Villa Vergano saluta la sua guida: don Roberto sei stato 'pastore dal cuore integro che ci ha guidato con sapienza'
"Siamo un gregge che ha perso il pastore. Ma sappiamo continuerai a vegliare su di noi". Così, per bocca del giovane Daniele Ferrari, rappresentante del consiglio pastorale, i parrocchiani di Villa Vergano si sono definiti nel giorno dell'addio a don Roberto Brizzolari, loro guida per ben 23 anni.
Come era facilmente prevedibile - tanto che erano state preparate all'esterno diverse file di sedie, risultate comunque non sufficienti per mettere tutti a sedere - la piccola chiesa della frazione galbiatese non è riuscita ad accogliere i tantissimi intervenuti alla cerimonia, presieduta dal Vescovo Franco Agnesi, Vicario generale dell'Arcidiocesi di Milano affiancato all'altare dal Vescovo Vincenzo Di Mauro, dal Vicario episcopale della nostra zona Monsignor Gianni Cesena e da svariati altri sacerdoti, parroci (attuali ed emeriti) del territorio, ma non solo, che hanno voluto tributare un ultimo omaggio al collega 75enne, stringendosi al contempo al fratello, monsignor Angelo Brizzolari, già collaboratore del cardinal Martini e del cardinal Tettamanzi.
"Porto a tutti l'ultima benedizione di don Roberto" ha detto, prendendo la parola solo alla fine della cerimonia, lo stesso don Angelo, ricordando così, con finezza, tutte le componenti della comunità di Villa Vergano, chiedendo poi, con commozione, al fratello, "ora che hai varcato la soglia dell'Eternità", di salutare per lui papà, mamma e la cara zia Pina, ringraziandoli per i loro insegnanti di vita; i cari preti di Civate, "che ci hanno educato ad amare e a prenderci cura del bene comune", ha aggiunto ancora, con riferimento alle origini; agli educatori del seminario, citando poi chi, negli anni difficili della contestazione giovanile, ha aiutato lui e Roberto a non vacillare.
"Tutti piangiamo un pastore dal cuore integro che ci ha guidato con sapienza" ha aggiunto ancora, elevando "il Ristoro" - il convitto per le lavoratrici straniere della RSA Villa Serena realizzato all'interno dell'ex scuola dell'infanzia della frazione - come "buona pratica di Chiesa delle genti" ed ultimo lascito del fratello alla comunità, opera accolta però - ha tenuto a sottolineare - da taluni "con silenzio sconfinato nell'indifferenza che hanno contribuito a appesantire la sua già umiliante condizione di malato". E proprio alla patologia che, in maniera aggressiva, lo ha colpito sfiancandolo, ha fatto riferimento, nella sua missiva giunta dal Perù, l'Arcivescovo Mario Delpini, che pur lontano, non ha voluto far mancare un pensiero di vicinanza, parlando di don Brizzolari come di un sacerdote fedele e colto, generoso fino alla prodigalità, quasi un curato d'altri tempi. Ma capace di una "preghiera moderna, non bigotta" come aggiunto, nell'omelia, da monsignor Severino Pagani, compagno di messa, che ha tratteggiato don Roberto, partendo da tre esercizi spirituali - memoria, riconoscenza e fedeltà - come un amico dotato di una simpatia semplice, gioiosa, furba; uno studente animato già ai tempi da grande amore per le Sacre Scritture; un uomo "libero", che rispondeva alla sua coscienza e a Dio, capace di mettersi in rapporto con le altre persone; un prete fedele, di una religiosità che supera i tempi; un sacerdote "ora già partecipe alla vita eterna che ha la forma di una straordinaria comunione".
Il ricordo di don Roberto si è fatto poi corale con i diversi interventi sul finire della funzione, animata dalla corale parrocchiale e "impreziosita" altresì dalla preghiera - recitata nella loro lingua - proposta proprio da due operatrici indiane di Villa Serena, alloggiate a "Il Ristoro". "Lo ricordiamo nella sua serenità, molto attento al cambiamento sociale ed educativo" ha affermato il sindaco di Galbiate Pier Giovanni Montanelli. "Con la sua fede intima e genuina è stato testimone autentico del Vangelo" ha sostenuto poi il collega civatese Angelo Isella.
Attilio Tentori, per il consiglio affari economici, ha snocciolato tutte le opere compiute da don Brizzolari, chiosando però con un riferimento alla sua attenzione per gli ultimi, al "costruire una comunità formata da pietre vive". Stessa conclusione per Daniele Ferrari, per il consiglio pastorale, parlando di un sacerdote umile che ha saputo e voluto stare in mezzo alla gente, sempre primo nel rinnovare la tessera ACLI, sempre pronto a indossare la maglietta dell'oratorio feriale come a far visita ai ragazzi del catechismo, capace di riporre fiducia nei volontari, oltre che guida in tutte le gite, forte di una grande passione per l'arte, trasmessa anche insegnando a fermarsi in un mondo che corre...
Ricordato, infine, come recentemente don Roberto avesse espresso il desiderio di tornare a dire messa a Vergano. "Ti stiamo ancora aspettando, come ti aspettiamo tutti i sabati a Villa" la commuovente conclusione, con riferimento all'appuntamento settimanale, voluto per programmare le attività parrocchiali ma anche e soprattutto come momento di dialogo.
