Valmadrera: corteo per il 25 Aprile. Il sindaco, ''la libertà si deve costruire ogni giorno''
''La memoria ci chiede di essere attivi, non spettatori''. Lo ha ribadito con fermezza il primo cittadino valmadrerese Cesare Colombo durante la Festa della Liberazione che ha riunito questa mattina la cittadinanza in un momento collettivo e sentito, di riflessione, partecipazione e impegno.
Il 25 Aprile a Valmadrera non è mai solo un atto dovuto, e anche quest’anno la città ha voluto esprimerlo in questo sentito appuntamento, con la storia, certo, ma anche e soprattutto con il presente, perché ricordare non è mai un gesto neutro: è scegliere da che parte stare, oggi come ieri.

Le celebrazioni hanno preso il via alle 8.30 con la messa presso la chiesa parrocchiale, un momento raccolto che ha dato l’avvio alla giornata. Poco dopo, alle 9.20, presso il Monumento agli Alpini nel Parco di via Casnedi, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera curata dal Gruppo ANA di Valmadrera. In quel momento, durante le note dell’inno nazionale, la bandiera è stata abbassata a mezz’asta, in segno di lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco. Un gesto semplice ma carico di significato, che ha coinvolto tutte le celebrazioni in Italia, intrecciando così il dolore collettivo per la perdita di una figura simbolica con il ricordo di chi, in passato, ha sacrificato la propria vita per la libertà di tutti.

Alle 9.45 il corteo è partito dal Palazzo Comunale per raggiungere il Monumento ai Caduti e, successivamente, il cimitero cittadino. La Banda del Corpo Musicale Santa Cecilia ha accompagnato il percorso con brani solenni, canti partigiani e l’immancabile Inno d’Italia, dando ritmo ad ogni passo del lungo corteo. Presenti numerose realtà associative e istituzionali del territorio: il Gruppo Alpini, la Protezione Civile, la Croce Rossa, l’ANPI – Sezione di Lecco, la Polizia Locale, i Carabinieri, gli Scout, l’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, i rappresentanti dell’amministrazione comunale e tanti cittadini, giovani e meno giovani.
Il momento centrale della mattinata è stato il discorso del sindaco Cesare Colombo - che ha seguito il momento solenne della deposizione della corona - che ha scelto parole chiare e sentite per sottolineare il senso profondo della ricorrenza: ''Il 25 Aprile è la festa della libertà riconquistata, della democrazia ritrovata, del coraggio di chi ha detto no. È la festa di un popolo che ha saputo scegliere da che parte stare, anche quando era difficile, anche quando significava mettere a rischio tutto''.
Colombo ha poi ricordato che si tratta di una tappa che invita a non considerare questi valori come acquisiti per sempre: ''La libertà non si eredita, si costruisce ogni giorno. E rischiamo, soprattutto tra le nuove generazioni, di dimenticare che vivere in democrazia non è la normalità in molte parti del mondo. Diamo per scontato ciò che è stato conquistato con sacrificio da chi ha lottato contro la dittatura, contro il silenzio imposto, contro la paura''.

Il sindaco ha voluto sottolineare quindi anche la dimensione popolare della Resistenza, citando l’eterogeneità delle persone che ne furono protagoniste. Non solo i partigiani armati, ma anche sacerdoti, suore, contadini, insegnanti, alpini, civili. Persone comuni che, ogni giorno, con piccoli gesti, fecero una grande differenza. ''La Resistenza è stata un fatto collettivo, un atto corale, e proprio per questo deve appartenere a tutti. Non è patrimonio di una parte, ma di un’intera nazione che ha scelto la libertà''.
Nel suo intervento, Colombo ha poi collegato la memoria del passato alle sfide del presente e del futuro, ricordando come da quei valori sia nata anche l’idea di un’Europa unita, solidale e pacifica. Ha ripreso le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica a Marsiglia lo scorso febbraio, in cui l’Europa viene definita “una custode dei diritti e della democrazia''. ''Un ruolo che – ha ribadito – oggi più che mai, deve essere rafforzato, in un contesto internazionale segnato da guerre e instabilità''.

Il pensiero si è poi rivolto a Papa Francesco, ricordato con particolare commozione in questa giornata di lutto. Il sindaco ha voluto rendere omaggio non solo alla sua figura spirituale, ma anche al suo costante impegno per la pace e il dialogo. ''Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile'', ha detto il Papa nel suo ultimo discorso. Una frase che, ha sottolineato Colombo, riassume il senso profondo del 25 aprile: la speranza che dalle scelte giuste possano nascere nuovi futuri.
Infine, il sindaco ha voluto condividere un ricordo del Papa, spesso citato in questi giorni. Tre parole: grazie, scusa, permesso. ''Parole semplici, ma potentissime – ha detto – che possono trasformare la convivenza quotidiana e ispirare il nostro vivere civile. Grazie, per riconoscere che siamo parte di qualcosa di più grande. Scusa, per imparare a metterci in discussione. Permesso, per agire con rispetto. Se davvero le facessimo nostre, potremmo cambiare il modo in cui viviamo insieme''.
Il 25 Aprile a Valmadrera non è mai solo un atto dovuto, e anche quest’anno la città ha voluto esprimerlo in questo sentito appuntamento, con la storia, certo, ma anche e soprattutto con il presente, perché ricordare non è mai un gesto neutro: è scegliere da che parte stare, oggi come ieri.

