In viaggio a tempo indeterminato/377: la città più bella dell'India

"Più bella cosa non c'è
Più bella cosa di te
Unica come sei..."
Sfido chiunque a cantarla senza farsi venire una voce nasale e soprattutto a non esclamare "oddio davvero?!?" quando si scopre che sono passati quasi trent'anni da quando Eros dedicava questa canzone alla sua Michelle.
Stavolta però, questo testo che farebbe sciogliere qualunque innamorata/o, non è rivolto a una persona ma a una città.
Hyderabad da molti viene definita "la città più bella dell'India".
E quando la descrizione è questa, le aspettative salgono inevitabilmente alle stelle.
Aspettative alte può voler dire delusione assicurata.
Sarà così anche per Hyderabad?

Appena scesi dal treno, onestamente mi sono chiesta cosa ci fosse di tanto bello in questa città.
Erano le 7 e stavamo camminando per vicoli deserti, animati solo da spazzini intenti a pulire, gruppi di cani randagi ancora troppo svegli e mucche ruminanti erba fresca che sembrava essere caduta dal cielo.
Era quel momento che io chiamo "limbo". Quando la giornata deve ancora iniziare ma ci sono ancora i segni di quello che è successo ieri.
Camminando a passo incerto, ci stavamo dirigendo verso l'hotel per lasciare il nostro zaino e prenderci un chai da qualche parte.
La fase "limbo" a me un po' inquieta un po' incuriosisce, soprattutto se arriva dopo una notte insonne.
A Hyderabad, però, questa sospensione tra ieri e oggi mi sembra si prolunghi più che in altre città.
Ci sono luoghi dove alle 7 è già tardi, al mercato i prodotti migliori sono già stati venduti e le persone sono già stanche dalle incombenze quotidiane.
Qui invece è ancora tutto chiuso, le saracinesche sono abbassate e nessuno si affanna. Hyderabad, lo scopriremo poi, è una città che si sveglia lenta, con calma. Ha bisogno di tempo per carburare e prima delle 10/11 lasciala perdere perché non connette.
È esattamente come me!
Mentre Paolo è una di quelle persone che si svegliano piene di energia, pimpanti e attive fin dalle prime luci dell'alba, io sono come Hyderabad, non mi parlate la mattina presto!
Sarà per questo che è una delle città più belle dell'India?
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Quando si sveglia, però, Hyderabad ti stordisce, sconvolge ed entusiasma. Il centro è costruito attorno al Charminar, un enorme struttura con quattro minareti. Appena l'ho visto mi sono sentita catapultata in un'altra area del mondo.
Hyderabad fiorì durante l'impero Moghul, il più grande e potente regno islamico dell'est e divenne un ricco stato principesco durante la colonizzazione inglese.
Venne chiamata "la città delle perle" proprio perché si arricchi con il commercio di pietre preziose e diamanti. Ma la sua ricchezza e il suo prestigio sono testimoniati anche dai monumenti storici che sono rimasti.
Il Charminar, ad esempio, ricorda moltissimo una delle sette meraviglie del mondo, il Taj Mahal.
Lo stile è lo stesso perché entrambi sono costruiti secondo i principi di un'architettura indo-islamica. Archi, cupole, minareti, e un tripudio di decorazioni calligrafiche, floreali e geometriche caratterizzano gli edifici costruiti con questo stile. 
Ma quello che mi ha fatto venire la pelle d'oca a Hyderabad è che, entrando in un'antica moschea o in un mausoleo, ho rivisto un po' di Persia. Mi sono sentita per qualche istante in Iran, il Paese che in questi 7 anni di viaggio più ci ha stregato e dove difficilmente riusciremo a tornare.
I mosaici di piastrelle sui toni del blu, i disegni floreali, una sala piena di piccoli specchietti e poi il chai che qui si chiama irani chai... tutto a Hyderabad parla di Iran, profuma di Persia.
Durante l'era dei Nizam, cioè il periodo in cui Hyderabad era un principato florido e indipendente, in moltissimi arrivarono in città da diverse parti del mondo.
Protezione e opportunità, spinsero molti commercianti iraniani a trasferirsi qui e a iniziare il loro business. Come spesso succede, questi immigrati portarono con loro anche tradizioni e abitudini. L'irani chai ne è un esempio. Un tè nero, forte e intenso, proprio come lo preparano in Iran, ma mischiato con il latte secondo lo stile del chai indiano. 
L'irani chai è l'equivalente degli "spaghetti with meatballs" che mangiano gli italo-americani negli Stati Uniti.
Sarà per questo che è una delle città più belle dell'India?
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"Bangles, bangles" mi dici un signore dietro un tavolo pieno di colore e brillantini.
I bangles sono bracciali che le donne indiane indossano a decine. Sono rigidi, spesso realizzati in plastica, metalli o altri materiali più preziosi. Possono essere semplici e sobri, o sgargianti e pacchiani. Si indossano sempre in grande numero e quando si muovono le braccia "suonano".
A Hyderabad, nelle vie del centro, se ne possono trovare a migliaia. Quando è l'ora del tramonto e il muezzin richiama alla preghiera, le strade brulicano di persone che si districano tra i rumorosi venditori di bangles, vestiti, leccornie, scarpe. La città prende vita come risvegliata da un incantesimo che l'ha tenuta assopita durante le ore di caldo. E Hyderabad non la riconosci più, si trasforma.
Da normale si trasforma in diva.
Indossa il suo abito migliore, più luccicante e mondano ed è stupenda.
E in quell'istante, quando le luci si accendono e il cielo si fa scuro, capisco che forse è per questo che Hyderabad è la città più bella dell'India.
Angela (e Paolo)
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