della Fornace - condiviso da più esercenti, da chi propone giada e pietre naturali a chi invece espone prodotti tipici valtellinesi, inseriti in un vero e proprio giro d'Italia del gusto che va a toccare, tra gli altri, la Puglia con i taralli ("ci difendiamo sempre"), Piacenza con i salumi ("è partita lenta, ma non delude mai, aspettiamo l'ultimo giorno"), l'Emilia con i ravioli ("i nostri clienti tornano tutti gli anni"), la Calabria con "il piccante" e non solo ("sembra che la gente abbia meno possibilità di spendere") e la Liguria con la focaccia ("insomma, vediamo alla fine"), per poi tornare "a casa" con il miele, il banco dei Gianola con la loro produzione locale di dolci sempre apprezzati e l'immancabile "corner" con i funghi, con le nipoti allegre aiutanti del "capostipite" degli alimentaristi in Sagra.
"Noi veniamo da sempre" sottolinea anche la signora delle caramelle, parlando dell'evento come di una tradizione a cui non ci si può sottrarre, con quel "ci siamo ancora" ripetuto di anno in anno dai clienti abituali che strappa risate e anche un bel "meno male".
Neanche a dirlo, poi, sono sempre "attenzionate" dai visitatori le postazioni delle aziende premanesi specializzate in "lame", un vero must. "La Sagra rende sempre" confermano dalla Sanelli.
Ed accanto agli habutué della manifestazione, non mancano anche esordienti, tutti arrivati in Valle grazie al passaparola tra "colleghi": si dicono "soddisfatti" i ragazzi che, dal Trentino, hanno portato a Barzio i loro distillati; "la gente apprezza" sottolinea il papà tunisino che, affiancato dalla figlia, gestisce un bel banco, tutto colorato, con piatti e tajine; parla di "investimento per il prossimo anno quando andrà sicuramente meglio" il venditore di zenzero in ogni forma.
Probabilmente nel 2025 non ci sarà invece l'artigiana - termine che, sottolinea lei stessa, le si addice, occupandosi di tutta la produzione - del banco di creme e prodotti naturali: "ero già indecisa per questa edizione, ma le cose non stanno andando". Non entusiasta nemmeno la venditrice di piastre per capelli: "passano tanti anziani e il nostro non è un prodotto per quella fascia d'età".
Tornati, con ricavi in linea con il passato, invece, i ragazzi della lavanda del lago: mancavano dal Covid, avendo scelto di fermarsi, quando invece la Sagra ha optato per tirare diritto, non piegandosi nemmeno alla pandemia.
C'è "maretta", infine, tra specializzati in bigiotteria: gli storici sostengono che, per questa categoria, quest'anno siano stati autorizzati troppi banchi nuovi, non tutti di livello, alterando così il mercato. Una polemica che probabilmente nemmeno una granita alla liquirizia può raffreddare. Forse meglio puntare direttamente sul Gin, made in Imbersago. In Sagra non manca nemmeno quello.
A.M.