Premana: libertà, rispetto e solidarietà i temi nel 25 Aprile
Anche Premana ha celebrato la Festa della Liberazione – nel suo 80° anniversario – con la cerimonia tenutasi, come da consuetudine, in serata. Prima della santa messa delle ore 20.30, ieri autorità civili, scolaresche e rappresentanti delle associazioni si sono riuniti presso la Chiesa dell’immacolata, dando vita a un corteo che – guidato dal Corpo Bandistico san Dionigi - ha raggiunto la chiesa parrocchiale.

Al termine della funzione, presieduta da don Matteo Albani, la cerimonia si è spostata presso il vicino Monumento dei Caduti, dove la banda ha eseguito “La Leggenda del Piave” e l’Inno di Mameli. Nel mezzo, tre bambini delle scuole elementari - accompagnati dal capogruppo degli Alpini di Premana, Morris Codega - hanno scandito, uno per uno, i nomi dei Caduti premanesi nel corso dei due conflitti mondiali e della Guerra di Liberazione: per ognuno di essi, “presente” è stata la risposta corale di una comunità che non vuole dimenticare il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la libertà di cui possiamo godere ancora oggi.

In seguito, il vicesindaco di Premana Domenico Pomoni ha pronunciato un discorso carico di significato e incentrato su tre tematiche principali. In primis, “il valore della libertà, tra memoria e attualità”.

“La libertà è un bene fragile, è una conquista che ogni generazione deve custodire, proteggere e, se serve, difendere” ha spiegato Pomoni, citando “la guerra in Ucraina, dove un popolo combatte ancora oggi per difendere il proprio diritto a esistere come nazione libera e democratica”, “ciò che accade in Russia, dove chi esprime dissenso rischia la prigione, l’esilio o la vita” e “l’Iran e l’Afghanistan, dove donne e uomini pagano con l’arresto, la violenza, persino con la morte, il solo desiderio di vivere liberamente, di studiare, di ritrovarsi, di vestirsi come si vuole, di camminare senza paura”, quali esempi di come in Europa e nel mondo libertà e democrazia siano costantemente a rischio. Se “la forza della libertà si manifesta soprattutto nella nostra vita quotidiana”, ecco che “onorare il dono libertà significa anche impegnarsi, ogni giorno. Per questo, la Resistenza non è solo un capitolo della nostra storia, ma un’idea viva”.

“Il rispetto come base della convivenza” è il secondo tema dell’intervento di Pomoni, che ha insistito sulla necessità di “tornare a un dialogo autentico: in famiglia, tra amici, tra cittadini e istituzioni”, in una società “spesso polarizzata, in cui si alzano toni aggressivi e si abbassano gli spazi del confronto”, ribadendo infine che “non può esserci vera libertà dove manca il rispetto”.

Il terzo e ultimo aspetto toccato dal vicesindaco è quello della “solidarietà come ponte tra le generazioni”. Come nella Resistenza si realizzò una concreta solidarietà tra chi combatteva e chi offriva rifugio, “in ogni frangente storico questo valore è stato la forza che tiene insieme i popoli nei momenti difficili”. Pomoni ha fatto riferimento anche a “quella solidarietà che si vive nel quotidiano, senza clamore mediatico, nelle forme di volontariato, di attenzione al bene comune, di attenzione al prossimo”, definendola “una forma attuale di resistenza morale”. “Perché il ricordo della Liberazione non diventi una pagina da libro di storia, ma una lezione viva, che parla al presente, dobbiamo tenere vivo il legame tra le generazioni, tramite quel filo rosso della solidarietà che unisce tutti noi e attraverso il quale possiamo tessere, tutti insieme, il cammino verso un futuro più attento, più giusto, più libero” ha aggiunto ancora.

Non è mancata, infine, una menzione a Papa Francesco quale “testimonianza vera di solidarietà, civiltà e libertà”. “Il pontefice ha ricordato più volte che “la vera libertà non è fare ciò che ci piace, ma ciò che è giusto”” ha spiegato Pomoni, che ha interpretato l’ultima apparizione pubblica di Bergoglio, in Piazza San Pietro il giorno di Pasqua, come “ciò che il pontefice ha ritenuto giusto fare nonostante la pesante malattia di cui soffriva: donarsi”.

