Lecco: ricostruite in Aula le accuse alla 'pasionaria' di Gilardi. Lei critica le Istituzioni

Viviana Tononi
Quando le spontanee dichiarazioni si sono trasformate in un'invettiva contro le istituzioni che, a suo dire, non avrebbero fatto nulla per tutelare gli interessi di Carlo Gilardi, il giudice Giulia Barazzetta non ha potuto che riprendere Viviana Tononi e farla riaccomodare accanto al suo difensore, la toga lecchese Chiara Brizzolari.
Non sono infatti bastati i continui avvertimenti del magistrato a non esulare dall'oggetto del processo a fermare la donna, che, come un fiume in piena, ha invece continuato ad esprimere valutazioni (così definite dal giudice) di merito sul perché il facoltoso professore di Airuno si trovi ancora (“ingiustamente”) in casa di riposo, invece di attenersi strettamente alla spiegazione dei fatti che le vengono contestati. “Allora non sono spontanee dichiarazioni” ha sbottato l'imputata prima di essere interrotta definitivamente dalla dottoressa Barazzetta, “sono dichiarazioni limitate”.
Ma questa è stato solo l'epilogo di una giornata quasi esclusivamente dedicata alla vicenda giudiziaria che vede la 51enne residente nel bresciano accusata di violazione di domicilio (consumata e tentata) per essersi ripetutamente introdotta nella casa di cura Airoldi e Muzzi dove è ospite l'anziano airunese, turbamento di funzioni religiose, molestie e disturbo nonché della violazione del misure di prevenzione.
La prima persona chiamata a testimoniare è stata l'avvocato Elena Barra (amministratrice di sostegno di Gilardi), costituitasi parte civile tramite la collega Elena Ammannato, che in giudizio rappresenta anche l'interesse dello stesso anziano (persona offesa per il reato di violazione di domicilio). La professionista ha così iniziato a raccontare di come all'indomani della messa in onda del primissimo servizio delle Iene a novembre 2020 avesse iniziato a ricevere chiamate e messaggi minatori al telefono fisso dello studio legale. In particolare la signora fino a marzo 2021 si sarebbe fatta riconoscere dall'avvocato e dai suoi colleghi (che attraverso il numero di telefono sarebbero riusciti ad identificare l'odierna imputata su facebook) per la frequenza con cui telefonava ripetutamente nell'arco di una sola giornata per riferire all'incirca sempre gli stessi insulti “brutta schifosa, bastarda, ladra”. Dopo un periodo di silenzio l'ultimo ciclo di chiamate il 30 agosto 2021: “abbiamo ricevuto cinque o sette telefonate da un numero sconosciuto e non avevamo dubbi che fosse lei” ha spiegato al giudice l'avvocato Barra. “Così il mio collega dal cellulare ha provato a comporre il numero che si era appuntato mesi prima e lei ha risposto complimentandosi per averla scoperta e aggiungendo “vediamo se siete solo ladri o anche assassini: ho lasciato detto che se mi succede qualcosa sanno dove cercarvi. Vi romperò i coglioni fino alla morte””.
Da quell'episodio il legale avrebbe sporto denuncia per molestie nei confronti della donna, che nel frattempo si stava già rendendo protagonista di diverse irruzioni in casa di riposo con l'intento di parlare direttamente con Carlo Gilardi.
Di uno di quegli episodi in particolare – quando il 10 ottobre 2021 la donna era riuscita ad intrufolarsi intorno alle 6 del mattino in camera dell'anziano - l'avvocato avrebbe avuto poi modo di parlare con lo stesso amministrato: “non riusciva a capacitarsi di come potesse essere entrata in camera sua senza annunciarsi ed era infastidito, soprattutto dal fatto che fosse una donna: il signor Gilardi è laico consacrato francescano ed anche per l'igiene personale ci tiene ad essere assistito da soli uomini. So che anche alla psicologa aveva riferito che gli era sembrato tanto incredibile che non sapeva se l'avesse sognato”. Poi su domanda della difesa l'avvocato Barra ha tenuto a precisare che il 90enne riceve spesso visite di amici e vicini e che insieme al presidente della cooperativa Solleva e alla Pro Loco di Airuno si sta dedicando ad iniziative culturali e non solo.
