Edicole autorizzate a vendere ''altro'' oltre a giornali e riviste. Gli operatori lecchesi soddisfatti, il loro lavoro in evoluzione
Un ulteriore ampliamento della propria offerta merceologica, e quindi maggiori possibilità di vendere. Questo, per molti edicolanti, è la diretta conseguenza del provvedimento approvato dal Consiglio regionale lombardo la scorsa settimana - su proposta dell’assessore al Commercio, Turismo e Terziario Mauro Parolini – che contiene gli "indirizzi regionali per il riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica".
In base a tale documento le edicole avranno la possibilità di vendere anche prodotti diversi da quelli editoriali, come ad esempio bevande e alimentari confezionati che non necessitino di particolari trattamenti di conservazione, ma anche prodotti del settore non alimentare, purchè l'attività prevalente rimanga quella della vendita di quotidiani e periodici.
Questo al fine di valorizzare la “funzione pubblica” di queste attività commerciali, che hanno subito pesantemente i contraccolpi della crisi economica generale (e di quella dell’editoria nello specifico) e che già da diversi anni si sono “reinventate” per far fronte a questa situazione.
Abbiamo chiesto ad alcuni edicolanti del territorio una opinione sul provvedimento regionale, e sull’evoluzione del loro lavoro:
L’edicola olginatese vende già da tempo diverse tipologie di merce. “Prima il guadagno principale era legato agli organi di stampa, con la crisi economica le vendite sono crollate” hanno spiegato i titolari. “Oggi le riviste di gossip sono ancora un articolo ricercato, anche per la quantità di gadget di ogni genere che propongono. Noi ci siamo ampliati con giocattoli e oggettistica, caramelle, persino detersivi per la casa e gli abiti che si vendono sfusi”.
Non mancano i clienti “affezionati”. “Per alcuni di loro la consegna del quotidiano cartaceo, ancora irrinunciabile, la facciamo a domicilio. Ma per le generazioni più giovani ormai l’informazione viaggia su altri canali. Per questo una ulteriore diversificazione in ciò che vendiamo non può che fare bene ai nostri affari”.
“Sinceramente non ne sapevamo nulla: lo scopriamo solo ora e nemmeno gli organi di categoria ci avevano informato” hanno commentato. “Ma in ogni caso non crediamo che approfitteremo di questa possibilità”.
Qualche perplessità deriva soprattutto dalla vendita di prodotti alimentari, seppur non deperibili. “Probabilmente ci saranno anche norme igieniche per la conservazione da rispettare, e significherebbe dover magari sostenere spese aggiuntive. A pochi metri dalla nostra edicola ci sono già bar e alimentari: per la nostra attività non credo sarebbe un investimento conveniente”.
La rivendita di via Roma oltre a riviste e giornali offre già tabacchi, prodotti di cartoleria e idee regalo. “Per questo potremmo magari prendere in considerazione di allargarci a merce che sia sempre di questo settore, ad esempio i libri”.
“Le mie figlie non vogliono continuare in questo lavoro, e quindi ho deciso di cedere l’attività definitivamente. Sto cercando chi sia interessato a rilevarla” ha raccontato. “Per questo credo proprio non mi avventurerò nella vendita di altri prodotti, approvata in questi giorni. Ma in ogni caso mi sembra una buona notizia per noi edicolanti, un’occasione per allargare i nostri affari, che non possono più dipendere esclusivamente dalla vendita dei giornali”.
L’opinione di chi ha un chiosco è influenzata dallo spazio a disposizione, fortemente limitato.
Il provvedimento regionale va nella direzione di un ulteriore diversificazione del prodotto venduto in edicola, un percorso già intrapreso da tempo per combattere la crisi.
In base a tale documento le edicole avranno la possibilità di vendere anche prodotti diversi da quelli editoriali, come ad esempio bevande e alimentari confezionati che non necessitino di particolari trattamenti di conservazione, ma anche prodotti del settore non alimentare, purchè l'attività prevalente rimanga quella della vendita di quotidiani e periodici.
Questo al fine di valorizzare la “funzione pubblica” di queste attività commerciali, che hanno subito pesantemente i contraccolpi della crisi economica generale (e di quella dell’editoria nello specifico) e che già da diversi anni si sono “reinventate” per far fronte a questa situazione.
Abbiamo chiesto ad alcuni edicolanti del territorio una opinione sul provvedimento regionale, e sull’evoluzione del loro lavoro:
L’edicola olginatese vende già da tempo diverse tipologie di merce. “Prima il guadagno principale era legato agli organi di stampa, con la crisi economica le vendite sono crollate” hanno spiegato i titolari. “Oggi le riviste di gossip sono ancora un articolo ricercato, anche per la quantità di gadget di ogni genere che propongono. Noi ci siamo ampliati con giocattoli e oggettistica, caramelle, persino detersivi per la casa e gli abiti che si vendono sfusi”.
Non mancano i clienti “affezionati”. “Per alcuni di loro la consegna del quotidiano cartaceo, ancora irrinunciabile, la facciamo a domicilio. Ma per le generazioni più giovani ormai l’informazione viaggia su altri canali. Per questo una ulteriore diversificazione in ciò che vendiamo non può che fare bene ai nostri affari”.
“Sinceramente non ne sapevamo nulla: lo scopriamo solo ora e nemmeno gli organi di categoria ci avevano informato” hanno commentato. “Ma in ogni caso non crediamo che approfitteremo di questa possibilità”.
Qualche perplessità deriva soprattutto dalla vendita di prodotti alimentari, seppur non deperibili. “Probabilmente ci saranno anche norme igieniche per la conservazione da rispettare, e significherebbe dover magari sostenere spese aggiuntive. A pochi metri dalla nostra edicola ci sono già bar e alimentari: per la nostra attività non credo sarebbe un investimento conveniente”.
La rivendita di via Roma oltre a riviste e giornali offre già tabacchi, prodotti di cartoleria e idee regalo. “Per questo potremmo magari prendere in considerazione di allargarci a merce che sia sempre di questo settore, ad esempio i libri”.
“Le mie figlie non vogliono continuare in questo lavoro, e quindi ho deciso di cedere l’attività definitivamente. Sto cercando chi sia interessato a rilevarla” ha raccontato. “Per questo credo proprio non mi avventurerò nella vendita di altri prodotti, approvata in questi giorni. Ma in ogni caso mi sembra una buona notizia per noi edicolanti, un’occasione per allargare i nostri affari, che non possono più dipendere esclusivamente dalla vendita dei giornali”.
L’opinione di chi ha un chiosco è influenzata dallo spazio a disposizione, fortemente limitato.
Il provvedimento regionale va nella direzione di un ulteriore diversificazione del prodotto venduto in edicola, un percorso già intrapreso da tempo per combattere la crisi.
R.R. - P.V.