Vannacci al Lavello: il CdA della Fondazione 'giustifica' la concessione della sala
Il giorno dopo è quello delle spiegazioni. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Santa Maria del Lavello ha scelto di rompere il silenzio a ospitata già archiviata.
E così a 24 ore dalla serata con il Generale Roberto Vannacci, tramite una nota scritta, l'organismo con Presidente Roberto Monteleone, vice Armando Friburghi e consiglieri Giulio De Capitani e Daniele Riva, ha replicato alle critiche ricevute nel corso dell'ultima settimana, culminate con la contromanifestazione andata in scena all'esterno del Monastero.
Dopo aver chiesto ripetutamente al sindaco di intervenire per far revocare la concessione di una sala del Lavello all'associazione promotrice della presentazione del "best seller" del momento, sono stati diversi i cartelli esposti per chiedere le dimissioni di Monteleone e del CdA della Fondazione nella sua interezza che oggi interviene per "fornire un chiarimento essenziale riguardo a diverse inesattezze e dichiarazioni erronee circolate in merito all'evento. Desideriamo innanzitutto sottolineare che la Fondazione, coerente con la sua lunga storia e il suo impegno verso la promozione della cultura, del dialogo e della libera espressione, gestisce spazi che, pur essendo parte di un complesso di significativa rilevanza storica e culturale, non sono classificabili come "luoghi sacri". Questa distinzione è fondamentale - annotano gli scriventi - poiché ci ha permesso – negli anni – e, ci permette di ospitare una varietà di eventi, inclusi matrimoni civili, unioni civili, incontri politici, conferenze di varia natura e riunioni di associazioni, sempre nel pieno rispetto delle leggi vigenti e della nostra missione istituzionale. In relazione all'evento specifico oggetto di discussione - prosegue la nota - desideriamo precisare che il Consiglio di Amministrazione ha seguito con diligenza e scrupolo tutte le procedure standard di verifica previste dal nostro protocollo. Non essendo emersi elementi che potessero suggerire censure, limitazioni o restrizioni sulla presentazione del libro in oggetto, e in assenza di contravvenzioni alle normative vigenti, la Fondazione ha ritenuto appropriato concedere lo spazio per l'evento, in linea con la sua prassi consolidata. Riguardo alle critiche mosse verso la Fondazione circa un'asserita violazione del proprio Codice Etico, il Consiglio di Amministrazione respinge con decisione tali affermazioni. La nostra Fondazione, nel corso della sua esistenza, si è sempre distinta per la salvaguardia dei principi di libertà di espressione e democrazia, valori che sono intrinsecamente parte del nostro Codice Etico e della nostra identità istituzionale. Concludiamo ribadendo che qualsiasi limitazione alla libertà di espressione può essere determinata unicamente dalla Costituzione e dalla normativa vigente. La Fondazione del Monastero di Santa Maria del Lavello si dissocia con fermezza da ogni tentativo di politicizzazione delle sue decisioni e delle sue attività, e rimane impegnata nella sua missione di promuovere spazi di dialogo aperto e costruttivo, nel rispetto delle leggi e del suo Codice Etico".
E così a 24 ore dalla serata con il Generale Roberto Vannacci, tramite una nota scritta, l'organismo con Presidente Roberto Monteleone, vice Armando Friburghi e consiglieri Giulio De Capitani e Daniele Riva, ha replicato alle critiche ricevute nel corso dell'ultima settimana, culminate con la contromanifestazione andata in scena all'esterno del Monastero.
Dopo aver chiesto ripetutamente al sindaco di intervenire per far revocare la concessione di una sala del Lavello all'associazione promotrice della presentazione del "best seller" del momento, sono stati diversi i cartelli esposti per chiedere le dimissioni di Monteleone e del CdA della Fondazione nella sua interezza che oggi interviene per "fornire un chiarimento essenziale riguardo a diverse inesattezze e dichiarazioni erronee circolate in merito all'evento. Desideriamo innanzitutto sottolineare che la Fondazione, coerente con la sua lunga storia e il suo impegno verso la promozione della cultura, del dialogo e della libera espressione, gestisce spazi che, pur essendo parte di un complesso di significativa rilevanza storica e culturale, non sono classificabili come "luoghi sacri". Questa distinzione è fondamentale - annotano gli scriventi - poiché ci ha permesso – negli anni – e, ci permette di ospitare una varietà di eventi, inclusi matrimoni civili, unioni civili, incontri politici, conferenze di varia natura e riunioni di associazioni, sempre nel pieno rispetto delle leggi vigenti e della nostra missione istituzionale. In relazione all'evento specifico oggetto di discussione - prosegue la nota - desideriamo precisare che il Consiglio di Amministrazione ha seguito con diligenza e scrupolo tutte le procedure standard di verifica previste dal nostro protocollo. Non essendo emersi elementi che potessero suggerire censure, limitazioni o restrizioni sulla presentazione del libro in oggetto, e in assenza di contravvenzioni alle normative vigenti, la Fondazione ha ritenuto appropriato concedere lo spazio per l'evento, in linea con la sua prassi consolidata. Riguardo alle critiche mosse verso la Fondazione circa un'asserita violazione del proprio Codice Etico, il Consiglio di Amministrazione respinge con decisione tali affermazioni. La nostra Fondazione, nel corso della sua esistenza, si è sempre distinta per la salvaguardia dei principi di libertà di espressione e democrazia, valori che sono intrinsecamente parte del nostro Codice Etico e della nostra identità istituzionale. Concludiamo ribadendo che qualsiasi limitazione alla libertà di espressione può essere determinata unicamente dalla Costituzione e dalla normativa vigente. La Fondazione del Monastero di Santa Maria del Lavello si dissocia con fermezza da ogni tentativo di politicizzazione delle sue decisioni e delle sue attività, e rimane impegnata nella sua missione di promuovere spazi di dialogo aperto e costruttivo, nel rispetto delle leggi e del suo Codice Etico".