Lecco, Ospedale Manzoni: miolisi a radiofrequenza per i miomi uterini
La Struttura Complessa di Ginecologia dell’Ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco adotta la tecnica di miolisi a radiofrequenza per l’asportazione di miomi uterini, una patologia benigna ma spesso gravata da una sintomatologia invalidante.
Antonio Pellegrino, Direttore del Dipartimento Innovazione e Chirurgia Robotica dell'ASST, nonché Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale “A. Manzoni”, spiega: “La Ginecologia dell’ASST di Lecco è una delle poche realtà italiane che offre alle proprie pazienti questo innovativo trattamento. Il fibroma uterino è una lesione del viscere uterino, con un tasso di prevalenza del 70%, rappresentando la patologia benigna più comune nelle donne durante l’età riproduttiva. Attualmente presso la nostra Unità Operativa di Ginecologia sono disponibili diversi trattamenti per i fibromi e la sintomatologia ad essi associata, che vanno dalla gestione medica farmacologica alle opzioni chirurgiche convenzionali e a quelle più recenti e meno invasive. La scelta di un’opzione terapeutica appropriata tiene conto di vari aspetti, come le dimensioni, il numero e la localizzazione dei fibromi, la presenza dei sintomi, l’età della paziente, il desiderio di preservare la fertilità e le preferenze della singola persona. Negli ultimi anni è aumentato l’interesse per tecniche meno invasive che preservino la fertilità. In letteratura sono riportati studi che evidenziano come l’80% delle donne preferisca alternative di questo tipo per la gestione dei fibromi e il 50% di loro desidera conservare l’utero. A mio parere, la miolisi a radiofrequenza rappresenta un'alternativa alle tradizionali opzioni chirurgiche come la miomectomia e l’isterectomia, con il vantaggio di ridurre i tempi di recupero e i rischi associati a interventi più invasivi. È una metodologia sicura e personalizzabile a seconda del caso clinico di ogni donna. Questa nuova tecnologia potrebbe, in futuro, aiutarci a cambiare la gestione dei fibromi uterini sintomatici”.
Silvia Corso, ginecologa della SC di Ostetricia e Ginecologia dell'ASST di Lecco e referente del trattamento miolisi a radiofrequenza, aggiunge: “Abbiamo trattato con successo, per la prima volta nella nostra Azienda, tre donne affette da mioma uterino con questa particolare tecnica che utilizza onde elettromagnetiche ad alta frequenza per generare calore e che rimuove selettivamente il tessuto miomatoso. Le indicazioni cliniche sono le stesse che da sempre portano in sala operatoria le pazienti: sanguinamento uterino anomalo, cicli con anemizzazione secondaria, dolore pelvico, disfunzioni del sistema urinario o intestinale causate dalla compressione da parte dei miomi degli organi vicini, infertilità associata a miomi sottomucosi o intramurali”.
Mioma uterino: meccanismo d'azione e vantaggi della miolisi a radiofrequenza
I fibromi vengono diagnosticati nelle donne di tutte le età, ma si riscontrano più comunemente nelle donne di età compresa tra 35 e 50 anni. Circa il 30% dei fibromi causano sanguinamento uterino anomalo per quantità e durata, dismenorrea, disturbi pelvici e dolore dovuto alla pressione su organi e strutture adiacenti, nonché complicazioni ostetriche come infertilità, aborti ricorrenti o travaglio pretermine. Questa sintomatologia impatta negativamente sulla qualità della vita di una donna. I fibromi uterini costituiscono un problema sociale e sanitario significativo, che porta a ricoveri ginecologici e a circa l’80% di tutte le isterectomie. Pertanto, la gestione dei sintomi risulta fondamentale per migliorare la qualità di vita delle donne con diagnosi di fibromatosi.
Il trattamento con termoablazione a radiofrequenza agisce mediante la produzione di calore diretto al mioma. Le temperature raggiungono gli 80-90°C, provocando la denaturazione proteica e la necrosi del tessuto miomatoso. La distruzione selettiva del mioma riduce la sua dimensione e allevia i sintomi come il sanguinamento e il dolore.
La procedura viene eseguita in regime di Day Hospital, richiede un’anestesia locoregionale o una sedazione profonda. La durata varia tra i 15 e i 45 minuti a seconda del numero dei miomi da trattare.
Questo approccio riduce notevolmente il rischio di infezioni ed emorragie post-operatorie.
Il controllo del sanguinamento lo si vede subito al primo – secondo ciclo mestruale con la scomparsa delle metrorragie e si ottiene una riduzione volumetrica del mioma fino al 50 % a 6 mesi e fino al 70-90 % a 12 mesi.
