Lecco: “aiutini” all’esame per la patente, condannato
Si è presentato all’esame per il conseguimento della patente dotato di microcamera, modem, telefono cellulare e smartphone occultati e finalizzati a trasmettere a un suggeritore esterno le domande dei quiz. Ma se questa strumentazione non è bastata per fargli superare il test (con oltre tre errori commessi), è stata invece sufficiente per causargli una condanna a due mesi e al pagamento delle spese processuali, come sentenziato dal giudice Bianca Maria Bianchi.
I fatti risalgono al 28 dicembre 2022 quando in motorizzazione a Lecco si sta svolgendo una seduta per gli esami della patente B.
Due uomini di origine pakistana vengono notati per la loro postura, eretta e immobile davanti allo schermo utilizzato per il test informatizzato. I commissari, insospettiti dall’atteggiamento e con buona probabilità non nuovi a queste astuzie, chiamano la Questura che invia sul posto una pattuglia.
“Al nostro arrivo abbiamo notato i due soggetti, indicatici dalla commissione, che erano immobili davanti al video. L’esame era finito da un paio di minuti” ha raccontato l’operante “abbiamo identificato le due persone e indosso all’imputato abbiamo notato un polsino di colore nero, grande circa 10 centimetri. La fascia aveva un forellino e all’interno, a seguito di perquisizione personale, abbiamo trovato occultata una microcamera che trasmetteva le immagini del quiz proiettato a video al suggeritore esterno”.
Il sistema prevedeva che, grazie al modem e al cellulare, trovati indosso all’uomo, la microcamera inquadrasse il quiz e consentisse al suggeritore di prendere visione delle domande.
In base alla riposta, vero o falso, veniva inviato un segnale allo smartwatch che vibrava una o due volte, a seconda della risposta.
Quando i poliziotti hanno perquisito l’uomo gli strumenti erano perfettamente funzionanti e accesi e l’inganno è stato presto scoperto.
Per lo straniero è scattata la denuncia per violazione della legge 475 del 1925, articolo 1 .
A fronte della richiesta di condanna a un anno di reclusione, chiesa dal vpo Mattia Mascaro, il giudice ha sentenziato una pena più lieve a due mesi.
I fatti risalgono al 28 dicembre 2022 quando in motorizzazione a Lecco si sta svolgendo una seduta per gli esami della patente B.
Due uomini di origine pakistana vengono notati per la loro postura, eretta e immobile davanti allo schermo utilizzato per il test informatizzato. I commissari, insospettiti dall’atteggiamento e con buona probabilità non nuovi a queste astuzie, chiamano la Questura che invia sul posto una pattuglia.
“Al nostro arrivo abbiamo notato i due soggetti, indicatici dalla commissione, che erano immobili davanti al video. L’esame era finito da un paio di minuti” ha raccontato l’operante “abbiamo identificato le due persone e indosso all’imputato abbiamo notato un polsino di colore nero, grande circa 10 centimetri. La fascia aveva un forellino e all’interno, a seguito di perquisizione personale, abbiamo trovato occultata una microcamera che trasmetteva le immagini del quiz proiettato a video al suggeritore esterno”.
Il sistema prevedeva che, grazie al modem e al cellulare, trovati indosso all’uomo, la microcamera inquadrasse il quiz e consentisse al suggeritore di prendere visione delle domande.
In base alla riposta, vero o falso, veniva inviato un segnale allo smartwatch che vibrava una o due volte, a seconda della risposta.
Quando i poliziotti hanno perquisito l’uomo gli strumenti erano perfettamente funzionanti e accesi e l’inganno è stato presto scoperto.
Per lo straniero è scattata la denuncia per violazione della legge 475 del 1925, articolo 1 .
A fronte della richiesta di condanna a un anno di reclusione, chiesa dal vpo Mattia Mascaro, il giudice ha sentenziato una pena più lieve a due mesi.
S.V.