Un Lavello inclinato alla non risposta
Articolo: Vannacci al Lavello: il CdA della Fondazione 'giustifica' la concessione della sala
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Cara Leccoonline
La risposta del CdA della Fondazione Monastero del Lavello, a posteriori dell'incontro di presentazione del libro del Generale Vannacci, è emblematica Non si capisce perché non l'abbia data prima, così da sedare, chiarire dubbi, interpretazioni, critiche, accuse che gli eran state rivolte in primis per la - presunta o evidente - violazione del Codice Etico che la stessa si è data. Lasciar alimentare un fuoco, un giudizio, una contrapposizione che ha pure portato ad avere un numero esagerato di forze di polizia la sera dell'incontro, non è stato molto saggio. Forse, come possibile interpretazione c'è quella che la risposta del CdA non è una risposta ma una non risposta, presa così alla lontana che infatti quando arriva al punto si dimentica di rispondere nel merito, citando così senza logica la Costituzione più come leva preventiva pensando potesse bastare - perché chi si mette contro la Costituzione, dico a parte probabilmente il Generale Vannacci? - così da evitare una risposta argomentata nel merito della critica sul contenuto del Codice Etico Perché questo è. Il Cda ha palesemente eluso, non declinando nemmeno una riga di spiegazione su quanto scritto nel Codice Etico ed evidenziato nelle critiche a giustificazione della richiesta di revoca della disponibilità dei locali per l'incontro e un conseguente cambio sede. Quanto scritto nel Codice Etico è infatti questo: "La Fondazione (...) censura qualsiasi forma di discriminazione basata sulle opinioni politiche, sugli orientamenti sessuali, sulla razza, sulla lingua, sulla religione, sull’età, sullo stato di salute, sulla appartenenza ad ass. sindacali"
Il CDA anche oggi, dopo settimane di silenzio si nasconde ancora così tanto da arrivare a scegliere di non dare, nemmeno a posteriori, una risposta chiara argomentata, sostenibile, limitandosi a scrivere: "Concludiamo ribadendo che qualsiasi limitazione alla libertà di espressione può essere determinata unicamente dalla Costituzione e dalla normativa vigente", ossia un pilatesco modo per non dire nulla. Nei fatti non si capisce a che serve allora il Codice Etico e dettagliare quel passaggio dello stesso, che così appare solo una fighettata retorica d'immagine senza reale sostanza, la stessa evidentemente del CdA della Fondazione dopo la sua non risposta, addirittura volendo far credere di aver risposto.
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Cara Leccoonline
La risposta del CdA della Fondazione Monastero del Lavello, a posteriori dell'incontro di presentazione del libro del Generale Vannacci, è emblematica Non si capisce perché non l'abbia data prima, così da sedare, chiarire dubbi, interpretazioni, critiche, accuse che gli eran state rivolte in primis per la - presunta o evidente - violazione del Codice Etico che la stessa si è data. Lasciar alimentare un fuoco, un giudizio, una contrapposizione che ha pure portato ad avere un numero esagerato di forze di polizia la sera dell'incontro, non è stato molto saggio. Forse, come possibile interpretazione c'è quella che la risposta del CdA non è una risposta ma una non risposta, presa così alla lontana che infatti quando arriva al punto si dimentica di rispondere nel merito, citando così senza logica la Costituzione più come leva preventiva pensando potesse bastare - perché chi si mette contro la Costituzione, dico a parte probabilmente il Generale Vannacci? - così da evitare una risposta argomentata nel merito della critica sul contenuto del Codice Etico Perché questo è. Il Cda ha palesemente eluso, non declinando nemmeno una riga di spiegazione su quanto scritto nel Codice Etico ed evidenziato nelle critiche a giustificazione della richiesta di revoca della disponibilità dei locali per l'incontro e un conseguente cambio sede. Quanto scritto nel Codice Etico è infatti questo: "La Fondazione (...) censura qualsiasi forma di discriminazione basata sulle opinioni politiche, sugli orientamenti sessuali, sulla razza, sulla lingua, sulla religione, sull’età, sullo stato di salute, sulla appartenenza ad ass. sindacali"
Il CDA anche oggi, dopo settimane di silenzio si nasconde ancora così tanto da arrivare a scegliere di non dare, nemmeno a posteriori, una risposta chiara argomentata, sostenibile, limitandosi a scrivere: "Concludiamo ribadendo che qualsiasi limitazione alla libertà di espressione può essere determinata unicamente dalla Costituzione e dalla normativa vigente", ossia un pilatesco modo per non dire nulla. Nei fatti non si capisce a che serve allora il Codice Etico e dettagliare quel passaggio dello stesso, che così appare solo una fighettata retorica d'immagine senza reale sostanza, la stessa evidentemente del CdA della Fondazione dopo la sua non risposta, addirittura volendo far credere di aver risposto.
Paolo Trezzi