Un fumetto per attrarre gli studenti lecchesi ai 'tirabagia'
Un fumetto per avvicinare i giovani al mondo dell’acciaio e convincerli che il lavoro in fabbrica non è degradante. E la presentazione non poteva tra l’altro trascurare le incognite e dei tempi e del momento: da un lato l’avvento dell’intelligenza artificiale sulla quale per il momento la vecchia ed epica figura del “tirabagia” ha ancora qualche vantaggio, dall’altro la guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti con gli annunciati dazi che preoccupa anche se i timori reali continuano a essere per i costi dell’energia.

L’incontro si è tenuto questa mattina in un luogo più che iconico, quale l’Officina Badoni di corso Matteotti a Castello, su iniziativa di un gruppo industriale leader nel settore dell’acciaio e con le radici a Lecco: la “Steelgroup Holding” che comprende la Ita di Calolziocorte, la Mab di Lecco e altre due aziende in Veneto: la Cb in provincia di Vicenza e la Far in quella di Belluno.

Una storia che è ormai secolare – come ha detto l’amministratore delegato Andrea Beri – ricordando come fu nel 1923 che il nonno aprì la prima “partita Iva”. Ed è stato proprio per celebrare il centenario che si è decisa la forma insolita di un fumetto rivolto ai ragazzi, realizzato in collaborazione con Teka Edizioni guidata da Mariangela Tentori che si è rivolta allo scrittore Stefano Motta per la sceneggiatura, all’illustratrice Alessa Buffolo per i disegni e alla colorista Daria Cerchi.

E’ stato proprio Beri a spiegare l’iniziativa: «Il fumetto è una forma accattivante per raggiungere i giovani, convincerli che il lavoro meccanico non è sporco, ma utile. Il fumetto, quindi, come strumento per far innamorare gli studenti, avvicinarli al nostro lavoro. Questo fumetto è dedicato alla mia famiglia e non a caso c’è una donna come protagonista. E’ dedicato a mia madre che tanto mi ha insegnato, a mia moglie e a mia figlia».
La storia – la trama la lasciamo scoprire ai lettori – si svolge nell’ambiente automobilistico, in particolare in quella disciplina che si chiama drafting. E alla modernità unisce anche pagine dedicate alla storia dell’industria lecchese coi vecchi magli e le vecchie ruote idrauliche.

Domina il colore rosso, che è il colore sociale della holding ma anche a simboleggiare il filo rosso che è quello dell’acciaio, «a ricordare – ha detto ancora Beri - come l’acciaio sia dappertutto e sia un materiale con l’innovazione nel suo dna, visto che è riciclabile interamente e quindi sostenibile. E di tutto ciò, magari nel nostro quotidiano non ci accorgiamo». E così, il filo rosso è diventato "Il Filo del mondo”, appunto il titolo del fumetto.
Da parte sua, Motta ha spiegato come nella sceneggiatura abbia dovuto fare i conti con alcuni limiti, dovuti a ragioni di riservatezza e di segreto industriali per cui certi particolari non li si poteva accennare, «ma i limiti – ha precisato – non sono costrizioni ma fonte di ispirazione. Alla fine, il messaggio che esce dalla storia è se nella vita paghi l’essere competitivo o la responsabilità dell’essere competenti, perché la vita non è una gara, ma una responsabilità. Abbiamo quindi voluto seminare queste idee per convincere i giovani che frequentare un istituto tecnico o un centro professionale non è una sconfitta, che si può essere utili anche utilizzando le mani ed è una forma di magia. Del resto nel medioevo si parlava di arti e non di mestieri. Lecco è la città della montagna, del vento, del lago, della letteratura e del ferro. E allora occorre pensare al filo d’acciaio che, in fase di trafilatura, più si assottiglia e più diventa resistente. Come le nostre vite che con il tempo si temprano».

La disegnatrice Buffolo ha parlato di un lavoro emozionante che ci ha dato la possibilità di trasmettere molti messaggi. «In quanto al tratto, è un po’ teso e nervoso perché nella mia testa ricorda un po’ il filo di acciaio»

Cerchi ha invece ricordato come il compito di una colorista sia quello di creare un’atmosfera, una magia. Ed è anche per questo che, nel fumetto, «l’acciaio è evidenziato in rosso proprio a rappresentare un filo rosso».
Il fumetto è stato realizzato in due lingue (italiano e inglese) e in due formati: uno più elegante da destinare alle biblioteche e uno più agevole per la diffusione la più massiccia possibile fra i ragazzi. E infatti nelle prossime settimane comincerà la distribuzione in tutte le scuole medie del territorio.

