Lecco Pride, sul palco: una ragazzina transgender e la mamma si raccontano. 'Ho avuto paura di non poter essere chi sono'

Il testimone di mamma Cinzia e la sua G., salite sul palco lo scorso anno, è stato raccolto da mamma Silvia e la sua Z., ancor più piccina, non avendo ancora compiuto 15 anni. Poco più di una bambina, anagraficamente. Una bambina nata bambino.
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Z. sul palco con mamma Silvia

“Nonostante il genere maschile che mi è stato assegnato alla nascita, io sono sempre stata Z” ha esordito sabato pomeriggio dinnanzi alla piazza piena di partecipanti al quarto Lecco Pride, trasformatosi anche quest'anno in vetrina per storie di coraggio. “Già quando avevo 3-4 anni non mi riconoscevo come maschio, ma non capivo bene cosa succedesse in me. Con il passare degli anni sentivo sempre più forte il mio essere donna” ha argomentato Z., fasciata dalla bandiera azzurra e rosa diventata vessillo delle persone transgender, dimostrando grande maturità. “Ho sofferto tanto, ero costantemente triste e chiusa in camera. Quello era l'unico posto in cui mi sentivo libera di essere chi sono sempre stata. All'età di 12 anni –  ha aggiunto ancora, arrivando a commuoversi per poi farsi forza e ricominciare a leggere quelle due paginette preparate per condividere la propria storia con i 3.500 partecipanti al Pride - non riuscendo più a essere invisibile ho trovato il coraggio di fare il mio coming out con mia mamma. Le ho detto: “mamma io sono una femmina”. Mi sono sentita subito più leggera, totalmente capita e accettata. Da subito la mamma ha cercato di informarsi su cosa avremmo dovuto fare e io ho mosso i miei primi passi verso la felicità. Ho iniziato il mio percorso al Careggi di Firenze, oggi sotto attacco, la mia seconda casa, dove ho trovato dottoresse che mi hanno preso per mano e mi hanno portato, con impegno, a capire cosa volessi fare. Oggi sono finalmente felice e voglio essere libera di essere chi sono, voglio essere Z. perché è un mio diritto esserlo, perché questo mio percorso non fa del male a nessuno. Ma, forse, per il nostro Governo è più meritevole di essere libera una persona che va in giro con il ferro in tasca che una la triptorelina in corpo” ha affermato, tra gli applausi della piazza, citando il farmaco che blocca la pubertà, finito nel mirino per l'appunto del Governo, citato anche da mamma Silvia nel suo appassionato monologo, rivolto non solo a sua figlia ma anche a tutti i presenti.
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“Sono qui a parlarvi di emozioni, felicità e di vita” il suo esordio, ritornando a quel 2 giugno 2022, giorno del coming out di Z. “Tantissime persone mi hanno detto "immagino Silvia sia stata una doccia fredda", altri "oddio che tragedia", altri ancora "Silvia, ti sono vicina, mi dispiace". Ora doccia fredda? Tragedia? Dispiacere? A tutti ho risposto "finalmente ho capito la sofferenza di mia figlia, il perché di tanti suoi atteggiamenti, finalmente vedrò mia figlia vivere" ha chiarito subito la donna, ricevendo l'applauso convinto del suo (variegato) pubblico.  
“Ho voluto tuffarmi completamente nel mondo delle persone transgender, per capire questa realtà. Non mi bastava capire cosa fosse l'incongruenza di genere, che io amo chiamare euforia di genere. Volevo vivere queste persone, la loro quotidianità e capire le loro difficoltà. La realtà trans è una meravigliosa realtà che porta con se' tanta sofferenza e la continua lotta per l'accettazione. Prima di se' e poi sociale. Cosa sto cercando di far capire a mia figlia? Ora dirò a ogni persona qui presente oggi quello che ogni giorno dimostro e dico a mia figlia, perché è guidare con l'esempio quello che fa la differenza. Come dice Gandhi, sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Ora parlerò al singolare, come se fossi la mamma di ognuno di voi. Viviamo