Si sono quindi susseguiti in aula i testimoni di polizia giudiziaria interventi o a seguito delle intrusioni di Viviana Tononi nella rsa o delle volte in cui la donna è stata trovata nei pressi della struttura in violazione del provvedimento del Questore (risalente al 15 dicembre 2021) con cui le era stato vietato il rientro in città.
Sono stati chiamati a testimoniare quest'oggi anche la vicepresidente Rosaria Bonacina e l'allora direttore Fabrizio Ondei  degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Germanedo: entrambi hanno rappresentato una situazione di stress sia tra gli ospiti della struttura che fra i dipendenti per i continui ingressi non autorizzati della donna. Non solo, ma l'odierna imputata, che era anche solita organizzare dei presidi, rimanendo per ore incatenata fuori dalla casa di riposo con un megafono “faceva risentire le puntate delle Iene e metteva della musica” ha ricordato la vicepresidente Bonacina “Questo causava grande disorientamento e agitazione soprattutto agli ospiti affetti da Alzheimer, tanto che la direttrice del reparto chiedeva di farla allontanare dalle forze dell'ordine”.
Sconcerto e un gran trambusto sarebbe stato provocato anche nell'ultimo ingresso “in incognito” della donna nella rsa, oggi ricostruito al giudice da un'educatrice dell'Istituto e dal sacerdote Alberto Barin, che il 13 marzo 2022 stava celebrando la Santa Messa nella cappella privata degli Airoldi e Muzzi. La 51enne sarebbe entrata nel pieno della funzione religiosa per avvicinare Carlo.
“L'ho vista entrare urlando, non ricordo cosa diceva perché ero spaventata, ma parlava con Carlo Gilardi” ha riferito l'educatrice rispondendo alle domande del vpo Mattia Mascaro. “Non sono sicura che lui si sia reso conto di tutto perché mi sono girata per dirgli che mi dispiaceva per quello che stava accadendo e lui mi ha risposto “tutta opera del diavolo”. Abbiamo cercato di tranquillizzare lei e gli anziani che si stavano agitando: lei si è legata ad una panchina, ha preso una carrozzina e ha strattonato una signora”. La teste si è anche impegnata, dietro sollecitazioni della difesa, a far pervenire alla cancelleria del Tribunale un video da lei girato in quell'occasione.
Anche il sacerdote ha ricordato quella domenica mattina: “c'era questa donna che creava confusione, così l'ho invitata a calmarsi e a riflettere sul luogo e sul momento. Mi ha ascoltato, ma poi ha continuato con il suo proposito, così io ho ritenuto di proseguire la celebrazione per il bene degli ospiti presenti”.
Ancora sono stati sentiti quali testimoni della parte civile l'avvocato Flavio Natali e Andrea Fumagalli (colleghi di studio dell'avvocato Barra) che hanno sostenuto la versione resa precedentemente dall'amministratore di sostegno del signor Gilardi.
Infine è stato il momento di ascoltare le spontanee dichiarazioni che l'imputata aveva chiesto di rendere: “il video girato dall'educatrice mi farà sembrare una folle, in realtà il mio tono di voce era alto perché non riuscivo ad avvicinarmi a Carlo e volevo farmi sentire”. Ha poi precisato che una delle suore avrebbe impedito all'anziano di girarsi per vedere l'intera scena. Ha poi aggiunto che non era sua intenzione strattonare la signora in carrozzina, cui si era solo appoggiata mentre i volontari della croce rossa la strattonavano a loro volta.
“Ho sempre creduto nelle istituzioni, ma sono rimasta disillusa. Per questo ho agito” si è spiegata Viviana Tononi, prima di addentrarsi nel merito della questione che ha portato la donna anche ad avare un colloquio con il garante nazionale dei diritti delle persone private e delle libertà, esulando dal thema decidendum e così scatenando la reazione ferma del Tribunale lecchese in composizione monocratica, che ha deciso di rimandare al proprio posto l'imputata, concludendo così l'udienza di oggi.
Si torna in aula il 16 gennaio per ascoltare i testi residui della pubblica accusa, l'esame dell'imputata ed i testimoni della difesa. Il giudice Barazzetta scioglierà anche la riserva in merito all'eventuale escussione dello stesso Carlo Gilardi.
F.F.
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