A questo proposito è intervenuto anche il dirigente scolastico provinciale Adamo Castelnuovo per il quale «se da un lato l’acciaio può essere il binario su cui deve procedere la nostra scuola, dall’altro va visto anche come punto di sutura tra le generazioni. Perché tramanda un senso di appartenenza alla nostra comunità e se non sappiamo coltivarlo rischiamo di perdere un patrimonio. Io, da ragzzo, come molti della nostra età, ho visto l’acciaio rovente nelle officine ed è un’immagine che resta sotto cute. Forse i giovani d’oggi quell’immagine non l’hanno avuta sotto gli occhi. E allora occorre far capire loro che si tratta della storia delle nostre aziende, di questo luogo, dei nostri nonni».

Tentori di Teka Edizioni ha poi interrogato Beri sulle questioni dell’intelligenza artificiale e della “guerra dei dazi”.
A proposito di intelligenza artificiale, Beri ha parlato di un’opportunità: «Entrando in un processo come quello del trafiliere ne ottimizza l’opera. Ma c’è ancora una manualità che è importante, perché le misure dei pezzi sono diversissime e alle diverse esigenze si adegua più velocemente l’operaio. L’intelligenza artificiale sarà quindi un supporto, ma non andrà a escludere la manodopera tradizionale. Per la quale c’è ancora un futuro».

Sul “fronte” dei dazi, ha poi detto: «E’ una situazione complicata, ma penso che potrà essere lo spunto per migliorare ulteriormente. Trump è più un uomo d’affari che un presidente: ama giocare, ma il problema è che gioca con il mondo. Credo comunque che vi siano più effetti collaterali che diretti. Se il prodotto è di qualità, continuerà a essere comprato nonostante i dazi; il problema è che i maggiori costi saranno pagati dall’utilizzatore finale. Mentre l’accanimento contro la Cina, la costringerà a trovare nuovi sbocchi dove collocare i prodotti che erano venduti sul mercato americano. Ma il problema più grosso, oggi, è nel settore energetico. Perché quando si innova, non bisogna pensare solo a collocare una nuova macchina ma anche a come farla funzionare e quindi al consumo energetico. E il prezzo dell’energia può fare la differenza. Ed è un problema finito in secondo piano per la questione dei dazi ma che resta centrale».


All’incontro hanno portato il loro saluto anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni («Questo fumetto come una nuova declinazione della cultura del fare, un omaggio al territorio») e quello di Calolziocorte Marco Ghezzi a rappresentare il luogo dove Steelgrup ha il suo quartier generale.
L’incontro si è tenuto questa mattina in un luogo più che iconico, quale l’Officina Badoni di corso Matteotti a Castello, su iniziativa di un gruppo industriale leader nel settore dell’acciaio e con le radici a Lecco: la “Steelgroup Holding” che comprende la Ita di Calolziocorte, la Mab di Lecco e altre due aziende in Veneto: la Cb in provincia di Vicenza e la Far in quella di Belluno.
Una storia che è ormai secolare – come ha detto l’amministratore delegato Andrea Beri – ricordando come fu nel 1923 che il nonno aprì la prima “partita Iva”. Ed è stato proprio per celebrare il centenario che si è decisa la forma insolita di un fumetto rivolto ai ragazzi, realizzato in collaborazione con Teka Edizioni guidata da Mariangela Tentori che si è rivolta allo scrittore Stefano Motta per la sceneggiatura, all’illustratrice Alessa Buffolo per i disegni e alla colorista Daria Cerchi.

