Castello di Rossino, Lozio: 'al Sindaco chiedevo altro'
Nicola Nils Angelo Lozio, comproprietario, insieme alla sorella, del Castello di Rossino "smentisce" il Comune di Calolzio - e conseguentemente l'articolo pubblicato ieri da questa testata, riprendendo il contenuto dell'atto pubblicato all'albo pretorio previa interlocuzione con il sindaco - sostenendo di non aver mai lamentato la mancata esclusione dal contratto di comodato per l'istituzione presso la storica dimora dell'ufficio separato di stato civile, per la celebrazione in loco di matrimoni, da cui ora l'Ente pubblico recede.
"Il sottoscritto - aggiunge ancora Lozio nella diffida inoltrata a questo giornale, assumendosi la responsabilità delle sue dichiarazioni - ricorda non senza malinconia il precedente Sindaco Cesare Valsecchi, il quale si è sempre adoperato per favorire e coltivare armonia fra i comproprietari paritetici del Castello di Rossino, impiegando all’uopo un contegno consono alla Pubblica Autorità, ovvero improntato a sagace prudenza e diplomazia, avvedutamente dimostrate sul campo del Sindaco Valsecchi medesimo, durante il mandato del quale gli eventi al Castello di Rossino hanno conosciuto forte impulso. Lo scrivente osserva come, al contrario l’odierna amministrazione del Comune di Calolziocorte entra invece faziosamente, a gamba tesa nei rapporti fra gli stessi comproprietari, nei fatti promuovendo e favorendo sconvenienti squilibri, tensioni e lacerazioni, tali da compromettere irrimediabilmente lo svolgimento dell’attività degli eventi presso il Castello di Rossino. Attività che l’estensore di queste righe ha con fatica, negli anni concepito, avviato e consolidato, insieme alla sorella, generando cospicuo e prezioso indotto economico per la Val San Martino e non solo, indotto che – impiegando il descritto, deplorevole approccio fra i comproprietari – l’odierna amministrazione comunale ha già messo fortemente a repentaglio”.
Interpellato, il Sindaco Marco Ghezzi - chiarendo di aver, tra l'altro, anticipato il contenuto della delibera alla sottoscrittrice del contratto di comodato - senza voler entrare nel merito delle comunicazioni ricevute dal signor Lozio precisa soltanto che "al momento il Comune non ha ravvisato gli estremi per un'ordinanza contingibile e urgente", chiudendo così – almeno per ora – la questione.
Nulla sembrerebbe dunque pregiudicare l'attività portata avanti all'interno del Castello, come bene chiarire nell'interesse anche della signora Lozio, "tirata in ballo" dal fratello, estranea tra l'altro alla decisione dell'amministrazione comunale, limitata giusto al contratto di comodato per l'utilizzo della Sala della Rosa quale ufficio seperato di stato civile.
Non corrisponderebbe dunque al vero, la premessa inserita nella proposta di determina poi portata all'attenzione della Giunta comunale e votata all'unanimità dei presenti, e dunque il "lamentato mancato coinvolgimento nel contratto di cui trattasi da parte del Sig. Lozio Nicola Nils Angelo, comproprietario dell'immobile" come testualmente riportato nel provvedimento leggibile integralmente QUI.
Al Comune, avrebbe chiesto altro.
Al Comune, avrebbe chiesto altro.
“Il sottoscritto Nicola Lozio, con riferimento all'articolo apparso in data 5 Agosto 2024 dal titolo “Calolzio: fine dei riti civili al Castello di Rossino, il Comune 'scioglie' il contratto”, intende rettificare che lo scrivente non ha affatto richiesto che il Comune recedesse dal contratto di comodato in essere, in quanto non informato dello stesso, né l’ha mai auspicato. Quello che invece lo scrivente ha richiesto al Sindaco del Comune di Calolziocorte è l’emissione di un’ordinanza contingibile ed urgente ex art. 50 TUEL a tutela dell’incolumità pubblica, dal momento che lo svolgimento di matrimoni ed eventi sull’area della c.d. “terrazza panoramica” dovrebbe essere immediatamente inibita dal momento che la permanenza sull’area di un elevato numero di persone (circa diecimila avventori per ogni singolo anno) potrebbe contribuire al cedimento e franamento della terrazza stessa con grave rischio per l’incolumità e sicurezza pubblica. Peraltro, nel caso il malaugurato e sciagurato evento dovesse verificarsi, vi sarebbe una concorrente responsabilità penale (oltre che civile), oltre che dei proprietari del Castello, anche del Comune per non avere ordinato la messa in sicurezza della suddetta area così come richiesto dallo stesso Geologo incaricato dal Comune di Calolziocorte – il quale, per conto dello stesso ente pubblico, aveva a suo tempo depositato una perizia effettuando dei rilievi e delle verifiche geologico-tecniche relative al dissesto che aveva colpito il medesimo versante e riguardante la c.d. “terrazza panoramica” del Castello di Rossino – geologo che ha “consigliato di inibire la permanenza di persone, ma anche la sola presenza di visitatori ovvero estranei rispetto ai residenti, che in grande quantità, occupano questa porzione durante i numerosi e affollati eventi”".
"Il sottoscritto - aggiunge ancora Lozio nella diffida inoltrata a questo giornale, assumendosi la responsabilità delle sue dichiarazioni - ricorda non senza malinconia il precedente Sindaco Cesare Valsecchi, il quale si è sempre adoperato per favorire e coltivare armonia fra i comproprietari paritetici del Castello di Rossino, impiegando all’uopo un contegno consono alla Pubblica Autorità, ovvero improntato a sagace prudenza e diplomazia, avvedutamente dimostrate sul campo del Sindaco Valsecchi medesimo, durante il mandato del quale gli eventi al Castello di Rossino hanno conosciuto forte impulso. Lo scrivente osserva come, al contrario l’odierna amministrazione del Comune di Calolziocorte entra invece faziosamente, a gamba tesa nei rapporti fra gli stessi comproprietari, nei fatti promuovendo e favorendo sconvenienti squilibri, tensioni e lacerazioni, tali da compromettere irrimediabilmente lo svolgimento dell’attività degli eventi presso il Castello di Rossino. Attività che l’estensore di queste righe ha con fatica, negli anni concepito, avviato e consolidato, insieme alla sorella, generando cospicuo e prezioso indotto economico per la Val San Martino e non solo, indotto che – impiegando il descritto, deplorevole approccio fra i comproprietari – l’odierna amministrazione comunale ha già messo fortemente a repentaglio”.
Interpellato, il Sindaco Marco Ghezzi - chiarendo di aver, tra l'altro, anticipato il contenuto della delibera alla sottoscrittrice del contratto di comodato - senza voler entrare nel merito delle comunicazioni ricevute dal signor Lozio precisa soltanto che "al momento il Comune non ha ravvisato gli estremi per un'ordinanza contingibile e urgente", chiudendo così – almeno per ora – la questione.
Nulla sembrerebbe dunque pregiudicare l'attività portata avanti all'interno del Castello, come bene chiarire nell'interesse anche della signora Lozio, "tirata in ballo" dal fratello, estranea tra l'altro alla decisione dell'amministrazione comunale, limitata giusto al contratto di comodato per l'utilizzo della Sala della Rosa quale ufficio seperato di stato civile.