"Tutti noi ti dedicheremo un gesto di memoria" ha assicurato, monsignor Angelo, rivolgendosi al fratello, prima di scortare amorevolmente il feretro nell'ultimo viaggio terreno, rinnovando altresì l'appuntamento per il 4 ottobre, con la riflessione per la Madonna del Rosario già preparata da don Roberto che, anche così, confermerà nuovamente il suo continuare a esserci per la sua gente, per la sua Villa Vergano.
Come era facilmente prevedibile - tanto che erano state preparate all'esterno diverse file di sedie, risultate comunque non sufficienti per mettere tutti a sedere - la piccola chiesa della frazione galbiatese non è riuscita ad accogliere i tantissimi intervenuti alla cerimonia, presieduta dal Vescovo Franco Agnesi, Vicario generale dell'Arcidiocesi di Milano affiancato all'altare dal Vescovo Vincenzo Di Mauro, dal Vicario episcopale della nostra zona Monsignor Gianni Cesena e da svariati altri sacerdoti, parroci (attuali ed emeriti) del territorio, ma non solo, che hanno voluto tributare un ultimo omaggio al collega 75enne, stringendosi al contempo al fratello, monsignor Angelo Brizzolari, già collaboratore del cardinal Martini e del cardinal Tettamanzi.
"Porto a tutti l'ultima benedizione di don Roberto" ha detto, prendendo la parola solo alla fine della cerimonia, lo stesso don Angelo, ricordando così, con finezza, tutte le componenti della comunità di Villa Vergano, chiedendo poi, con commozione, al fratello, "ora che hai varcato la soglia dell'Eternità", di salutare per lui papà, mamma e la cara zia Pina, ringraziandoli per i loro insegnanti di vita; i cari preti di Civate, "che ci hanno educato ad amare e a prenderci cura del bene comune", ha aggiunto ancora, con riferimento alle origini; agli educatori del seminario, citando poi chi, negli anni difficili della contestazione giovanile, ha aiutato lui e Roberto a non vacillare.
"Tutti piangiamo un pastore dal cuore integro che ci ha guidato con sapienza" ha aggiunto ancora, elevando "il Ristoro" - il convitto per le lavoratrici straniere della RSA Villa Serena realizzato all'interno dell'ex scuola dell'infanzia della frazione - come "buona pratica di Chiesa delle genti" ed ultimo lascito del fratello alla comunità, opera accolta però - ha tenuto a sottolineare - da taluni "con silenzio sconfinato nell'indifferenza che hanno contribuito a appesantire la sua già umiliante condizione di malato". E proprio alla patologia che, in maniera aggressiva, lo ha colpito sfiancandolo, ha fatto riferimento, nella sua missiva giunta dal Perù, l'Arcivescovo Mario Delpini, che pur lontano, non ha voluto far mancare un pensiero di vicinanza, parlando di don Brizzolari come di un sacerdote fedele e colto, generoso fino alla prodigalità, quasi un curato d'altri tempi. Ma capace di una "preghiera moderna, non bigotta" come aggiunto, nell'omelia, da monsignor Severino Pagani, compagno di messa, che ha tratteggiato don Roberto, partendo da tre esercizi spirituali - memoria, riconoscenza e fedeltà - come un amico dotato di una simpatia semplice, gioiosa, furba; uno studente animato già ai tempi da grande amore per le Sacre Scritture; un uomo "libero", che rispondeva alla sua coscienza e a Dio, capace di mettersi in rapporto con le altre persone; un prete fedele, di una religiosità che supera i tempi; un sacerdote "ora già partecipe alla vita eterna che ha la forma di una straordinaria comunione".
Il ricordo di don Roberto si è fatto poi corale con i diversi interventi sul finire della funzione, animata dalla corale parrocchiale e "impreziosita" altresì dalla preghiera - recitata nella loro lingua - proposta proprio da due operatrici indiane di Villa Serena, alloggiate a "Il Ristoro". "Lo ricordiamo nella sua serenità, molto attento al cambiamento sociale ed educativo" ha affermato il sindaco di Galbiate Pier Giovanni Montanelli. "Con la sua fede intima e genuina è stato testimone autentico del Vangelo" ha sostenuto poi il collega civatese Angelo Isella.
Attilio Tentori, per il consiglio affari economici, ha snocciolato tutte le opere compiute da don Brizzolari, chiosando però con un riferimento alla sua attenzione per gli ultimi, al "costruire una comunità formata da pietre vive". Stessa conclusione per Daniele Ferrari, per il consiglio pastorale, parlando di un sacerdote umile che ha saputo e voluto stare in mezzo alla gente, sempre primo nel rinnovare la tessera ACLI, sempre pronto a indossare la maglietta dell'oratorio feriale come a far visita ai ragazzi del catechismo, capace di riporre fiducia nei volontari, oltre che guida in tutte le gite, forte di una grande passione per l'arte, trasmessa anche insegnando a fermarsi in un mondo che corre...
Ricordato, infine, come recentemente don Roberto avesse espresso il desiderio di tornare a dire messa a Vergano. "Ti stiamo ancora aspettando, come ti aspettiamo tutti i sabati a Villa" la commuovente conclusione, con riferimento all'appuntamento settimanale, voluto per programmare le attività parrocchiali ma anche e soprattutto come momento di dialogo.
"Tutti noi ti dedicheremo un gesto di memoria" ha assicurato, monsignor Angelo, rivolgendosi al fratello, prima di scortare amorevolmente il feretro nell'ultimo viaggio terreno, rinnovando altresì l'appuntamento per il 4 ottobre, con la riflessione per la Madonna del Rosario già preparata da don Roberto che, anche così, confermerà nuovamente il suo continuare a esserci per la sua gente, per la sua Villa Vergano.
A.M.