Andrea Beri
E’ stato proprio Beri a spiegare l’iniziativa: «Il fumetto è una forma accattivante per raggiungere i giovani, convincerli che il lavoro meccanico non è sporco, ma utile. Il fumetto, quindi, come strumento per far innamorare gli studenti, avvicinarli al nostro lavoro. Questo fumetto è dedicato alla mia famiglia e non a caso c’è una donna come protagonista. E’ dedicato a mia madre che tanto mi ha insegnato, a mia moglie e a mia figlia».
Domina il colore rosso, che è il colore sociale della holding ma anche a simboleggiare il filo rosso che è quello dell’acciaio, «a ricordare – ha detto ancora Beri - come l’acciaio sia dappertutto e sia un materiale con l’innovazione nel suo dna, visto che è riciclabile interamente e quindi sostenibile. E di tutto ciò, magari nel nostro quotidiano non ci accorgiamo». E così, il filo rosso è diventato "Il Filo del mondo”, appunto il titolo del fumetto.
Stefano Motta
Da parte sua, Motta ha spiegato come nella sceneggiatura abbia dovuto fare i conti con alcuni limiti, dovuti a ragioni di riservatezza e di segreto industriali per cui certi particolari non li si poteva accennare, «ma i limiti – ha precisato – non sono costrizioni ma fonte di ispirazione. Alla fine, il messaggio che esce dalla storia è se nella vita paghi l’essere competitivo o la responsabilità dell’essere competenti, perché la vita non è una gara, ma una responsabilità. Abbiamo quindi voluto seminare queste idee per convincere i giovani che frequentare un istituto tecnico o un centro professionale non è una sconfitta, che si può essere utili anche utilizzando le mani ed è una forma di magia. Del resto nel medioevo si parlava di arti e non di mestieri. Lecco è la città della montagna, del vento, del lago, della letteratura e del ferro. E allora occorre pensare al filo d’acciaio che, in fase di trafilatura, più si assottiglia e più diventa resistente. Come le nostre vite che con il tempo si temprano».
Alessia Buffolo
La disegnatrice Buffolo ha parlato di un lavoro emozionante che ci ha dato la possibilità di trasmettere molti messaggi. «In quanto al tratto, è un po’ teso e nervoso perché nella mia testa ricorda un po’ il filo di acciaio»
Daria Cerchi
Cerchi ha invece ricordato come il compito di una colorista sia quello di creare un’atmosfera, una magia. Ed è anche per questo che, nel fumetto, «l’acciaio è evidenziato in rosso proprio a rappresentare un filo rosso».
Il fumetto è stato realizzato in due lingue (italiano e inglese) e in due formati: uno più elegante da destinare alle biblioteche e uno più agevole per la diffusione la più massiccia possibile fra i ragazzi. E infatti nelle prossime settimane comincerà la distribuzione in tutte le scuole medie del territorio.
Adamo Castelnuovo
A questo proposito è intervenuto anche il dirigente scolastico provinciale Adamo Castelnuovo per il quale «se da un lato l’acciaio può essere il binario su cui deve procedere la nostra scuola, dall’altro va visto anche come punto di sutura tra le generazioni. Perché tramanda un senso di appartenenza alla nostra comunità e se non sappiamo coltivarlo rischiamo di perdere un patrimonio. Io, da ragzzo, come molti della nostra età, ho visto l’acciaio rovente nelle officine ed è un’immagine che resta sotto cute. Forse i giovani d’oggi quell’immagine non l’hanno avuta sotto gli occhi. E allora occorre far capire loro che si tratta della storia delle nostre aziende, di questo luogo, dei nostri nonni».
Tentori di Teka Edizioni ha poi interrogato Beri sulle questioni dell’intelligenza artificiale e della “guerra dei dazi”.
A proposito di intelligenza artificiale, Beri ha parlato di un’opportunità: «Entrando in un processo come quello del trafiliere ne ottimizza l’opera. Ma c’è ancora una manualità che è importante, perché le misure dei pezzi sono diversissime e alle diverse esigenze si adegua più velocemente l’operaio. L’intelligenza artificiale sarà quindi un supporto, ma non andrà a escludere la manodopera tradizionale. Per la quale c’è ancora un futuro».
Sul “fronte” dei dazi, ha poi detto: «E’ una situazione complicata, ma penso che potrà essere lo spunto per migliorare ulteriormente. Trump è più un uomo d’affari che un presidente: ama giocare, ma il problema è che gioca con il mondo. Credo comunque che vi siano più effetti collaterali che diretti. Se il prodotto è di qualità, continuerà a essere comprato nonostante i dazi; il problema è che i maggiori costi saranno pagati dall’utilizzatore finale. Mentre l’accanimento contro la Cina, la costringerà a trovare nuovi sbocchi dove collocare i prodotti che erano venduti sul mercato americano. Ma il problema più grosso, oggi, è nel settore energetico. Perché quando si innova, non bisogna pensare solo a collocare una nuova macchina ma anche a come farla funzionare e quindi al consumo energetico. E il prezzo dell’energia può fare la differenza. Ed è un problema finito in secondo piano per la questione dei dazi ma che resta centrale».
Mauro Gattinoni. Sotto Marco Ghezzi
All’incontro hanno portato il loro saluto anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni («Questo fumetto come una nuova declinazione della cultura del fare, un omaggio al territorio») e quello di Calolziocorte Marco Ghezzi a rappresentare il luogo dove Steelgrup ha il suo quartier generale.
D.C.