PAROLE CHE PARLANO/225

Amen

La parola amen è una delle espressioni più antiche e universali della tradizione religiosa, presente nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell'islam. La sua origine risale all'ebraico 'āmēn, derivato dalla radice verbale 'āman, il cui significato evoca solidità, sicurezza e fiducia. Amen, quindi, è molto più di una semplice parola: è un sigillo di verità, fedeltà e conferma.

Nella Bibbia ebraica, amen compare frequentemente alla fine delle preghiere o delle benedizioni, come segno di adesione e conferma delle parole pronunciate. Questo uso è stato poi adottato nel Nuovo Testamento, dove Gesù stesso lo impiega con enfasi, spesso raddoppiandolo in espressioni come “Amen, amen, vi dico...", per sottolineare la verità assoluta delle sue parole.

Dall'ebraico, il termine è passato nel greco biblico (ἀμήν, amḗn), poi nel latino ecclesiastico e infine nelle lingue moderne, mantenendo inalterato il suo suono e il suo significato.

Troviamo amen anche nel Corano, dove conclude la prima sura (al-Fātiha). Sebbene l'uso non sia così frequente come nell'ebraismo e nel cristianesimo, la sua presenza sottolinea l'universalità di questa espressione.

 Oltre alla sua funzione liturgica e religiosa, amen ha assunto nel tempo anche un uso metaforico e colloquiale. In molte lingue è sinonimo di conferma e approvazione, simile a così sia o è vero. Nel linguaggio quotidiano, può essere usato dunque per chiudere un discorso con solennità o per esprimere adesione a un'affermazione.

La brevità del suono "amen", che viene pronunciato in un solo istante e segna la fine di una preghiera, è diventato simbolo di qualcosa che accade in modo immediato, in un tempo molto breve. “Ha finito il compito in un amen!” oppure “Il tempo è volato: in un amen era già sera” sono espressioni che catturano questa sfumatura, attribuendo al sostantivo "amen" una funzione avverbiale.

Rubrica a cura di Dino Ticli
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