Bellano: il 18enne Aaron racconta la sua tournée in Cina
Non ha certo perso tempo Aaron Poncia che, dopo essere tornato dalla sua prima esperienza lavorativa all’estero come violinista di un’orchestra ha subito ripreso sia la scuola che le prove al Conservatorio.
Domenica scorsa il suo volo è atterrato in Italia alle 10.30 e lunedì il 18enne bellanese si è presentato al Liceo Musicale Grassi, accolto da una ovazione dei suoi compagni.
Partito il 23 dicembre per Pechino è arrivato a destinazione solo nel giorno di Natale, dopo un viaggio molto lungo e travagliato, come lui stesso lo definisce. Solo in quel momento Aaron si è reso “che l’avventura stava iniziando”.A Wuhan il giovane ha incontrato poi il maestro Roberto Gianola, suo concittadino, professionista di fama internazionale che lo ha scelto per questa tournée cinese e gli altri componenti dell'orchestra, divenuti poi colleghi per i successivi 40 giorni.
Quali differenze hai notato nei teatri cinesi?
Innanzitutto, i teatri sono enormi e bellissimi ma in alcuni, a causa delle ordinanze emesse per cercare di contenere lo smog, non si può accendere il riscaldamento. All’interno fa freddo.
Parliamo di una capienza di duemila o anche tremila persone, molto più gradi del Teatro alla Scala di Milano, per avere un’idea della loro grandezza.
C'era molto pubblico?
Si, soprattutto all’inizio, devo dire che c’è stato il pienone. Il nostro programma ha previsto una durata di circa un’ora e mezza, dalle 20 e alle 21,30 circa.
Siamo soliti vedere i concerti di musica lirica, soprattutto da noi, con un pubblico molto composto, era lo stesso anche in Cina?
I cinesi hanno una concezione diversa dalla nostra dei concerti. Innanzitutto succedeva di tutto durante la nostra esibizione, dal tossire a fare altri rumori e al termine, niente applauso. In alcune occasioni però c’è stato un tifo quasi da stadio, con i fan che si fermavano dopo l’esecuzione e chiedevano autografo e foto.
Per quanto riguarda i musicisti che suonavano con te invece, da dove provenivano?
Alcuni italiani provenivano dall’orchestra di Limbiate, dall’ex Como Lake Filarmonica di Roberto Gianola nonché da Genova e Parma. C'erano poi anche spagnoli e venezuelani.
Con loro hai trascorso anche il tempo libero?
Si, nei momenti liberi dagli impegni musicali, abbiamo sfruttato il tempo per girare e vedere il più possibile. Dormivo solo 5 ore a notte proprio per non perdere nulla di questa grande opportunità che mi è stata offerta.
Le maggiori difficoltà riscontrate quali sono state?
All’inizio, ambientarmi in un nuovo gruppo (Aaron era il più giovane, ndr). Ma i miei compagni hanno capito e mi hanno dato sin da subito sostegno.
Anche relazionarsi con i locali, che spesso non parlano nemmeno inglese, non è stato facile: all'inizio non capisci tante cose, anche relativamente ai loro ritmi come il rigore assoluto per rispettare gli orari. Una volta ci siamo presentati alle prove di un concerto in ritardo di tre minuti: per loro è stato un fatto gravissimo, ma non era stata nemmeno colpa nostra. Non ci era stata aperta la porta...Molti spostamenti durante il tuo viaggio, diversi mezzi di trasporto e tanti alberghi cambiati, hai sentito la stanchezza al tuo ritorno?
E’ stata senz’altro una bella esperienza che non mi ha fatto pesare la fatica del viaggio e mi ha lasciato, oltre la possibilità di visitare luoghi affascinanti, dal punto di vista musicale, la possibilità di collaborare con persone preparatissime, affrontare un repertorio impegnativo, che avevo provato prima della partenza... poi certo eseguirlo sul palco, con un'orchestra, è altra cosa...
Sei pronto quindi a nuove esperienze del genere? Ovviamente dopo aver affrontato la maturità a giugno. Quali prospettive hai per il tuo futuro?
Voglio continuare con il Conservatorio, magari entrando in quello di Lugano, che vanta artisti di altissimo livello ed è un ottimo luogo di studi. Mi piacerebbe anche entrare all’Accademia Stauffer di Cremona, questo però dopo che avrò il tempo per prepararmi bene per l’audizione, indispensabile per accedere. Vorrei anche iniziare a fare dei concorsi solistici, importanti per il mio futuro.
