PAROLE CHE PARLANO/176

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Boria

La calunnia è un venticello un’auretta assai gentile che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia, incomincia a sussurrar canta don Basilio nel Barbiere di Siviglia: una bellissima descrizione delle malevole dicerie severamente punite dalla legge oltre che dalla morale. Non subiscono la stessa sorte coloro che, superbi, si gonfiano di arie, di vanitosa ostentazione di grandezza e dei propri meriti, reali o presunti. Stiamo parlando ovviamente dei boriosi che fanno della boria la loro costanza e il loro modo di essere. Se la calunnia è un venticello, il borioso può vantarsi che il suo comportamento è molto di più. In effetti, il termine boria deriva dal latino borea, col significato di vento forte e gelido, il conosciuto vento di tramontana, nome che deriva probabilmente dalla locuzione latina "trans montes", ossia al di là dei monti, visto che spira dal cuore delle Alpi, ovvero da nord. Era storicamente conosciuto dai Greci con il nome di Borea, la divinità personificazione del vento del Nord.
Da sempre, quindi, la boria è paragonata alla vanità dell’aria, a qualcosa di effimero che gonfia chi ne fa uso senza suscitare né rispetto né considerazione, ma insofferenza e irritazione.
Scrive Manzoni, riferendosi all’incontro tra Attilio e il conte zio: […] e quantunque dovesse aspettarsi che, a un suggerimento così scoperto, la boria ombrosa del conte zio avrebbe ricalcitrato, a ogni modo volle fargli balenar dinanzi l'idea di quel ripiego […]

Rubrica a cura di Dino Ticli
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