ASST Lecco: il 5-6 il workshop sulla medicina di genere 'Parliamo di donne'

Si svolgerà il 5 e 6 novembre presso l'Hotel Griso di Malgrate "Parliamo di donne", un importante workshop multidisciplinare sulla medicina di genere per specialisti ospedalieri e medici di famiglia. La medicina di genere è un ambito della disciplina che studia le differenze biologiche (legate al sesso) e socioculturali, ambientali e di comportamento (riferite al genere) tra uomini e donne, nonchè l’influenza che questi fattori possono avere sullo stato di salute, sull’insorgere della malattia e sulla diversa risposta agli interventi terapeutici.
Lo scopo del convegno (per il programma completo CLICCA QUI) è quello di affrontare una serie di problematiche mediche riguardanti le differenze uomo – donna e le specificità femminili in un contesto di patologia cardiovascolare, neurologica ed oncologica con modalità multidisciplinare al fine di dare risposte, dove possibile, alla diversa prevalenza di malattia, al diverso approccio clinico diagnostico e alla risposta terapeutica.

“Negli ultimi dieci anni si è posta con vigore l’attenzione sul delicato tema della medicina di genere" commenta Paolo Favini, Direttore Generale dell'ASST Lecco. "Possiamo dire con orgoglio che l’Italia, da sola in Europa, ha una normativa che regola questo approccio. La strada da percorrere è ancora lunga; mi fa piacere che questo importante workshop sia aperto, oltre che a tutti gli specialisti ospedalieri, anche ai Medici di Medicina Generale che, nella loro attività di contatto con i cittadini, possono contribuire a diffondere un corretto approccio al tema”.

“Parliamo di Donne è il titolo di un convegno che intende affrontare le problematiche della Medicina di Genere" aggiunge Giuseppe Gullace, responsabile scientifico del workshop. "Poiché quest'ultima è molto ampia si è preferito toccare argomenti basati sulle differenze uomo-donna trattati in maniera multidisciplinare così come è nella mission della SISMED (Società italiana scienze mediche) organizzatrice del convegno. Il coinvolgimento delle donne in ambito economico-sociale e del lavoro è sempre più crescente e questo le sottopone allo stress e alle sue manifestazioni (ad esempio ansia, depressione, cambiamenti di umore) in continuo aumento con conseguente modificazione di stile di vita, comparsa di fattori di rischio ed insorgenza di patologie. Malattie cardiovascolari, oncologiche, polmonari e neurologiche ed altre come diabete, ipertensione arteriosa, obesità sono strettamente correlate allo stress, cui le donne sono maggiormente esposte. Si assiste, pertanto, ad un aumento della mortalità per problemi cardiovascolari e ad una inversione di tendenza per esempio per la prevalenza dei tumori polmonari, una volta appannaggio degli uomini e oggi maggiormente prevalenti nelle donne. Sembra quasi che le basi strutturali legate al sesso che nelle donne hanno sempre avuto una funzione protettiva comincino a traballare sotto i colpi delle attività caratterizzate da acquisizione di abitudini e stili di vita sbagliate. In tutto questo gioca un ruolo molto importante anche l'epigenetica e la continua interazione tra genere e sesso con influenza sull'espressione dei geni e conseguente facilitazione della comparsa di malattia”.

“Le patologie oncologiche rappresentano a tutt’oggi un importante problema sanitario e sociale nonostante gli importanti miglioramenti ottenuti negli ultimi anni" evidenzia Antonio Ardizzoia, Direttore del Dipartimento Oncologico dell'ASST Lecco. "Alcune tipologie di tumori sono specificatamente riferibili al sesso femminile ed altre sono significativamente presenti nelle donne. Oltre ai risvolti prettamente clinici, risultano di fondamentale importanza tutti gli aspetti di qualità della vita correlati a queste patologie. Molti di questi sono peraltro maggiormente evidenti nelle donne: pensiamo ai problemi estetici e di fertilità oltre a quelli familiari e lavorativi, che hanno un significato sempre più evidente proprio per l’aumentata sopravvivenza delle malate. Occuparsi di una donna con tumore vuole quindi dire affrontare tutti questi aspetti. Non è più solo un aumentare l'aspettativa di vita, ma prendersi cura a 360 gradi della persona”.

"Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità le patologie neurologiche sono la prima causa di disabilità e la second di morte a livello mondiale" prosegue Andrea Salmaggi, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'ASST Lecco. "In questo contesto le donne sono particolarmente colpite sia da malattie che vedono per il sesso femminile una netta prevalenza epidemiologica (tra tutte, l'emicrania e la sclerosi multipla), sia da altre la cui incidenza aumenta nell'età avanzata (come l'Alzheimer e l'ictus); nonostante questo impatto importante, sono ancora pochi gli studi che ad esempio riportano i loro risultati separatamente per donne e uomini. Sia il ciclo che la gravidanza e la menopausa incidono sul manifestarsi di diverse malattie neurologiche, e i farmaci sempre più efficaci a disposizione in patologie quali la sclerosi multipla presentano effetti variabili sulla gravidanza, rendendo necessario uno stretto colloquio tra la donna e l'equipe curante in questo ambito".

“Conoscere gli aspetti di genere nelle malattie cardiovascolari è di crescente importanza epidemiologica e clinica, ma anche di comunicazione" conclude Stefano Savonitto, Direttore dell'UOC Cardiologia dell'Ospedale “A. Manzoni” di Lecco. "La donna è molto più preoccupata delle patologie neoplastiche (seno, utero) che di quelle cardiovascolari che, anche nel sesso femminile, sono invece largamente predominanti. Questa consapevolezza deve essere crescente, soprattutto in menopausa (ancor più quando questa è precoce). A livello epidemiologico, con l’invecchiamento della popolazione aumenta la proporzione di donne con eventi cardiovascolari e, nella durata complessiva della vita, sono più loro che gli uomini a morire per cause di questo tipo, anche se a età più avanzata. Alcune patologie, come la dissezione coronarica spontanea e la sindrome takotsubo (la Madonna con le sette spade nel cuore) sono pressoché esclusive nelle donne. Alcuni aspetti dei sintomi possono differire tra donna e uomo, e qui ha grande importanza la cultura e l’esperienza del medico. Tuttavia, per la stragrande maggioranza delle patologie cardiovascolari le stesse strategie diagnostiche e terapeutiche si sono dimostrate efficaci in entrambi i sessi. A livello di ricerca clinica, è doveroso segnalare che la Cardiologia di Lecco ha progettato e coordinato studi ad hoc pubblicati sulle principali riviste mediche internazionali”.
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