Lecco: “Restiamo umani”, presidio per invocare la pace

“Vogliamo sostenere la pace sempre, non solo nei momenti critici come questo”. È un impegno costante e concreto quello delle oltre 60 associazioni che costituiscono la tavola lecchese per la pace. È uno sforzo deciso e instancabile che si sostanzia in occasioni di approfondimento e presidi, come quello andato in scena questa sera sul lungolago Isonzo a Lecco. In tanti si sono radunati presso il monumento dei caduti per riaffermare ancora una parola un concetto solo all’apparenza semplice: “ogni guerra è una sconfitta”. 
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“Questo monumento è il simbolo del dramma che tutte le guerre portano con sé. La nostra presenza viva questa sera sia segno della nostra ferma volontà di impedire che altre vite distrutte siano commemorate con una fredda pietra” hanno ricordato Stefano Sacco e Silvia Negri, due rappresentanti della tavola lecchese per la pace.
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“Condanniamo l’ignobile e brutale atto di aggressione di Hamas contro la popolazione civile israeliana, avvenuto in spregio di ogni senso di umanità e civiltà. È una violazione atroce di tutti i trattati e convenzioni internazionali volte alla salvaguardia della popolazione civile”. 
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Al presidio, durato circa una trentina di minuti, hanno preso parte anche i sindaci di Lecco, Malgrate, Oggiono e Dolzago. Le uniche bandiere che sventolavano erano quelle della Pace. “Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo palestinese, vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione della libertà e delle espropriazioni operate dalle frange più radicali della destra israeliana. La violenza scatenata da Hamas sta portando a nuove vittime e nuovo odio. Niente sarà più come prima. Chiediamo alle parti il cessate il fuoco, l’immediato rilascio degli ostaggi” hanno aggiunto i due attivisti.
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“Chiediamo che vengano riconosciuti al popolo palestinese gli stessi diritti e la stessa dignità di vita che riconosciamo agli israeliani. Ci appelliamo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché si assuma la propria responsabilità di organo garante del diritto internazionale e intervenga per porre fine a questa tragedia. Serve al più presto una conferenza di pace che metta al centro la risoluzione della questione palestinese applicando la formula due stati per i due popoli”.
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Infine, la chiosa, ovvero una citazione di Vittorio Arrigoni, attivista per i diritti umani assassinato a Gaza nel 2011: “Restiamo umani. A qualunque latitudine facciamo parte della stessa umanità. Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta ovunque nasca e viva ha diritto alla vita e alla dignità. Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono a tutti gli altri e le altre senza eccezione alcuna. Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda”. 
A.Bes.
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