Tanti i progetti del bellanese che lo porteranno senz’altro lontano.
Domenica scorsa il suo volo è atterrato in Italia alle 10.30 e lunedì il 18enne bellanese si è presentato al Liceo Musicale Grassi, accolto da una ovazione dei suoi compagni.
Partito il 23 dicembre per Pechino è arrivato a destinazione solo nel giorno di Natale, dopo un viaggio molto lungo e travagliato, come lui stesso lo definisce. Solo in quel momento Aaron si è reso “che l’avventura stava iniziando”.A Wuhan il giovane ha incontrato poi il maestro Roberto Gianola, suo concittadino, professionista di fama internazionale che lo ha scelto per questa tournée cinese e gli altri componenti dell'orchestra, divenuti poi colleghi per i successivi 40 giorni.
Quali differenze hai notato nei teatri cinesi?
Innanzitutto, i teatri sono enormi e bellissimi ma in alcuni, a causa delle ordinanze emesse per cercare di contenere lo smog, non si può accendere il riscaldamento. All’interno fa freddo.
Parliamo di una capienza di duemila o anche tremila persone, molto più gradi del Teatro alla Scala di Milano, per avere un’idea della loro grandezza.
C'era molto pubblico?
Si, soprattutto all’inizio, devo dire che c’è stato il pienone. Il nostro programma ha previsto una durata di circa un’ora e mezza, dalle 20 e alle 21,30 circa.
Siamo soliti vedere i concerti di musica lirica, soprattutto da noi, con un pubblico molto composto, era lo stesso anche in Cina?
I cinesi hanno una concezione diversa dalla nostra dei concerti. Innanzitutto succedeva di tutto durante la nostra esibizione, dal tossire a fare altri rumori e al termine, niente applauso. In alcune occasioni però c’è stato un tifo quasi da stadio, con i fan che si fermavano dopo l’esecuzione e chiedevano autografo e foto.
Per quanto riguarda i musicisti che suonavano con te invece, da dove provenivano?
Alcuni italiani provenivano dall’orchestra di Limbiate, dall’ex Como Lake Filarmonica di Roberto Gianola nonché da Genova e Parma. C'erano poi anche spagnoli e venezuelani.
Con loro hai trascorso anche il tempo libero?
Si, nei momenti liberi dagli impegni musicali, abbiamo sfruttato il tempo per girare e vedere il più possibile. Dormivo solo 5 ore a notte proprio per non perdere nulla di questa grande opportunità che mi è stata offerta.
Le maggiori difficoltà riscontrate quali sono state?
All’inizio, ambientarmi in un nuovo gruppo (Aaron era il più giovane, ndr). Ma i miei compagni hanno capito e mi hanno dato sin da subito sostegno.
Anche relazionarsi con i locali, che spesso non parlano nemmeno inglese, non è stato facile: all'inizio non capisci tante cose, anche relativamente ai loro ritmi come il rigore assoluto per rispettare gli orari. Una volta ci siamo presentati alle prove di un concerto in ritardo di tre minuti: per loro è stato un fatto gravissimo, ma non era stata nemmeno colpa nostra. Non ci era stata aperta la porta...Molti spostamenti durante il tuo viaggio, diversi mezzi di trasporto e tanti alberghi cambiati, hai sentito la stanchezza al tuo ritorno?
E’ stata senz’altro una bella esperienza che non mi ha fatto pesare la fatica del viaggio e mi ha lasciato, oltre la possibilità di visitare luoghi affascinanti, dal punto di vista musicale, la possibilità di collaborare con persone preparatissime, affrontare un repertorio impegnativo, che avevo provato prima della partenza... poi certo eseguirlo sul palco, con un'orchestra, è altra cosa...
Sei pronto quindi a nuove esperienze del genere? Ovviamente dopo aver affrontato la maturità a giugno. Quali prospettive hai per il tuo futuro?
Voglio continuare con il Conservatorio, magari entrando in quello di Lugano, che vanta artisti di altissimo livello ed è un ottimo luogo di studi. Mi piacerebbe anche entrare all’Accademia Stauffer di Cremona, questo però dopo che avrò il tempo per prepararmi bene per l’audizione, indispensabile per accedere. Vorrei anche iniziare a fare dei concorsi solistici, importanti per il mio futuro.
Tanti i progetti del bellanese che lo porteranno senz’altro lontano.
Moira Acquistapace