Lecco: il forno crematorio non si può fare, serve un piano B

Il forno crematorio a Lecco non si può fare. Così hanno stabilito le autorità competenti a esprimere un parere sul Piano regolatore cimiteriale che la commissione seconda del Comune ha elaborato e presentato in questi mesi.
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Il cimitero di Castello

A riassumere la questione è stato l’assessore Roberto Pietrobelli durante una riunione convocata nel mezzo delle festività natalizie: “È arrivato in questi giorni il parere di Arpa sul Piano che abbiamo predisposto, è positivo con alcune prescrizioni. Ci chiedono una più precisa cartografia delle reti di smaltimento delle acque reflue, una programmazione di allacciamento alla rete comunale delle strutture non ancora allacciate e, pur dando un parere positivo, rimandano al parere di Ats Brianza rispetto alla possibilità di riconvertire i loculi in ossari e in cinerari. Hanno sollevato invece dubbi rispetto alla possibilità di realizzare un tempio crematorio nel cimitero di Castello perché non sarebbe rispettata la fascia di rispetto di 50 metri dalle case e dalle aziende”. 

Vista la delicatezza della questione, Pietrobelli ha avuto diverse interlocuzioni con l’Agenzia di tutela della salute che informalmente ha già chiarito che non ci sono problemi per la conversione dei loculi ma non ci sono chance per il forno crematorio proprio per la prossimità di abitazioni e ditte. “Si tratta di decidere se lasciare il Piano regolatore cimiteriale così com’è e farci dire di no oppure se togliere già questa ipotesi in via preliminare dal momento che tutti i sette cimiteri lecchesi sono molto inseriti nel tessuto urbano e non ci sono dunque le condizioni per prevedere un forno crematorio in città”. 
Il piano B di Pietrobelli è quello di avviare dei colloqui con altri Comuni del territorio per portare avanti questo progetto in un altro cimitero che possa servire la provincia. L’obiettivo sarebbe quello di farsi trovare pronti per febbraio 2024 quando la Regione dovrebbe riaprire le “consultazioni” nei territori per verificare le necessità di questo servizio e le relative opzioni per implementarlo: “L’ente che deve autorizzare nuovi forni crematori è proprio la Regione - ha ricordato l’assessore - e per candidarsi è necessario che il Piano regolatore cimiteriale contempli l’esistenza nel territorio comunale di questo tipo di impianto, ma per Lecco non è possibile, a prescindere se lo togliamo noi o ce lo fa togliere Ats. È chiaro che questa esigenza c’è e se non possiamo fare da soli dobbiamo appoggiarci ad altri Comuni dal momento che è una necessità di tutto il territorio”. 

L’orientamento dei commissari è però quello di lasciare l’opzione del forno all’interno dell’impianto e toglierlo solo dopo il parere negativo di Ats. “Il problema c’è e alle persone interessa poco cosa prevede il Piano cimiteriale. Dobbiamo manifestare la nostra volontà politica di dare una risposta ai cittadini e intanto trovare un’altra strada anche se credo che anche i Comuni limitrofi abbiano lo stesso problema di spazio” ha commentato Alberto Anghileri, capogruppo di Con la sinistra cambia Lecco. Sulla stessa lunghezza d’onda la leghista Cinzia Bettega: “Noi non abbiamo un’ampiezza di territorio tale da disporre di spazi inutilizzati e non è un problema di facile soluzione perché anche il resto della provincia ha una conformazione simile alla nostra”. Un altro il tema sollevato da Alessio Dossi di Ambientalmente che, oltre a suggerire un coinvolgimento della Provincia per coordinare un tavolo di lavoro sul tema, ha sottolineato il fatto che “stralciare il forno crematorio del Piano potrebbe far sembrare che a noi non interessa quando invece lo vorremmo”.
M.V.
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