Uno dei principali vantaggi di questa tecnica è la minima invasività. A differenza della miomectomia, che richiede un'incisione chirurgica, la miolisi a radiofrequenza viene effettuata per via transvaginale riducendo al minimo il trauma tissutale.
Antonio Pellegrino, Direttore del Dipartimento Innovazione e Chirurgia Robotica dell'ASST, nonché Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale “A. Manzoni”, spiega: “La Ginecologia dell’ASST di Lecco è una delle poche realtà italiane che offre alle proprie pazienti questo innovativo trattamento. Il fibroma uterino è una lesione del viscere uterino, con un tasso di prevalenza del 70%, rappresentando la patologia benigna più comune nelle donne durante l’età riproduttiva. Attualmente presso la nostra Unità Operativa di Ginecologia sono disponibili diversi trattamenti per i fibromi e la sintomatologia ad essi associata, che vanno dalla gestione medica farmacologica alle opzioni chirurgiche convenzionali e a quelle più recenti e meno invasive. La scelta di un’opzione terapeutica appropriata tiene conto di vari aspetti, come le dimensioni, il numero e la localizzazione dei fibromi, la presenza dei sintomi, l’età della paziente, il desiderio di preservare la fertilità e le preferenze della singola persona. Negli ultimi anni è aumentato l’interesse per tecniche meno invasive che preservino la fertilità. In letteratura sono riportati studi che evidenziano come l’80% delle donne preferisca alternative di questo tipo per la gestione dei fibromi e il 50% di loro desidera conservare l’utero. A mio parere, la miolisi a radiofrequenza rappresenta un'alternativa alle tradizionali opzioni chirurgiche come la miomectomia e l’isterectomia, con il vantaggio di ridurre i tempi di recupero e i rischi associati a interventi più invasivi. È una metodologia sicura e personalizzabile a seconda del caso clinico di ogni donna. Questa nuova tecnologia potrebbe, in futuro, aiutarci a cambiare la gestione dei fibromi uterini sintomatici”.
Silvia Corso, ginecologa della SC di Ostetricia e Ginecologia dell'ASST di Lecco e referente del trattamento miolisi a radiofrequenza, aggiunge: “Abbiamo trattato con successo, per la prima volta nella nostra Azienda, tre donne affette da mioma uterino con questa particolare tecnica che utilizza onde elettromagnetiche ad alta frequenza per generare calore e che rimuove selettivamente il tessuto miomatoso. Le indicazioni cliniche sono le stesse che da sempre portano in sala operatoria le pazienti: sanguinamento uterino anomalo, cicli con anemizzazione secondaria, dolore pelvico, disfunzioni del sistema urinario o intestinale causate dalla compressione da parte dei miomi degli organi vicini, infertilità associata a miomi sottomucosi o intramurali”.
Mioma uterino: meccanismo d'azione e vantaggi della miolisi a radiofrequenza
I fibromi vengono diagnosticati nelle donne di tutte le età, ma si riscontrano più comunemente nelle donne di età compresa tra 35 e 50 anni. Circa il 30% dei fibromi causano sanguinamento uterino anomalo per quantità e durata, dismenorrea, disturbi pelvici e dolore dovuto alla pressione su organi e strutture adiacenti, nonché complicazioni ostetriche come infertilità, aborti ricorrenti o travaglio pretermine. Questa sintomatologia impatta negativamente sulla qualità della vita di una donna. I fibromi uterini costituiscono un problema sociale e sanitario significativo, che porta a ricoveri ginecologici e a circa l’80% di tutte le isterectomie. Pertanto, la gestione dei sintomi risulta fondamentale per migliorare la qualità di vita delle donne con diagnosi di fibromatosi.
Il trattamento con termoablazione a radiofrequenza agisce mediante la produzione di calore diretto al mioma. Le temperature raggiungono gli 80-90°C, provocando la denaturazione proteica e la necrosi del tessuto miomatoso. La distruzione selettiva del mioma riduce la sua dimensione e allevia i sintomi come il sanguinamento e il dolore.
La procedura viene eseguita in regime di Day Hospital, richiede un’anestesia locoregionale o una sedazione profonda. La durata varia tra i 15 e i 45 minuti a seconda del numero dei miomi da trattare.
Questo approccio riduce notevolmente il rischio di infezioni ed emorragie post-operatorie.
Il controllo del sanguinamento lo si vede subito al primo – secondo ciclo mestruale con la scomparsa delle metrorragie e si ottiene una riduzione volumetrica del mioma fino al 50 % a 6 mesi e fino al 70-90 % a 12 mesi.
Uno dei principali vantaggi di questa tecnica è la minima invasività. A differenza della miomectomia, che richiede un'incisione chirurgica, la miolisi a radiofrequenza viene effettuata per via transvaginale riducendo al minimo il trauma tissutale.