in una realtà che vuole tu sia ciò che lei stessa vuole farti credere di essere. Ti svelo un enorme segreto – ha proseguito Silvia - sei qui oggi puoi respirare, se il tuo cuore sta battendo è perché sei vivo sie viva, hai uno grande scopo che solo tu puoi compiere, perché sei un essere unico e inimitabile. Nessuno è come te, mettitelo in testa. Non permettere alla società di convincerti che essere come vuoi essere è sbagliato. La verità è che tu sei una persona libera di esprimere il tuo essere meravigliosamente unico. Ma ascoltami bene, il primo vero passo verso questa libertà, quella che per noi è la vera libertà, è quello di sentirti una persona libera, per prima cosa, nella tua testa e nella tua anima, Altrimenti non potrai mai esserlo. Lo so cara Z., tante volte avrai voglia di mollare, ma prima di farlo fermati un attimo e pensa al motivo per il quale hai resistito fino a questo momento. La paura più grande che ti porta a mollare tendenzialmente è inciampare nella cattiveria delle persone, ma lascia che ti dica un'altra cosa. In passato ho trascorso il mio tempo a chiedermi il perché di tanta cattiveria nelle persone, me lo sono chiesta perché io a 12 anni ho subito un abuso (…). Oggi ho la consapevolezza che la cattiveria arriva da un malessere interiore, dalla frustrazione e dal non riconoscersi come essere unici. Siate unici” ha scandito bene mamma Silvia, rivolgendosi a tutti i ragazzi presenti in piazza. “Sai cosa devi fare? Ama profondamente le persone che ti odiano, amale profondamente, sii l'esempio dell'inclusione che vuoi vedere ogni giorno. Non accontentarti di essere come gli altri, fai vedere la tua vera essenza e ispira ogni persona a fare lo stesso ogni singolo giorno. Tutta la tua vita cambia nel momento in cui tu decidi di andare oltre la mediocrità. La decisione che determina chi sarai per il resto della tua vita sai qual è? E' la decisione che oggi è il giorno più importante della tua vita e che il presente è l'unico momento che puoi vivere. E' l'unico momento nel quale puoi fare qualcosa che faccia davvero la differenza. Ciò che è determinante è ciò che diventi ogni giorno. Sono le scelte che fai, sono le azioni che intraprendi. E allora lascia che ogni attimo sia quell'oggi da vivere, quell'oggi per sceglierti. Scegli di sceglierti ogni giorno. E inizia esattamente ora, adesso. fallo adesso, non aspettare”.
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Non sono mancati anche da parte di Silvia, affondi al Governo, tacciato, proprio in riferimento ai farmaci che bloccano la pubertà, di “negare la felicità a persone come mia figlia per pura ideologia politica”, ribadendo poi dal palco del Lecco Pride anche l'importanza delle carriere alias.
“Come diceva Jung: quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere persone libere. La scuola, oltre al compito di istruire le persone ha e deve avere il compito di contribuire alla loro formazione. Deve diffondere i valori fondamentali di una società inclusiva e soprattutto accogliente delle differenze. Noi tutti qui presenti abbiamo in comune una cosa: aver capito che esiste la possibilità di agire per cambiare la direzione della nostra esistenza. Fatelo oggi, non domani” l'appello finale, con di fianco la sua Z., pronta a ribadire: “Per anni ho avuto brutti pensieri, ho avuto paura di non poter essere chi sono. Non volevo vivere, se non potevo essere Z.
Ora vedo un futuro e ho finalmente trovato l'amore per la vita che prima non conoscevo. Sono determinata a non permettere a nessuno di riportarmi al punto di partenza. E se questo dovesse dire andare via dal mio Paese, bhe lo farò perché non esiste nulla di più importante della mia felicità. La vita è breve e io viverla al massimo delle mie possibilità. Z. esiste e come ogni persona ha diritti che non devono essere violati”.

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