Da Villa Monastero e Castello di Fuentes tracce archeologiche di eccezionale valore

La valorizzazione dei cocci settecenteschi provenienti dal castello di Fuentes a Colico e ritrovate in una circostanza tutto sommato fortunosa, ma anche una preziosa collezione archeologica destinata ad arricchire la Villa Monastero a Varenna. Due iniziative destinate a impreziosire le collezioni museali della provincia lecchese sono state illustrate nel corso di un incontro tenutosi a Villa Locatelli, sede dell’amministrazione provinciale, con l’intervento della presidente Alessandra Hofmann, della conservatrice della villa varennese Anna Ranzi, del soprintendente Giuseppe Stolfi e dell’archeologa Anna Maria Sbriglio.
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Dei cocci di Fuentes si era già parlato nel novembre scorso quando era stato annunciato il ritrovamento avvenuto nel corso del 2022. Erano conservati in ottanta cassette della frutta: ''Si tratta di ceramica sei-settecentesca – ha spiegato Sbriglio – in linea con la vita del forte. Era vasellame da mensa utilizzato dai soldati nella loro vita quotidiana che, una volta rotto, era stato gettato in un butto, una sorta di discarica, e proprio per questo conservatosi. Sono reparti che consentiranno di approfondire le ricerche sulle ceramiche di quel periodo nella regione. Ancora c’è poco, potremo scoprire di più sui menù del forte ma anche sugli scambi culturali, individuando i centri di produzioni di quelle ceramiche''.
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Il materiale è stato recuperato dai tecnici della Soprintendenza con un intervento sostenuto da un contributo della Banca cooperativa Valsassina. E’ stato effettuato un opportuno lavaggio e si è proceduto, laddove possibile, a una ricomposizione parziale o integrale delle stoviglie. Prossimamente si procederà al restauro vero e proprio e allo studio preliminare per la valorizzazione dei reperti. L’assicurazione è che resteranno nel territorio lecchese, anche se per il momento il museo che li potrà accogliere non è ancora stato individuato.

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Per quanto riguarda la collezione archeologica destinata a Villa Monastero, invece, si tratta di duecento tra vasi e altre suppellettili assemblate da Alceo Cattalochino, un generale dell’esercito italiano nato a Terni nel 1863, vissuto a Sassari e morto nella prima guerra mondiale, sul fronte dell’Isonzo, il 27 agosto 1917. Nel corso della sua vita, Cattalochino aveva raccolto duecento pezzi provenienti dall’ambito appulo (la Puglia di un tempo) e risalenti a un periodo compreso tra il VII e III secolo avanti Cristo, una corposa serie di buccheri etruschi che rappresentano i due terzi dell’intera collezione, nonché vetri e due teste in marmo dell’epoca romana.
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Passati di erede in erede sono infine arrivati allo Stato in virtù della legislazione che prevede la proprietà pubblica di un certo tipo di reperti. Gli ultimi eredi del generale hanno quindi consegnato il materiale alla Soprintendenza, augurandosi che potesse essere esposto in un museo. In effetti – ha spiegato Stolfi – sarebbe stato un tradimento lasciare quegli oggetti in un magazzino ed è quindi stata avviata la ricerca di una possibile sede espositiva: la Provincia di Lecco si è fatta avanti proponendo appunto la Villa Monastero. ''E’ stata un’autentica emozione – ha affermato Hofmann – vedere quella collezione ed è emozionante poterla conservare sul nostro territorio''.
Proprio a questo scopo, nel corso dell’incontro di Villa Locatelli è stato firmato il protocollo d’intesa tra Soprintendenza e Provincia.
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Il progetto è stato finanziato con il sostegno della Fondazione Cariplo. Le opere di restauro, effettuate nei laboratori della stessa Soprintendenza, sono quasi terminate. Si è proceduto a un intervento “leggero”, vale a dire alla semplice pulizia per lasciare integri anche i lavori di restauro effettuati precedentemente quali testimonianze della storia dei vari oggetti.
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La collezione sarà esposta in alcuni spazi di nuovo allestimento da realizzare nella villa varennese. Si prevede la ristrutturazione parziale dell’ultimo piano dell’edificio, fino a oggi utilizzato per uffici e centro congressi). I lavori dovrebbero durare un anno circa. Si conta di poter inaugurare il nuovo museo e quindi aprirlo al pubblico nella primavera del 2025.
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D.C.
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