Lecco: anche l'opposizione a Rancio, emergenza parcheggi al centro. 'Prima i residenti'

Quel parcheggio non si può fare e non si farà. Ma anche se fosse realizzato, anziché risolverli, aggraverebbe ulteriormente i problemi di Rancio. Nella stessa sede del gruppo alpini Monte Medale in via Paradiso, dove poco di un mese fa il sindaco Mauro Gattinoni e la giunta comunale avevano presentato la proposta di un privato per la realizzazione di un nuovo posteggio sopra il lavatoio di via Bonaiti, i consiglieri comunali di minoranza hanno incontrato i cittadini per parlare delle esigenze del quartiere. Con la discussione naturalmente monopolizzata dai problemi della sosta, dal progetto di via Bonaiti e dalle eventuali alternative.
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Partendo appunto dal presupposto che quel nuovo parcheggio (16 box in vendita e 38 posti-auto pubblici) non potrà mai essere realizzato. Perché situato in “zona rossa” e cioè nell’area di sicurezza per le frane del monte San Martino dove il piano di governo del territorio – il documento con il quale si programma lo sviluppo urbanistico della città – esclude qualsiasi intervento edilizio.
All’incontro sono intervenuti Peppino Ciresa (il candidato sindaco del centrodestra alle ultime elezioni), Filippo Boscagli (Fratelli d’Italia), Cinzia Bettega (Lega Nord), Corrado Valsecchi (Appello per Lecco), Emilio Minuzzo, Lorella Cesana e Simone Brigatti (Lecco merita di più – Lecco ideale).
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Peppino Ciresa
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Corrado Valsecchi
E’ stato Valsecchi a sottolineare l’impraticabilità della proposta di realizzare quel nuovo parcheggio. A meno che non si proceda a una variante del piano di governo del territorio che è un procedimento complesso. «Ma soprattutto – ha aggiunto – a firmare quella variante non è l’assessore, ma il dirigente e voglio vedere quale dirigente sia disposto a metterci la firma» con l’evidente riferimento alla grande responsabilità per un’autorizzazione di un’opera in una zona di particolare criticità con tutto quel che comporterebbe, anche dal punto di vista penale, in caso di eventuali calamità.
Da parte loro, i rappresentanti dell’opposizione non hanno portato proprie proposte già confezionate, «non siamo venuti a vendervi qualcosa – ha detto Minuzzo – ma ad ascoltare, a raccogliere le vostre proposte».
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Cinzia Bettega
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Simone Brigatti
A partire proprio dai pareri sul parcheggio di via Bonaiti. Per il quale «i tempi sono comunque lunghi – ha detto Bettega - Il progetto non c’è ancora ed è tutto ancora molto vago».  Come ancora vago è il costo dei singoli box, considerato che solo la loro vendita completa è in grado di sostenere finanziariamente l’intera operazione. Cifre reali non ci sono: si erano ipotizzati 30mila euro per box, ma ieri sera si è parlato anche di 40mila. Con il rischio che per i costi troppo elevati, i box possano restare invenduti e quindi il progetto possa naufragare. Com’è successo a Falghera – ha ricordato Ciresa – dove era stato ipotizzato un analogo intervento ma il prezzo eccessivo dei box (35mila euro) aveva tenuto alla larga i compratori e quindi non se n’è fatto nulla.
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Senza contare che l’eventuale realizzazione della struttura aggraverebbe appunto i problemi del rione: ne hanno parlato Fabio Dadati, albergatore a Malgrate ma abitante a Rancio, e il consigliere regionale leghista Mauro Piazza. Un nuovo parcheggio attirerà ancora più auto, ingolfando ulteriormente via Quarto. E non va dimenticato – è stato aggiunto – che i posti auto pubblici in più non saranno realmente i 38 promessi. Perché per consentire la svolta delle auto all’ingresso di quel parcheggio dovranno essere aboliti alcuni posti-auto di quelli esistenti tra il cimitero e il lavatoio.
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Filippo Boscagli
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Emilio Minuzzo
Quindi sono necessarie alternative: la realizzazione di una zona a traffico limitato a ridosso del cimitero con posteggi riservati ai residenti, la revisione del collegamento con il bus urbano utilizzando mezzi più piccoli se non addirittura abolendo la fermata e quindi guadagnare lo slargo del capolinea per realizzare altri stalli. In aggiunta, l’ipotesi allo studio di utilizzare un’area di circa 200 metri quadri concessa dalla Fondazione Brandolese (a cui fanno riferimento le scuole private Scola, Kolbe e Leopardi) con l’abbattimento di un muro e la realizzazione di parcheggi a spina di pesce con la possibilità di ricavare una trentina di posti. Soluzione che deve fare i conti con alcuni problemi di carattere normativo relativi agli spazi di manovra delle auto. «Ma è una questione di volontà politica – è stato detto - Volendo, la soluzione si trova».
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Lorella Cesana
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Fabio Dadati
Come di volontà politica – ha aggiunto Piazza – è la questione relativa alla riqualificazione dell’area dell’ex Vellutificio Redaelli nella parte bassa di Rancio: «Ho letto che per quell’intervento sono previsti solo 10 posti-auto: direi che sia semplicemente offensivo. La riconversione dell’ex vellutificio, infatti, è l’unica occasione storica per risolvere un problema e non può essere sprecata». E allora – il suggerimento di Dadati – si scava e si realizza un parcheggio per due o trecento auto.
Che può essere punto di riferimento per gli escursionisti diretti ai sentieri del monte San Martino, la cui alta affluenza è una delle cause del caos viabilistico nei fine settimana, soprattutto alla domenica. Con una ricaduta sui cittadini di Rancio. Che oltre ad avere difficoltà a trovare un parcheggio, fanno pure i conti con le contravvenzioni della polizia locale che intensifica i controlli proprio nei fine settimana. E infatti, su questi controlli, dal pubblico si è levato qualche malumore. Sottolineando anche che servirebbero più controlli dei vigili all’orario di entrata e uscita delle scuole, quando le auto dei genitori che accompagnano i figli creano altro caos.
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E comunque – il messaggio lanciato dall’opposizione ai cittadini presenti – gli abitanti del quartiere devono venire prima degli altri, escursionisti e turisti. Prima di tutto bisogna pensare ai parcheggi per i residenti. Anche se – è stato rilevato dal pubblico – qualche scetticismo c’è, visto che il tema è sul tavolo da anni e nulla ancora si è visto.
Parcheggi, dunque, a farla da padrone nella serata che pure serviva anche per mettere a fuoco altre esigenze. E c’è chi ne ha avanzate. La sicurezza, per esempio: in via Quarto le auto corrono veloci rischiando di investire chi cammina ed evita il marciapiede che è sporco per la troppa maleducazione ma anche perché nessuno pulisce. Ma anche la sicurezza nelle proprie case, perché il quartiere è spesso preso di mira dai ladri e molte abitazioni hanno ottenuto visite indesiderate «e quando usciamo siamo costretti a sprangare porte e finestre».
D.C.
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