Guerra del cavalierino vol.2: la sceneggiata di Zamperini in Regione. Si siede al banco della Giunta, per venir sloggiato
Ciak, azione... l'imbarazzo è servito. Strascico al Pirellone per la "guerra del cavalierino", con il consigliere regionale lecchese di Fratelli d'Italia Giacomo Zamperini resosi protagonista di un teatrino che ha lasciato basita gran parte dell'Aula, dall'opposizione ad un'ampia fetta della maggioranza, con diversi consiglieri e esponenti della Giunta Fontana increduli nell'assistere a una sceneggiata goliardica, forse, nelle intenzioni del suo ideatore, ma indubbiamente, a detta di chiunque, irrispettosa per la terza Camera del Paese.
E pensare che sarebbe semplicemente bastato chiedere scusa. Scusa per i messaggi "sopra le righe" inviati alla consigliera provinciale Silvia Bosio dopo lo sgarbo istituzionale dell’assessore Caruso con cui la scorsa settimana era arrivato a Varenna in barchetta. Scusa per non aver consigliato - dopo la presa di posizione della delegata alla Cultura che, nonostante gli accordi presi tra Uffici, non ha voluto la rappresentante dell'amministrazione Hofmann con sè al tavolo - alla collega di partito che la cosa più semplice era applicare un po’ di cortesia tra ospite e padrone di casa.
Ma no, Zamperini, ad abbassare il capo ha preferito, invece, ancora una volta, l'esasperazione. Sconfinando però nel ridicolo, con tanto di "paparazzi" di partito pronti - su sua sollecitazione - a immortalare una gag che non ha fatto ridere nessuno.

Oggetto dei suoi attacchi, questa volta, il Sottosegretario Mauro Piazza, considerato evidentemente un nemico più temibile della sinistra, reo, probabilmente ai suoi occhi, di aver difeso la dignità della Provincia di Lecco e la persona di Silvia Bosio. E così lunedì eccolo intervenire in una riunione di maggioranza, da remoto, dove volutamente storpiava il cognome del leghista, in "Pazza" (con un tasso di originalità rasente allo zero). Ieri, invece, la messa in scena nell'aula consigliare di Palazzo Pirelli, dove si è seduto al fianco di Piazza tra i banchi della Giunta (dove non potrebbe) esibendo un cavalierino con il suo nome. Chiaro il messaggio che voleva trasmettere, infischiandosi di qualsiasi galateo istituzionale e del rispetto per la funzione ricoperta: se ho il segnaposto (come la Bosio a Varenna) posso sedermi dove voglio. Non ha fatto ridere nessuno, pur avendo compreso tutti il riferimento essendo l'accaduto a Villa Monastero subito rimbalzato di stanza in stanza a Palazzo Lombardia.
Attonito e schifato lo sguardo di Piazza, mentre Zamperini incitava, come accennato, i colleghi del suo gruppo a scattare foto, per immortalare la sua bravata. Il tutto finché Jacopo Scandella dell’Ufficio di presidenza non si è visto costretto a invitarlo a rispettare le regole ed i commessi d’aula ad indurre il consigliere meloniano a sloggiare. Nell'imbarazzo generale, non sono mancate attestazioni di solidarietà a Piazza.
Come lecchesi meritiamo davvero di essere sulla bocca di tutti, in Regione, per questo? Sipario.
E pensare che sarebbe semplicemente bastato chiedere scusa. Scusa per i messaggi "sopra le righe" inviati alla consigliera provinciale Silvia Bosio dopo lo sgarbo istituzionale dell’assessore Caruso con cui la scorsa settimana era arrivato a Varenna in barchetta. Scusa per non aver consigliato - dopo la presa di posizione della delegata alla Cultura che, nonostante gli accordi presi tra Uffici, non ha voluto la rappresentante dell'amministrazione Hofmann con sè al tavolo - alla collega di partito che la cosa più semplice era applicare un po’ di cortesia tra ospite e padrone di casa.
Ma no, Zamperini, ad abbassare il capo ha preferito, invece, ancora una volta, l'esasperazione. Sconfinando però nel ridicolo, con tanto di "paparazzi" di partito pronti - su sua sollecitazione - a immortalare una gag che non ha fatto ridere nessuno.

Zamperini sui banchi della giunta accanto a Piazza con il suo cavalierino
in una foto scattata dai compagni di partito prima di venir allontanato
in una foto scattata dai compagni di partito prima di venir allontanato
Oggetto dei suoi attacchi, questa volta, il Sottosegretario Mauro Piazza, considerato evidentemente un nemico più temibile della sinistra, reo, probabilmente ai suoi occhi, di aver difeso la dignità della Provincia di Lecco e la persona di Silvia Bosio. E così lunedì eccolo intervenire in una riunione di maggioranza, da remoto, dove volutamente storpiava il cognome del leghista, in "Pazza" (con un tasso di originalità rasente allo zero). Ieri, invece, la messa in scena nell'aula consigliare di Palazzo Pirelli, dove si è seduto al fianco di Piazza tra i banchi della Giunta (dove non potrebbe) esibendo un cavalierino con il suo nome. Chiaro il messaggio che voleva trasmettere, infischiandosi di qualsiasi galateo istituzionale e del rispetto per la funzione ricoperta: se ho il segnaposto (come la Bosio a Varenna) posso sedermi dove voglio. Non ha fatto ridere nessuno, pur avendo compreso tutti il riferimento essendo l'accaduto a Villa Monastero subito rimbalzato di stanza in stanza a Palazzo Lombardia.
Attonito e schifato lo sguardo di Piazza, mentre Zamperini incitava, come accennato, i colleghi del suo gruppo a scattare foto, per immortalare la sua bravata. Il tutto finché Jacopo Scandella dell’Ufficio di presidenza non si è visto costretto a invitarlo a rispettare le regole ed i commessi d’aula ad indurre il consigliere meloniano a sloggiare. Nell'imbarazzo generale, non sono mancate attestazioni di solidarietà a Piazza.
Come lecchesi meritiamo davvero di essere sulla bocca di tutti, in Regione, per questo? Sipario.
