Lecco: presidio 'al fianco dei palestinesi', con anarchici e 'solidali'

La “convocazione” è arrivata da anarchici, anarchiche e solidali con i palestinesi. Dopo il presidio per la pace della scorsa settimana, Lecco anche questa sera ha ospitato una manifestazione ispirata da ciò che sta succedendo in Medio Oriente,  con una cinquantina di persone scesa in piazza (Garibaldi, angolo via Roma) “al fianco dei palestinesi, contro tutte le guerre degli stati”, come scritto nell'intestazione del volantino letto per inquadrare quell'essere lì, nell'indifferenza più totale dei passanti, sotto l'occhio – come sempre in questi casi – di una nutrita schiera di poliziotti e carabinieri. 
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C'erano tre donne marocchine, con i loro figli, le cui voci si sono unite al coro di chi si è poi messo a chiedere libertà per la Palestina. C'erano, per fare tre nomi noti, Corrado Conti, Paolo Trezzi e Giuseppe Caccialanza, con gli ultimi due presenti anche sette giorni fa al Monumento ai Caduti. C'erano, insieme a donne con la bandiera palestinese sulle spalle e uomini con la kefiah al collo, diversi giovani, componente forse minoritaria la scorsa settimana. anarchici2.jpg (123 KB)
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“Nell'ultimo mese stiamo assistendo ad un vero e proprio genocidio ai danni della popolazione palestinese” l'incipit del testo proposto, un j'accuse – corredato di numeri - contro Israele tacciata di voler fare piazza pulita, con la Striscia ora “ridotta in poltiglia”, bombardando perfino ospedali e campi profughi, mentre “i coloni stanno allargando con la violenza i loro insediamenti in Cisgiordania”.
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“Questo conflitto, mai realmente cessato dal 1948 e riesploso ora in seguito all'attacco armato di Hamas, va in ogni caso inserito in una situazione mondiale di guerra, che sentiamo sempre più vicina. La guerra in atto in Ucraina, che vede contrapposti Russia e Nato, ha incrinato gli equilibri mondiali e pare il prodromo di una guerra mondiale vera e propria, col rischio di un'ecatombe nucleare. La guerra – è stato aggiunto – pervade ogni ambito, anche nella penisola italica”, citando la scuola e la “propaganda totalitaria, che ricalca sempre gli stessi schemi: non accetti la gestione autoritaria del covid, allora sei un negazionista; non ti schieri con la Nato, allora sei un filo-putiano; consideri il 41 bis un forma di tortura, allora stai con i mafiosi; ti schieri contro Israele, allora sei antisemita o filo-jihadista”. 
Sabotare “la macchina militare italiana”- mettendo nel bersaglio, a Lecco, anche la Fiocchi munizioni -  e smascherare “la macchina del consenso e della propaganda”, dunque, la ricetta, già proposta in altre occasioni per assicurare “pace tra gli oppressi”. E “guerra agli oppositori”.
A.M.
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