Tagli alla disabilità, lo sfogo di Fontana (Uildm): 'Ignobile fare cassa con la sofferenza'
"Provare a fare cassa così, con la sofferenza nella sua forma più terribile, è ignobile". Non usa mezzi termini Gerolamo Fontana, conosciutissimo sul territorio per il suo impegno in qualità di presidente provinciale della UILDM, nel commentare la decisione della Giunta regionale guidata da Attilio Fontana di tagliare, in parte, le Misure B1 e B2 relative al sostegno dei caregiver familiari di persone affette da disabilità gravi e gravissime, che dal prossimo 1° giugno, secondo quanto stabilito con la delibera approvata a fine 2023, perderebbero ogni mese diverse centinaia di euro di sussidi. Circa 17.000, secondo le stime, i lombardi che sarebbero toccati da questa decisione, compresi quelli che ricevono contributi per la loro assistenza direttamente dai Comuni.
"Mi auguro fortemente che ci ripensino, anche perché la scusa che le risorse tolte ora serviranno a potenziare i servizi in futuro non sta assolutamente in piedi" ha commentato Fontana. "Innanzitutto mi chiedo di che cosa si stia parlando esattamente, visto che non c'è nemmeno l'ombra di una novità in questo senso. E poi sarebbe comunque un modus operandi insensato, perché non c'è stata neanche una discussione. Inoltre sono anni, ormai, che assistiamo a un progressivo impoverimento di tutti i servizi territoriali, ancor più nelle zone al di fuori della città di Milano che di certo è più coperta. Trovare un caregiver dalle nostre parti è un'impresa quasi impossibile, ma quando c'è bisogna giustamente pagarlo, quindi i sussidi diventano fondamentali per tantissime famiglie".
"Guardiamo in faccia la realtà" ha proseguito Gerolamo Fontana, residente a Monte Marenzo e ben consapevole della portata della cosa in quanto padre di un ragazzo - Fabrizio, volto noto anche di numerose campagne di sensibilizzazione e solidarietà a favore della ricerca - affetto da grave disabilità. "Chi avrà il tempo di incontrare e parlare con queste persone e i loro nuclei familiari per capirne le caratteristiche, le esigenze e le richieste? E con quali figure saranno gestiti questi eventuali servizi, dato che già oggi si fatica a trovare educatori, operatori socio-sanitari e altri professionisti qualificati per l'assistenza domiciliare e scolastica? Questa decisione sarebbe profondamente ingiusta anche se ad essere lasciata in grande difficoltà fosse una sola persona, ma qui stiamo parlando di migliaia di famiglie già duramente provate, che senza un supporto concreto e quotidiano non riuscirebbero davvero ad andare avanti. Solo in Regione Lombardia sono più di 7.000, di cui 1.000 alle prese con la Sla che spesso rende impossibile anche alzarsi dal letto e respirare in autonomia".
Sul tema è intervenuto anche Gianmario Fragomeli, consigliere regionale del PD, che in una nota ha definito i tagli "una vergogna che mostra il vero volto della destra lombarda" e le rassicurazioni "ridicole", promettendo una serie di incontri in provincia di Lecco con l'associazionismo della disabilità "per raccogliere le richieste urgenti e non prorogabili", perché "nessuno deve sentirsi lasciato solo".
"La Giunta vuol far credere che entro cinque mesi, tramite i Comuni, saranno erogati altri servizi dedicati, al momento inesistenti e tutti da costruire, senza risorse aggiuntive", le sue dichiarazioni. "In realtà lascia migliaia di famiglie che già vivono una condizione di gravissima fragilità ancora più sole. Quindi, da un lato si promettono servizi che sarebbero utili, ma che a oggi non ci sono. Dall'altro, si tolgono in parte gli unici aiuti concreti su cui possono contare le famiglie. I sussidi devono semmai essere aumentati e i servizi garantiti con risorse aggiuntive". "Noi - promette infine Fragomeli - ci batteremo contro un provvedimento iniquo, così come ci siamo battuti contro i tagli alle politiche sociali compiuti nel bilancio regionale approvato poco prima di Natale".
"Mi auguro fortemente che ci ripensino, anche perché la scusa che le risorse tolte ora serviranno a potenziare i servizi in futuro non sta assolutamente in piedi" ha commentato Fontana. "Innanzitutto mi chiedo di che cosa si stia parlando esattamente, visto che non c'è nemmeno l'ombra di una novità in questo senso. E poi sarebbe comunque un modus operandi insensato, perché non c'è stata neanche una discussione. Inoltre sono anni, ormai, che assistiamo a un progressivo impoverimento di tutti i servizi territoriali, ancor più nelle zone al di fuori della città di Milano che di certo è più coperta. Trovare un caregiver dalle nostre parti è un'impresa quasi impossibile, ma quando c'è bisogna giustamente pagarlo, quindi i sussidi diventano fondamentali per tantissime famiglie".
"Guardiamo in faccia la realtà" ha proseguito Gerolamo Fontana, residente a Monte Marenzo e ben consapevole della portata della cosa in quanto padre di un ragazzo - Fabrizio, volto noto anche di numerose campagne di sensibilizzazione e solidarietà a favore della ricerca - affetto da grave disabilità. "Chi avrà il tempo di incontrare e parlare con queste persone e i loro nuclei familiari per capirne le caratteristiche, le esigenze e le richieste? E con quali figure saranno gestiti questi eventuali servizi, dato che già oggi si fatica a trovare educatori, operatori socio-sanitari e altri professionisti qualificati per l'assistenza domiciliare e scolastica? Questa decisione sarebbe profondamente ingiusta anche se ad essere lasciata in grande difficoltà fosse una sola persona, ma qui stiamo parlando di migliaia di famiglie già duramente provate, che senza un supporto concreto e quotidiano non riuscirebbero davvero ad andare avanti. Solo in Regione Lombardia sono più di 7.000, di cui 1.000 alle prese con la Sla che spesso rende impossibile anche alzarsi dal letto e respirare in autonomia".
Sul tema è intervenuto anche Gianmario Fragomeli, consigliere regionale del PD, che in una nota ha definito i tagli "una vergogna che mostra il vero volto della destra lombarda" e le rassicurazioni "ridicole", promettendo una serie di incontri in provincia di Lecco con l'associazionismo della disabilità "per raccogliere le richieste urgenti e non prorogabili", perché "nessuno deve sentirsi lasciato solo".
"La Giunta vuol far credere che entro cinque mesi, tramite i Comuni, saranno erogati altri servizi dedicati, al momento inesistenti e tutti da costruire, senza risorse aggiuntive", le sue dichiarazioni. "In realtà lascia migliaia di famiglie che già vivono una condizione di gravissima fragilità ancora più sole. Quindi, da un lato si promettono servizi che sarebbero utili, ma che a oggi non ci sono. Dall'altro, si tolgono in parte gli unici aiuti concreti su cui possono contare le famiglie. I sussidi devono semmai essere aumentati e i servizi garantiti con risorse aggiuntive". "Noi - promette infine Fragomeli - ci batteremo contro un provvedimento iniquo, così come ci siamo battuti contro i tagli alle politiche sociali compiuti nel bilancio regionale approvato poco prima di Natale".
B.P.