Civate: 1° bilancio positivo per “Oliveto – Radici con le ali” alla Casa del Cieco
“L’iniziativa di oggi è il coronamento di un percorso iniziato un anno e mezzo fa. Dopo la presentazione alla stampa di questa primavera, finalmente apriamo l’oliveto alla cittadinanza”. Con queste parole piene di orgoglio, Claudio Butti, direttore della Casa del Cieco di Civate, ha accolto le autorità e i cittadini che, nonostante la pioggia, sabato sono giunti presso la storica RSA per “O – Live”, un’iniziativa tesa a far conoscere da vicino il progetto “Oliveto – Radici con le Ali”.
“Se tutti i soldi che oggi vengono spesi in armi fossero investiti in progetti come questo, si potrebbero fare tante cose. Ciò che conta non è il risvolto economico bensì l’enorme impatto sociale di questa realtà. Si tratta di un progetto pilota, reso possibile da persone che gli hanno dato forza e anima. È un prototipo per il nostro territorio, speriamo si possa allargare” ha commentato Carlo Colombo, presidente di Impresa Sociale Girasole.
Oltre alla società pubblico - privata, la rete che ha istituito “Oliveto – Radici con le Ali” comprende Mestieri Lombardia, Consolida, l’Arcobaleno, cooperativa Due Mani, cooperativa Olivicoltori Lago di Como. Tale progetto sociooccupazionale si rivolge al “polo lago”, ovvero Valmadrera, Malgrate, Civate, Oliveto e Pescate. “Lavoriamo a stretto contatto con i servizi sociali dei vari comuni. Sono loro che ci segnalano le persone da coinvolgere. Si tratta per lo più di persone portatrici di fragilità psichiatriche con cui non riescono più a convivere. È lì che nascono i disadattamenti sociali. Alcuni di quelli che abbiamo portato qui all’oliveto non uscivano di casa da anni” ha spiegato Tore Rossi chiamando poi vicino a sé gli altri membri del grande tavolo di coordinamento a cui è affidata la gestione di questo progetto: Davide Marzorati, operatore di cooperativa Due Mani che ha seguito la parte tecnico – operativa; Raissa Ratti, operatrice di Girasole; Giancarla Colombo, responsabile dei comuni del polo lago per Girasole; Laura Gerosa, riferimento degli assistenti sociali sempre per l’impresa sociale; Chiara Tenzi di Mestieri Lombardia.
“L’obiettivo della nostra agenzia è quello di accompagnare le persone verso il lavoro con un percorso su misura. L’oliveto ci ha dato lo spazio della cura, della natura, del tempo che serve ad accompagnare le persone. Arrivare all’olio significa investire sulle persone, scommetterci guardando ai punti di forza che esse possono mettere a disposizione” ha spiegato la dottoressa Tenzi, coordinatrice del gruppo di lavoro. “Ad oggi abbiamo inserito in pianta stabile due persone. Sono processi molto lunghi, alcuni rinunciano. Vogliamo arrivare a formare una squadra di cinque persone. In seguito, l’idea è quella di aprire l’oliveto a realtà esterne, come scuole e associazioni, ed anche alla cittadinanza. Vogliamo che il nostro progetto diventi veramente comunitario e che questo spazio sia popolato”. Nel 2023 l’oliveto della Casa del Cieco ha prodotto 80 litri di olio, “un buon quantitativo nonostante l’annata pessima” secondo Gaetano Brusati, presidente della Cooperativa Olivicoltori del Lago di Como. Il cronoprogramma prevede l’imbottigliamento di tutto il prodotto entro Natale. In quella fase, inoltre, i cittadini dei comuni del polo lago, attraverso un contest, saranno chiamati a scegliere il nome e l’immagine da inserire sull’etichetta.
“Oggi il termine fragilità è all’ordine del giorno. Oltre alla fragilità delle relazioni sociali, causa di emarginazione, c’è la fragilità dei territori. Riavvicinare i giovani alla cura del territorio è fondamentale. Prendersi cura del territorio può aiutare anche a curare la fragilità delle persone” ha sottolineato Angelo Isella, sindaco di Civate.
Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del lecchese, ha invece ricordato che i 100mila euro necessari all’avvio del progetto dell’oliveto derivavano dal patto per il lavoro, “un’esperienza unica in Italia”.
“Impariamo a non chiuderci noi stessi. Queste cose servono non a noi ma per dare una possibilità a chi sta soffrendo. Il disagio giovanile è ormai un’emergenza. Ci sono ragazzi di vent’anni che chiedono aiuto perché non sanno cosa fare della loro vita. È giusto recuperare dopo ma sarebbe ancora più bello dare un’offerta e fornire una prospettiva prima che il disagio si manifesti” ha commentato il consigliere regionale Giacomo Zamperini.
Benché la pioggia avesse reso di fatto impossibile la visita all’oliveto, il programma del pomeriggio rimaneva comunque fitto: dopo il buffet, infatti, presso la chiesa di San Calocero si è tenuto un concerto di musica classica curato dai musicisti Ester Fumagalli, Teresa Fumagalli, Roberto Fumagalli.
