Lecco: tenta di rubare prodotti per oltre mille euro, condannata
Un anno e 4 mesi di reclusione, con risarcimento del danno da definirsi per la costituita parte civile e il pagamento delle spese processuali: è la pena decisa quest'oggi dal giudice Giulia Barazzetta per una donna sudamericana accusata di furto aggravato per aver sottratto dagli scaffali dell'Esselunga di Lecco prodotti del valore complessivo di più di mille euro.
Era stata vista, una mattina di dicembre del 2022, dalla security in borghese del supermercato, insieme ad una connazionale che avrebbe fatto da “palo”, aggirarsi per le corsie e prelevare prodotti di elettronica, make-up e generi alimentari in continuazione, talvolta togliendoli dalla confezione, per poi riporli in alcune borse.
Quest'oggi, prima di dichiarare conclusa la fase dibattimentale, è stato escusso come testimone l'addetto alla sorveglianza del supermercato che aveva fermato le donne, notando l'atteggiamento sospetto: per quasi un'ora le due avrebbero continuato a fare avanti e indietro dal reparto profumeria, prendere articoli e sconfezionarli, finchè non si sarebbero presentate in cassa per pagare solamente delle bottiglie d'acqua.
“A quel punto ho chiesto loro di visionare le borse che portavano appesa al carrello e in spalla” ha dichiarato il testimone. Le due sudamericane, si sarebbero dimostrate calme e collaborative, ma dopo aver riferito che potevano pagare la merce con solo 20 euro, l'addetto si è visto costretto a chiamare le forze dell'ordine.
In totale Esselunga S.p.a, che ha presentato formale denuncia a querela e si è costituita parte civile in questo procedimento, ha stimato in 1.038 euro il valore totale della merce occultata dalla donna, con prodotti non più rivendibili a causa del danneggiamento della confezione per ben 518 euro.
Chiamate le parti a presentare le proprie conclusioni, la pubblica accusa (nella persona del vpo Caterina Scarselli) ha chiesto la riqualificazione del fatto contestato in furto tentato e una condanna a 6 mesi di reclusione e 450 euro di multa; derubricazione a cui si è opposta la parte civile, che aggiunto alla propria richiesta di condanna dell'imputata un risarcimento del danno da quantificare in sede civile. Si è associata invece alla richiesta del vpo il difensore, l'avvocato Simona Crippa del foro di Lecco: oltre alla riqualificazione, ritenendo anche l'insussistenza della contestata aggravante della violenza sulle cose, ha chiesto al giudice il minimo della pena per la propria assistita e l'applicazione delle circostanze attenuanti generiche.
Dopo pochi minuti di camera di consiglio, la dottoressa Barazzetta ha letto alle parti il dispositivo della sentenza di condanna, stabilita tenendo conto delle attenuanti generiche e dell'aggravante della recidiva.
Era stata vista, una mattina di dicembre del 2022, dalla security in borghese del supermercato, insieme ad una connazionale che avrebbe fatto da “palo”, aggirarsi per le corsie e prelevare prodotti di elettronica, make-up e generi alimentari in continuazione, talvolta togliendoli dalla confezione, per poi riporli in alcune borse.
Quest'oggi, prima di dichiarare conclusa la fase dibattimentale, è stato escusso come testimone l'addetto alla sorveglianza del supermercato che aveva fermato le donne, notando l'atteggiamento sospetto: per quasi un'ora le due avrebbero continuato a fare avanti e indietro dal reparto profumeria, prendere articoli e sconfezionarli, finchè non si sarebbero presentate in cassa per pagare solamente delle bottiglie d'acqua.
“A quel punto ho chiesto loro di visionare le borse che portavano appesa al carrello e in spalla” ha dichiarato il testimone. Le due sudamericane, si sarebbero dimostrate calme e collaborative, ma dopo aver riferito che potevano pagare la merce con solo 20 euro, l'addetto si è visto costretto a chiamare le forze dell'ordine.
In totale Esselunga S.p.a, che ha presentato formale denuncia a querela e si è costituita parte civile in questo procedimento, ha stimato in 1.038 euro il valore totale della merce occultata dalla donna, con prodotti non più rivendibili a causa del danneggiamento della confezione per ben 518 euro.
Chiamate le parti a presentare le proprie conclusioni, la pubblica accusa (nella persona del vpo Caterina Scarselli) ha chiesto la riqualificazione del fatto contestato in furto tentato e una condanna a 6 mesi di reclusione e 450 euro di multa; derubricazione a cui si è opposta la parte civile, che aggiunto alla propria richiesta di condanna dell'imputata un risarcimento del danno da quantificare in sede civile. Si è associata invece alla richiesta del vpo il difensore, l'avvocato Simona Crippa del foro di Lecco: oltre alla riqualificazione, ritenendo anche l'insussistenza della contestata aggravante della violenza sulle cose, ha chiesto al giudice il minimo della pena per la propria assistita e l'applicazione delle circostanze attenuanti generiche.
Dopo pochi minuti di camera di consiglio, la dottoressa Barazzetta ha letto alle parti il dispositivo della sentenza di condanna, stabilita tenendo conto delle attenuanti generiche e dell'aggravante della recidiva.
F.F.