FDI: l'unità del centrodestra è solida e non può essere certo messa in discussione per un cavalierino tolto o messo

In una nota, Alessandro Negri, Presidente Provinciale di Fratelli d’Italia, risponde in merito alla “Guerra del cavalierino”, chiarendo le dinamiche dell’accaduto e smentendo quanto riportato da alcuni organi di informazione locale negli scorsi giorni. 
zamperininegri2.jpg (53 KB)
Giacomo Zamperini e Alessandro Negri

“Tutto è frutto di un malinteso nato a Villa Monastero con il nostro Assessore Regionale, Francesca Caruso. Da una piccola incomprensione sul cerimoniale di chi dovesse sedere al tavolo dei relatori e chi in platea, si è strumentalmente creato un “casus belli”. Anche in Consiglio Regionale, non c’è stata alcuna tensione né tantomeno una sceneggiata: l’azione simbolica di sedersi al fianco di Mauro Piazza con un cavalierino che ha voluto fare il nostro Consigliere Regionale, Giacomo Zamperini, è stato semplicemente un momento goliardico, utile a chiudere con serenità una vicenda che, com’è ormai evidente, è nata da un grande fraintendimento del protocollo.  Inoltre, la fotografia non è stata scattata dai colleghi di partito, come riportato, e non vi era alcun intento denigratorio o volontà di creare tensione. È chiaro che l’immagine provenga dal pubblico presente in aula. Anche la ricostruzione secondo cui ci sarebbe stato un clima teso, o addirittura che Zamperini sia stato “scacciato” dal collega Jacopo Scandella, non corrisponde alla realtà: in aula si sorrideva in un momento di calma dei lavori consiliari ed in un clima disteso e scherzoso, compresi i diretti interessati come si evince chiaramente anche dalla fotografia. Per questo motivo risulta totalmente inverosimile – oltre che falso – attribuire a Zamperini alcune parole preferite come “pagliaccio” o “ti distruggo”, che non appartengono né al suo stile né al suo modo di relazionarsi.”
zamperinicavalierino.jpg (175 KB)
Zamperini seduto ai banchi della Giunta con il Sottosegretario Piazza

“Speriamo – conclude FDI - che questa nota possa davvero mettere la parola fine a un caso tanto assurdo quanto ingigantito. L’unità del centrodestra è solida e non può certo essere messa in discussione per un semplice “cavalierino”, che viene messo o tolto. La volontà di collaborare è forte, seria e responsabile. I cittadini ci chiedono di governare insieme, non di alimentare polemiche inutili costruite ad arte e dettate da personalismi.”
“Mi unisco alla nota già diffusa dal mio partito - ha aggiunto il Consigliere Regionale Giacomo Zamperini - con l’augurio che si possa finalmente tornare a lavorare per ciò che davvero conta: il bene dei cittadini e non la guerra dei cavalierini”.
D’accordo la settimana di Passione, ma non ci sembra basti a giustificare un silenzio durato 15 giorni prima di prendere una posizione ufficiale.
In ogni caso, apprendiamo ora che la vicenda del “cavalierino” - che poi sarebbe la targhetta col nome del tizio seduto al tavolo dei relatori - è da ricondurre a un mero fraintendimento e che "l’irruzione" del consigliere Giacomo Zamperini tra i banchi della Giunta regionale aveva intento goliardico, un gesto plateale per i quali il rappresentante del centrodestra lecchese va giustamente famoso (come il blocco dell’ambulanza con la possenza del corpaccio esposto al fuoco nemico). 
Dunque prendiamo atto che le ricostruzioni giornalistiche soffrono di sensazionalismo. Ma l’unità del centrodestra, dopo questo comunicato, come ne esce? Rafforzata e solida come sostiene il Presidente di FdI lecchese Alessandro Negri o ancora più a pezzi dato che il testo nei fatti dà dei mentitori a Mauro Piazza (Lega) e a Silvia Bosio (Forza Italia)? Noi abbiamo l’impressione che neppure la Pasqua sia servita a far riflettere sull’accaduto e che la pezza sia peggiore del buco. 
Quanto alla ricostruzione delle due vicende, pur non essendo infallibili, per parte nostra e per quanto abbiamo scritto, la confermiamo parola per parola.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.