Lecco: porta in frantumi all'agenzia viaggi, 'pellegrino' a processo
Se ne sarebbe andato letteralmente “sbattendo la porta” mandandola in frantumi.
È avvenuto nel 2018 in un'agenzia di viaggi a Lecco l'episodio costato ad un 59enne ivoriano con cittadinanza italiana un'accusa per danneggiamento, minacce e lesioni davanti al Tribunale di corso Promessi sposi.
L'imputato, oggi chiamato a rendere esame sia dalla difesa (l'avvocato Claudio Rea, sostituito dalla collega Rosanna Pontieri del foro di Lecco) che dalla costituitasi parte civile (il titolare ed una dipendente dell'agenzia rappresentato dall'avvocato Silvia Preziuso in sostituzione della toga lecchese Ivan Borghetti) ha così iniziato a spiegare quanto avvenuto il 14 settembre di quattro anni fa: il tutto sarebbe iniziato da un mancato viaggio a La Mecca, che l'ivoriano avrebbe prenotato presso l'agenzia e che la stessa si sarebbe impegnata a rimborsare.
Trascorso del tempo, però, dei 4.000 euro che gli spettavano gliene sarebbero stati restituiti solo 2.000 e per questo motivo quel giorno si sarebbe recato direttamente in agenzia viaggi per avere spiegazioni. Non trovando il titolare, però, si sarebbe messo a discutere con i due impiegati.
“Non è vero che ho detto alla ragazza “io ti ammazzo” come dice lei” ha dichiarato l'uomo, prendendo le distanze dalle presunte minacce rivolte ad una dipendente. Ha invece ammesso di aver mandato in frantumi la porta ma – stando alla sua versione – per sbaglio: “Mi hanno cacciato e stavo uscendo, ma ero arrabbiato: ho visto un muro e ho tirato un pugno, invece era la porta di vetro”. Pare inoltre che le schegge abbiano procurato alcune ferite alla giovane agente di viaggi con cui era scoppiata la lite, ma l'imputato ha negato anche questa circostanza: “mi sembra strano perché era lontana dalla porta”.
Il giudice, dopo aver acquisito gli atti su richiesta del pubblico ministero (il vpo Mattia Mascaro) e aver dichiarato chiusa la fase istruttoria, ha rinviato al 20 febbraio prossimo per la discussione finale tra le parti.
È avvenuto nel 2018 in un'agenzia di viaggi a Lecco l'episodio costato ad un 59enne ivoriano con cittadinanza italiana un'accusa per danneggiamento, minacce e lesioni davanti al Tribunale di corso Promessi sposi.
L'imputato, oggi chiamato a rendere esame sia dalla difesa (l'avvocato Claudio Rea, sostituito dalla collega Rosanna Pontieri del foro di Lecco) che dalla costituitasi parte civile (il titolare ed una dipendente dell'agenzia rappresentato dall'avvocato Silvia Preziuso in sostituzione della toga lecchese Ivan Borghetti) ha così iniziato a spiegare quanto avvenuto il 14 settembre di quattro anni fa: il tutto sarebbe iniziato da un mancato viaggio a La Mecca, che l'ivoriano avrebbe prenotato presso l'agenzia e che la stessa si sarebbe impegnata a rimborsare.
Trascorso del tempo, però, dei 4.000 euro che gli spettavano gliene sarebbero stati restituiti solo 2.000 e per questo motivo quel giorno si sarebbe recato direttamente in agenzia viaggi per avere spiegazioni. Non trovando il titolare, però, si sarebbe messo a discutere con i due impiegati.
“Non è vero che ho detto alla ragazza “io ti ammazzo” come dice lei” ha dichiarato l'uomo, prendendo le distanze dalle presunte minacce rivolte ad una dipendente. Ha invece ammesso di aver mandato in frantumi la porta ma – stando alla sua versione – per sbaglio: “Mi hanno cacciato e stavo uscendo, ma ero arrabbiato: ho visto un muro e ho tirato un pugno, invece era la porta di vetro”. Pare inoltre che le schegge abbiano procurato alcune ferite alla giovane agente di viaggi con cui era scoppiata la lite, ma l'imputato ha negato anche questa circostanza: “mi sembra strano perché era lontana dalla porta”.
Il giudice, dopo aver acquisito gli atti su richiesta del pubblico ministero (il vpo Mattia Mascaro) e aver dichiarato chiusa la fase istruttoria, ha rinviato al 20 febbraio prossimo per la discussione finale tra le parti.
F.F.