L’ultimo a prendere la parola è stato Franco Lisi, presidente della Fondazione casa del cieco. “Con oggi si corona un sogno. Da quando ricopro questo ruolo ho sempre cercato di valorizzare il patrimonio della Casa del cieco e questi 210 olivi ne sono una parte importante. L’anima di questo progetto si è consolidata nel tempo grazie all’unione di tante idee” ha sottolineato Lisi. “Il motore trainante è stata la voglia di scalfire uno dei mali invisibili della società del terzo millennio: la solitudine. Tante volte dietro la disabilità albergano la solitudine, l’isolamento e la mancanza di motivazione. Questo progetto ci ha permesso di sognare pur con le radici ben piantate nel terreno”.
Durante il pomeriggio, chi era interessato ha potuto raccogliere informazioni e prenotare l’olio a km0 prodotto dall’oliveto della Casa del cieco.
“Se tutti i soldi che oggi vengono spesi in armi fossero investiti in progetti come questo, si potrebbero fare tante cose. Ciò che conta non è il risvolto economico bensì l’enorme impatto sociale di questa realtà. Si tratta di un progetto pilota, reso possibile da persone che gli hanno dato forza e anima. È un prototipo per il nostro territorio, speriamo si possa allargare” ha commentato Carlo Colombo, presidente di Impresa Sociale Girasole.
Oltre alla società pubblico - privata, la rete che ha istituito “Oliveto – Radici con le Ali” comprende Mestieri Lombardia, Consolida, l’Arcobaleno, cooperativa Due Mani, cooperativa Olivicoltori Lago di Como. Tale progetto sociooccupazionale si rivolge al “polo lago”, ovvero Valmadrera, Malgrate, Civate, Oliveto e Pescate. “Lavoriamo a stretto contatto con i servizi sociali dei vari comuni. Sono loro che ci segnalano le persone da coinvolgere. Si tratta per lo più di persone portatrici di fragilità psichiatriche con cui non riescono più a convivere. È lì che nascono i disadattamenti sociali. Alcuni di quelli che abbiamo portato qui all’oliveto non uscivano di casa da anni” ha spiegato Tore Rossi chiamando poi vicino a sé gli altri membri del grande tavolo di coordinamento a cui è affidata la gestione di questo progetto: Davide Marzorati, operatore di cooperativa Due Mani che ha seguito la parte tecnico – operativa; Raissa Ratti, operatrice di Girasole; Giancarla Colombo, responsabile dei comuni del polo lago per Girasole; Laura Gerosa, riferimento degli assistenti sociali sempre per l’impresa sociale; Chiara Tenzi di Mestieri Lombardia.
“Oggi il termine fragilità è all’ordine del giorno. Oltre alla fragilità delle relazioni sociali, causa di emarginazione, c’è la fragilità dei territori. Riavvicinare i giovani alla cura del territorio è fondamentale. Prendersi cura del territorio può aiutare anche a curare la fragilità delle persone” ha sottolineato Angelo Isella, sindaco di Civate.
Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del lecchese, ha invece ricordato che i 100mila euro necessari all’avvio del progetto dell’oliveto derivavano dal patto per il lavoro, “un’esperienza unica in Italia”.
“Impariamo a non chiuderci noi stessi. Queste cose servono non a noi ma per dare una possibilità a chi sta soffrendo. Il disagio giovanile è ormai un’emergenza. Ci sono ragazzi di vent’anni che chiedono aiuto perché non sanno cosa fare della loro vita. È giusto recuperare dopo ma sarebbe ancora più bello dare un’offerta e fornire una prospettiva prima che il disagio si manifesti” ha commentato il consigliere regionale Giacomo Zamperini.
Benché la pioggia avesse reso di fatto impossibile la visita all’oliveto, il programma del pomeriggio rimaneva comunque fitto: dopo il buffet, infatti, presso la chiesa di San Calocero si è tenuto un concerto di musica classica curato dai musicisti Ester Fumagalli, Teresa Fumagalli, Roberto Fumagalli.
L’ultimo a prendere la parola è stato Franco Lisi, presidente della Fondazione casa del cieco. “Con oggi si corona un sogno. Da quando ricopro questo ruolo ho sempre cercato di valorizzare il patrimonio della Casa del cieco e questi 210 olivi ne sono una parte importante. L’anima di questo progetto si è consolidata nel tempo grazie all’unione di tante idee” ha sottolineato Lisi. “Il motore trainante è stata la voglia di scalfire uno dei mali invisibili della società del terzo millennio: la solitudine. Tante volte dietro la disabilità albergano la solitudine, l’isolamento e la mancanza di motivazione. Questo progetto ci ha permesso di sognare pur con le radici ben piantate nel terreno”.
Durante il pomeriggio, chi era interessato ha potuto raccogliere informazioni e prenotare l’olio a km0 prodotto dall’oliveto della Casa del cieco.
A.Bes.