Calolzio: terza condanna per i furti a scuola e nei capanni nel 2021
Tre anni e 1.200 euro di multa. Questa la pena irrogata nel primo pomeriggio odierno dal giudice monocratico del Tribunale di Lecco Bianca Maria Bianchi a carico di Tahiru Mumuni, classe 1985, originario del Ghana, residente a Olginate: ricettazione il reato contestato allo straniero presso la cui abitazione nella primavera del 2021 i Carabinieri della Stazione di Calolziocorte hanno rintracciato materiale provento di furto. In una stanza c'era infatti buona parte di quanto asportato, qualche tempo prima, tra le mura dalla scuola primaria di Pascolo, tra pc, schermi e proiettori, ma anche materiale “agricolo” - decespugliatori e un tagliaerba – arraffati da capanni agricoli e aziende del settore del territorio.
Entrambi hanno già patteggiato nel gennaio dello scorso anno: Crigna – incappato in più inciampi con la giustizia – 2 anni e mille euro di multa, Arrigoni un anno e 4 mesi. Entrambi – assistiti dai rispettivi legali – quest'oggi sono tornati in Tribunale quali testimoni: non si sono dimostrati loquaci nel rispondere alle domande del viceprocuratore onorario Mattia Mascaro intenzionato a indagare i rapporti intrattenuti con Mumuni, presente personalmente in Aula.
3 anni la pena chiesta dal rappresentante della pubblica accusa, l'assoluzione per mancanza di prova invece è stata invocata dal difensore dello straniero ricordando come all'abitazione di Olginate avesse accesso anche la moglie del suo assistito nei confronti della quale non sono stati fatti accertamenti, evidenziando altresì come dal dibattimento non sia uscito nulla in relazione a eventuali pagamenti effettuati dal ghanese per ottenere i beni di provenienza illecita ne riscontri circa il suo essere a conoscenza di aver ricevuto merce provento di furto. Argomentazioni che, evidentemente, non hanno convinto la dottoressa Bianchi (che, come per legge, ha poi offerto la possibilità all'imputato di tramutare la pena detentiva in pena sostitutiva).
L'attività investigativa è stata sintetizzata al cospetto dal giudice dal vicebrigadiere Luca Masetti che ha così spiegato come l'Arma è arrivata a Mumuni dopo aver individuato Julian Crigna e Andrea Arrigoni quali presunti autori di una serie di furti commessi nei dintorni. Ad incastrare il primo, romeno, classe 1995, le dichiarazioni rese da sua moglie durante uno degli svariati accessi presso la loro casa da parte delle divise, chiamate per sedare una lite tra i due. L'altro, invece, parrebbe aver perso il telefono durante l'accesso a un capanno “spazzolato”.
Entrambi hanno già patteggiato nel gennaio dello scorso anno: Crigna – incappato in più inciampi con la giustizia – 2 anni e mille euro di multa, Arrigoni un anno e 4 mesi. Entrambi – assistiti dai rispettivi legali – quest'oggi sono tornati in Tribunale quali testimoni: non si sono dimostrati loquaci nel rispondere alle domande del viceprocuratore onorario Mattia Mascaro intenzionato a indagare i rapporti intrattenuti con Mumuni, presente personalmente in Aula.
3 anni la pena chiesta dal rappresentante della pubblica accusa, l'assoluzione per mancanza di prova invece è stata invocata dal difensore dello straniero ricordando come all'abitazione di Olginate avesse accesso anche la moglie del suo assistito nei confronti della quale non sono stati fatti accertamenti, evidenziando altresì come dal dibattimento non sia uscito nulla in relazione a eventuali pagamenti effettuati dal ghanese per ottenere i beni di provenienza illecita ne riscontri circa il suo essere a conoscenza di aver ricevuto merce provento di furto. Argomentazioni che, evidentemente, non hanno convinto la dottoressa Bianchi (che, come per legge, ha poi offerto la possibilità all'imputato di tramutare la pena detentiva in pena sostitutiva).
A.M.