L’esortazione conclusiva del vicesindaco è stata quella a “rompere le barriere dell’egocentrismo e dell’egoismo, a uscire a costruire rapporti con gli altri, a prenderci cura del prossimo e del bene comune, con solidarietà. Così facendo, rendiamo grazie per il dono della libertà ed onoreremo il 25 aprile ogni giorno”.
Don Matteo ha infine impartito la benedizione a tutti i presenti.

Al termine della funzione, presieduta da don Matteo Albani, la cerimonia si è spostata presso il vicino Monumento dei Caduti, dove la banda ha eseguito “La Leggenda del Piave” e l’Inno di Mameli. Nel mezzo, tre bambini delle scuole elementari - accompagnati dal capogruppo degli Alpini di Premana, Morris Codega - hanno scandito, uno per uno, i nomi dei Caduti premanesi nel corso dei due conflitti mondiali e della Guerra di Liberazione: per ognuno di essi, “presente” è stata la risposta corale di una comunità che non vuole dimenticare il sacrificio di coloro che hanno combattuto per la libertà di cui possiamo godere ancora oggi.

In seguito, il vicesindaco di Premana Domenico Pomoni ha pronunciato un discorso carico di significato e incentrato su tre tematiche principali. In primis, “il valore della libertà, tra memoria e attualità”.

“La libertà è un bene fragile, è una conquista che ogni generazione deve custodire, proteggere e, se serve, difendere” ha spiegato Pomoni, citando “la guerra in Ucraina, dove un popolo combatte ancora oggi per difendere il proprio diritto a esistere come nazione libera e democratica”, “ciò che accade in Russia, dove chi esprime dissenso rischia la prigione, l’esilio o la vita” e “l’Iran e l’Afghanistan, dove donne e uomini pagano con l’arresto, la violenza, persino con la morte, il solo desiderio di vivere liberamente, di studiare, di ritrovarsi, di vestirsi come si vuole, di camminare senza paura”, quali esempi di come in Europa e nel mondo libertà e democrazia siano costantemente a rischio. Se “la forza della libertà si manifesta soprattutto nella nostra vita quotidiana”, ecco che “onorare il dono libertà significa anche impegnarsi, ogni giorno. Per questo, la Resistenza non è solo un capitolo della nostra storia, ma un’idea viva”.

“Il rispetto come base della convivenza” è il secondo tema dell’intervento di Pomoni, che ha insistito sulla necessità di “tornare a un dialogo autentico: in famiglia, tra amici, tra cittadini e istituzioni”, in una società “spesso polarizzata, in cui si alzano toni aggressivi e si abbassano gli spazi del confronto”, ribadendo infine che “non può esserci vera libertà dove manca il rispetto”.

Il terzo e ultimo aspetto toccato dal vicesindaco è quello della “solidarietà come ponte tra le generazioni”. Come nella Resistenza si realizzò una concreta solidarietà tra chi combatteva e chi offriva rifugio, “in ogni frangente storico questo valore è stato la forza che tiene insieme i popoli nei momenti difficili”. Pomoni ha fatto riferimento anche a “quella solidarietà che si vive nel quotidiano, senza clamore mediatico, nelle forme di volontariato, di attenzione al bene comune, di attenzione al prossimo”, definendola “una forma attuale di resistenza morale”. “Perché il ricordo della Liberazione non diventi una pagina da libro di storia, ma una lezione viva, che parla al presente, dobbiamo tenere vivo il legame tra le generazioni, tramite quel filo rosso della solidarietà che unisce tutti noi e attraverso il quale possiamo tessere, tutti insieme, il cammino verso un futuro più attento, più giusto, più libero” ha aggiunto ancora.

Non è mancata, infine, una menzione a Papa Francesco quale “testimonianza vera di solidarietà, civiltà e libertà”. “Il pontefice ha ricordato più volte che “la vera libertà non è fare ciò che ci piace, ma ciò che è giusto”” ha spiegato Pomoni, che ha interpretato l’ultima apparizione pubblica di Bergoglio, in Piazza San Pietro il giorno di Pasqua, come “ciò che il pontefice ha ritenuto giusto fare nonostante la pesante malattia di cui soffriva: donarsi”.

L’esortazione conclusiva del vicesindaco è stata quella a “rompere le barriere dell’egocentrismo e dell’egoismo, a uscire a costruire rapporti con gli altri, a prenderci cura del prossimo e del bene comune, con solidarietà. Così facendo, rendiamo grazie per il dono della libertà ed onoreremo il 25 aprile ogni giorno”.
Don Matteo ha infine impartito la benedizione a tutti i presenti.
A.Te.