
Il Tribunale di Lecco
Ha come ambientazioni un istituto di bellezza del capoluogo ed è intrisa del profumo dei cosmetici utilizzati per avere una pelle migliore la triste vicenda, approdata quest’oggi dinnanzi al collegio giudicante del Foro di Lecco, che vede contrapposti un rappresentante e una giovanissima estetista che accusa l’uomo, di mezza età, di “violenza sessuale” (articolo 609 bis cp) per un episodio verificatosi nel febbraio 2013. Appena assunta presso il centro, di proprietà di una terza persona ma di fatto da lei stessa gestito, la signorina, classe 1988 – costituitasi parte civile nel procedimento – nel settembre del 2012 venne invitata dalla titolare a presenziare a una serie di dimostrazioni sull’utilizzo dei prodotti usati in negozio.
“Ho iniziato un percorso di trattamenti in Istituto” ha così spiegato in Aula rispondendo alle domande poste dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso.
“Alle prime due sedute e mezza ha presenziato anche una modella” ha aggiunto sottolineando come si trattasse di una sua amica, mandata via dall’odierno imputato nel corso del secondo pomeriggio di “allenamento” e non “riconvocata” per la quarta (e ultima) sessione, quella in cui si sarebbe verificato il “fattaccio”. Dopo aver infatti proposto alla giovane allieva di sottoporsi ad un massaggio completamente nuda, legata e bendata e dopo il rifiuto della stessa a prestarsi a tale pratica, l’uomo avrebbe infatti dapprima manipolato egli stesso il corpo della ragazza insistendo eccessivamente in prossimità delle parti intime.
“Non era un massaggio strano ma ambiguo si” ha raccontato la presunta parte lesa non senza un certo imbarazzo e scoppiando poi a piangere a un certo punto della sua deposizione.
“Andava sempre verso quelle parti, erano “passaggi di scarico” diceva…”. “Sul momento ero bloccata, immobile” ha poi ammesso incalzata dal p che le chiedeva se avesse espresso il proprio disappunto nei confronti del rappresentante.
“Poi doveva sottoporsi lui:,ovviamente non aveva lo slip, ma solo il telo” ha proseguito l’estetista con un filo di ironia: a suo dire, infatti, l’uomo, fin dalla prima seduta avrebbe insistito affinchè sia lei sia l’amica modella si facessero manipolare nude, cosa sempre rifiutata dalle ragazze anche perché a detta dell’accusatrice non sarebbe prassi comune far denudare il cliente nel corso di trattamenti estetici rilassanti di quel tipo.
“Diceva che lui, nudo, si sentiva più libero. All’inizio si è messo a pancia in giù, poi in su”. E mentre la ventiseienne, dai piedi, risaliva verso il petto, frizionando il prodotto in uso sulla pelle del “maestro”, quest’ultimo avrebbe preso le sue mani infilandole sotto il telo proprio sulle sue parti intime per fargliele toccare. Dopo essersi liberata della presa, la giovane avrebbe terminato il proprio compito mentre l’uomo continuava a farle discorsi relativi a presunti “blocchi sessuali”.
“Gli avevo detto che ero tornata da poco a casa dei miei genitori perché prima vivevo con il mio ragazzo. Lui diceva che avevo bisogno di una persona premurosa anche in ambito lavorativo, qualcuno che “ti sblocchi anche sessualmente””. Non senza contraddirsi in più passaggi rispetto a quanto dichiarato in sede di sommarie informazioni agli inquirenti, l’estetista ha poi spiegato di aver sempre avuto dei dubbi su quel rappresentante che
“insisteva per massaggiare corpi nudi” precisando di essersi fidata comunque in quanto quella persona le era stata presentata dalla sua titolare e comunque era appena stata assunta dalla stessa e non voleva avere problemi.
“Nell’immediatezza non mi sono sentita di dire nulla, ho elaborato poi” ha argomentato circa la “violenza” subita sostenendo che anche la sua “capa” rimase allibita quando le raccontò dell’accaduto. Prima di passare all’audizione della modella presente alle prime lezioni e del titolare dell’azienda di cosmetici per cui l’imputato fa il rappresentante (che non ha del tutto giustificato il fatto che, una persona senza alcun diploma specifico “insegni” a massaggiare) sono anche stati letti alcuni messaggi scambiati tra l’imputato e la parte civile, in cui, tra le altre cose, lui sosteneva che la ragazza aveva bisogno di lui e che avesse bisogno di altre lezioni in quanto non in grado di gestire un centro estetico.
La prossima udienza è stata calendarizzata per il prossimo 27 novembre.
A.M.