Muore e lascia in eredità dei 'cocci': si scopre che arrivano dal Forte di Fuentes
Cocci di stoviglie del XVII e del XVIII secolo scovati al forte di Fuentes: recuperati e ripuliti saranno esposti in una sede museale lecchese ancora da individuare. Del ritrovamento si è parlato nel corso di una conferenza stampa convocata dalla Provincia per fare il punto sugli interventi per i musei del territorio e i riflessi sul turismo.
Successive verifiche hanno accertato la provenienza dei cocci appunto dal forte di Fuentes dove è stato individuato quello che in gergo viene definito “butto”, non altro che una pattumiera d’altri tempi dove appunto si gettavano gli oggetti ormai inservibili.
Si tratta di frammenti di vario tipo (ceramiche con graffiti e disegni, maioliche invetriate) in buona parte ricomponibili. Il materiale raccolto è ora conservato alla Sovrintendenza ed è in corso l’intervento di ripulitura e inventariazione e, quando possibile, la ricomposizione.
L’intervento ha visto coinvolto il Museo della guerra bianca che gestisce la fortezza colichese risalente al Seicento, grazie anche a un contributo economico della Banca della Valsassina.
Come detto, una volta completato il restauro, le vecchie stoviglie o quanto ne rimane saranno collocate in un museo del territorio. Mentre si immagina la possibilità di avviare ulteriori scavi con la speranza di ritrovare altri reperti di un certo interesse.
Alla conferenza stampa erano presenti la presidente provinciale Alessandra Hofmann, la direttrice del Sistema museale Anna Ranzi, il direttore della banca valsassinese Giovanni Combi.
Nell’occasione è stato anche presentato un primo bilancio del sito web “Lecco Heritage” e della campagna di marketing avviata sui vari “social”. A breve, inoltre, partirà il progetto per l’inclusione, vale a dire per la messa a punto di interventi che garantiscano l’accesso e soprattutto la fruizione da parte di disabili o non vedenti con la connessa preparazione di operatori. Ne ha parlato Antonio Bossi della cooperativa Elianto che ha programmato un anno di lavoro.
I cocci di Fuentes sono stati ritrovati nel mese di settembre in maniera singolare. Dopo la morte di una persona, i famigliari hanno rinvenuto tra le cose da riordinare anche alcune casse contenenti quei frammenti misteriosi. Proprio la cura con la quale erano custoditi li ha insospettiti e anziché gettare tutto in una discarica si sono rivolti alle autorità.
Successive verifiche hanno accertato la provenienza dei cocci appunto dal forte di Fuentes dove è stato individuato quello che in gergo viene definito “butto”, non altro che una pattumiera d’altri tempi dove appunto si gettavano gli oggetti ormai inservibili.
Si tratta di frammenti di vario tipo (ceramiche con graffiti e disegni, maioliche invetriate) in buona parte ricomponibili. Il materiale raccolto è ora conservato alla Sovrintendenza ed è in corso l’intervento di ripulitura e inventariazione e, quando possibile, la ricomposizione.
L’intervento ha visto coinvolto il Museo della guerra bianca che gestisce la fortezza colichese risalente al Seicento, grazie anche a un contributo economico della Banca della Valsassina.
Come detto, una volta completato il restauro, le vecchie stoviglie o quanto ne rimane saranno collocate in un museo del territorio. Mentre si immagina la possibilità di avviare ulteriori scavi con la speranza di ritrovare altri reperti di un certo interesse.
Alla conferenza stampa erano presenti la presidente provinciale Alessandra Hofmann, la direttrice del Sistema museale Anna Ranzi, il direttore della banca valsassinese Giovanni Combi.
Nel corso della conferenza stampa, inoltre, sono stati forniti anche i dati sull’affluenza dei visitatori nei musei del Sistema provinciale nel corso del 2023: ci si attesta per il momento a quota 720mila visitatori anche se dalla cifra sono esclusi i musei comunali della città di Lecco e un’altra decina di strutture per le quali i dati non sono ancora disponibili. Naturalmente in testa vi sono la Villa Monastero di Varenna con 257mila ingressi e l’Orrido di Bellano con 240mila. Distanziati, il lago di Sartirana (50mila), le sedi museali del Monte Barro (30mila), il museo della cultura contadina di Colico (25mila).
Nell’occasione è stato anche presentato un primo bilancio del sito web “Lecco Heritage” e della campagna di marketing avviata sui vari “social”. A breve, inoltre, partirà il progetto per l’inclusione, vale a dire per la messa a punto di interventi che garantiscano l’accesso e soprattutto la fruizione da parte di disabili o non vedenti con la connessa preparazione di operatori. Ne ha parlato Antonio Bossi della cooperativa Elianto che ha programmato un anno di lavoro.
D.C.