Valmadrera: in chiesa l’ultimo saluto a Padre Mario Riva, un “missionario non convenzionale”
Si sono svolti questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate i funerali di Padre Mario Riva, missionario nativo di Valmadrera, mancato pochi giorni fa all’età di 95 anni.
“Chi lo ha conosciuto diceva sempre che Padre Mario era un missionario non convenzionale. Aveva la testa dura, un caratteraccio ma era un vero operatore di pace. Ha voluto bene agli africani, li ha considerati fratelli. Padre Mario non ha risparmiato fatiche e viaggi per coinvolgere quanta più gente possibile nel dare una mano all’Africa” ha ricordato Padre Renzo Piazza nell’omelia.
Oltre a lui, sull’altare erano presenti altri sei Padri Comboniani, compreso Padre Mario Malacrida, il quale ha presieduto la celebrazione. Forte, del resto, era il legame tra il missionario valmadrerese e l’istituto religioso. Basti pensare che Padre Mario Riva ha trascorso 71 dei suoi 95 anni da sacerdote e 45 di quei 71 anni in missione in Africa. Per la precisione, è stato per otto anni in Uganda, per cinque in Kenya e soprattutto per 32 anni in Sud Sudan.
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere. Ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” dice il Signore ai giusti nel brano di Vangelo di Matteo durante la cerimonia. “Padre Mario ha fatto proprio così” ha ricordato il missionario comboniano durante la predica, trasformata nel racconto di un ideale dialogo sulle porte del Paradiso tra il valmadrerese, ormai anziano, alcuni suoi amici, Pietro e Gesù. Tra gli amici, in particolare, era citata la figura di Madid, un piccolo africano di cinque anni perso nella savana e salvato da Padre Mario sul finire degli anni ’90. Ripreso più volte anche dalla RAI, quella storia contribuì a far conoscere il dramma del Sud Sudan. L’impegno del missionario per quel martoriato paese era proseguito fino all’età di novant’anni a sostegno di una comunità di suore che accoglievano ragazze in difficoltà o minacciate.
“Grazie a tutti coloro che sostengono i missionari e tengono vivo l’amore e l’affetto della comunità per questi sacerdoti e queste religiose. Sono piccole briciole che arrivano lontano e sfamano chi ha fame di Dio, quella fame che dà senso al nostro vivere qui sulla terra” ha ricordato il parroco don Isidoro Crepaldi al termine delle esequie. Dopodiché, i religiosi hanno accompagnato i familiari al cimitero di Via Manzoni per la conclusione del rito funebre.
“Chi lo ha conosciuto diceva sempre che Padre Mario era un missionario non convenzionale. Aveva la testa dura, un caratteraccio ma era un vero operatore di pace. Ha voluto bene agli africani, li ha considerati fratelli. Padre Mario non ha risparmiato fatiche e viaggi per coinvolgere quanta più gente possibile nel dare una mano all’Africa” ha ricordato Padre Renzo Piazza nell’omelia.
Oltre a lui, sull’altare erano presenti altri sei Padri Comboniani, compreso Padre Mario Malacrida, il quale ha presieduto la celebrazione. Forte, del resto, era il legame tra il missionario valmadrerese e l’istituto religioso. Basti pensare che Padre Mario Riva ha trascorso 71 dei suoi 95 anni da sacerdote e 45 di quei 71 anni in missione in Africa. Per la precisione, è stato per otto anni in Uganda, per cinque in Kenya e soprattutto per 32 anni in Sud Sudan.
“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere. Ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” dice il Signore ai giusti nel brano di Vangelo di Matteo durante la cerimonia. “Padre Mario ha fatto proprio così” ha ricordato il missionario comboniano durante la predica, trasformata nel racconto di un ideale dialogo sulle porte del Paradiso tra il valmadrerese, ormai anziano, alcuni suoi amici, Pietro e Gesù. Tra gli amici, in particolare, era citata la figura di Madid, un piccolo africano di cinque anni perso nella savana e salvato da Padre Mario sul finire degli anni ’90. Ripreso più volte anche dalla RAI, quella storia contribuì a far conoscere il dramma del Sud Sudan. L’impegno del missionario per quel martoriato paese era proseguito fino all’età di novant’anni a sostegno di una comunità di suore che accoglievano ragazze in difficoltà o minacciate.
“Grazie a tutti coloro che sostengono i missionari e tengono vivo l’amore e l’affetto della comunità per questi sacerdoti e queste religiose. Sono piccole briciole che arrivano lontano e sfamano chi ha fame di Dio, quella fame che dà senso al nostro vivere qui sulla terra” ha ricordato il parroco don Isidoro Crepaldi al termine delle esequie. Dopodiché, i religiosi hanno accompagnato i familiari al cimitero di Via Manzoni per la conclusione del rito funebre.
A.Bes.