Gli amministratori con i rappresentanti delle associazioni che hanno preso parte alla cerimonia
Le celebrazioni hanno preso il via alle 8.30 con la messa presso la chiesa parrocchiale, un momento raccolto che ha dato l’avvio alla giornata. Poco dopo, alle 9.20, presso il Monumento agli Alpini nel Parco di via Casnedi, si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera curata dal Gruppo ANA di Valmadrera. In quel momento, durante le note dell’inno nazionale, la bandiera è stata abbassata a mezz’asta, in segno di lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco. Un gesto semplice ma carico di significato, che ha coinvolto tutte le celebrazioni in Italia, intrecciando così il dolore collettivo per la perdita di una figura simbolica con il ricordo di chi, in passato, ha sacrificato la propria vita per la libertà di tutti.

Alle 9.45 il corteo è partito dal Palazzo Comunale per raggiungere il Monumento ai Caduti e, successivamente, il cimitero cittadino. La Banda del Corpo Musicale Santa Cecilia ha accompagnato il percorso con brani solenni, canti partigiani e l’immancabile Inno d’Italia, dando ritmo ad ogni passo del lungo corteo. Presenti numerose realtà associative e istituzionali del territorio: il Gruppo Alpini, la Protezione Civile, la Croce Rossa, l’ANPI – Sezione di Lecco, la Polizia Locale, i Carabinieri, gli Scout, l’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, i rappresentanti dell’amministrazione comunale e tanti cittadini, giovani e meno giovani.
Il momento centrale della mattinata è stato il discorso del sindaco Cesare Colombo - che ha seguito il momento solenne della deposizione della corona - che ha scelto parole chiare e sentite per sottolineare il senso profondo della ricorrenza: ''Il 25 Aprile è la festa della libertà riconquistata, della democrazia ritrovata, del coraggio di chi ha detto no. È la festa di un popolo che ha saputo scegliere da che parte stare, anche quando era difficile, anche quando significava mettere a rischio tutto''.
Colombo ha poi ricordato che si tratta di una tappa che invita a non considerare questi valori come acquisiti per sempre: ''La libertà non si eredita, si costruisce ogni giorno. E rischiamo, soprattutto tra le nuove generazioni, di dimenticare che vivere in democrazia non è la normalità in molte parti del mondo. Diamo per scontato ciò che è stato conquistato con sacrificio da chi ha lottato contro la dittatura, contro il silenzio imposto, contro la paura''.

A destra il sindaco Cesare Colombo
Il sindaco ha voluto sottolineare quindi anche la dimensione popolare della Resistenza, citando l’eterogeneità delle persone che ne furono protagoniste. Non solo i partigiani armati, ma anche sacerdoti, suore, contadini, insegnanti, alpini, civili. Persone comuni che, ogni giorno, con piccoli gesti, fecero una grande differenza. ''La Resistenza è stata un fatto collettivo, un atto corale, e proprio per questo deve appartenere a tutti. Non è patrimonio di una parte, ma di un’intera nazione che ha scelto la libertà''.
Nel suo intervento, Colombo ha poi collegato la memoria del passato alle sfide del presente e del futuro, ricordando come da quei valori sia nata anche l’idea di un’Europa unita, solidale e pacifica. Ha ripreso le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica a Marsiglia lo scorso febbraio, in cui l’Europa viene definita “una custode dei diritti e della democrazia''. ''Un ruolo che – ha ribadito – oggi più che mai, deve essere rafforzato, in un contesto internazionale segnato da guerre e instabilità''.

Il pensiero si è poi rivolto a Papa Francesco, ricordato con particolare commozione in questa giornata di lutto. Il sindaco ha voluto rendere omaggio non solo alla sua figura spirituale, ma anche al suo costante impegno per la pace e il dialogo. ''Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile'', ha detto il Papa nel suo ultimo discorso. Una frase che, ha sottolineato Colombo, riassume il senso profondo del 25 aprile: la speranza che dalle scelte giuste possano nascere nuovi futuri.
Infine, il sindaco ha voluto condividere un ricordo del Papa, spesso citato in questi giorni. Tre parole: grazie, scusa, permesso. ''Parole semplici, ma potentissime – ha detto – che possono trasformare la convivenza quotidiana e ispirare il nostro vivere civile. Grazie, per riconoscere che siamo parte di qualcosa di più grande. Scusa, per imparare a metterci in discussione. Permesso, per agire con rispetto. Se davvero le facessimo nostre, potremmo cambiare il modo in cui viviamo insieme''.
Sa.A.