Lecco, i sindaci del dopoguerra/11: la Dc elegge i suoi ultimi due primi cittadini, Mauri e Boscagli. La Lega entra in assise

Paolo Mauri, 43 anni, è il nuovo sindaco, dopo le elezioni amministrative del 1983. Mauri dichiara: "Gli amministratori si sentono impegnati al massimo, pur conoscendo i limiti di azione dell'Ente Locale, nel rendere la loro opera utile ed incisiva per la comunità. Ma l'impegno deve significare attuare i programmi ed in particolare rendere realtà completa quanto è stato descritto nel programma per i servizi e le opere pubbliche. Il nostro desiderio, lo scopo del nostro impegno sono che la città di Lecco superi le crisi economica ed occupazionale, definisca al più presto i progetti di sviluppo contenuti nel Piano Regolatore. La nostra aspirazione all'autonomia territoriale, ad essere Provincia, passa anche attraverso la realizzazione di un disegno di sviluppo e di crescita".
            La Democrazia Cristiana forma una Giunta monocolore, nella quale sono diversi gli esponenti del Movimento Popolare, con ben cinque assessori: Giulio Boscagli, Gaetano Grossi, Gianni Micheli, Giorgio Melesi, Alberto Cattaneo. Torna ad essere assessore anche l'intramontabile Antonio Beretta, già fedelissimo del compianto sen. Tommaso Morlino e da sempre esponente della forte sezione DC del quartiere Maggianico. Al quarto posto degli eletti del gruppo consiliare DC c'è il dott. Salvatore Bonalumi, già sindaco di Ballabio, assessore anni Sessanta al Comune di Lecco, poi assessore in Provincia a Como, vice-segretario provinciale della DC, esponente di primo piano del gruppo che fa riferimento alla corrente di centrismo popolare, con il ministro Mario Martinelli, di Como. Bonalumi è anche il segretario della numerosa sezione DC del quartiere Castello, avendo come principale collaboratore Giovanni Mauri. La DC ha diciassette seggi in Consiglio Comunale; quindi, è chiaro che la nuova Giunta sia garantita, come dichiara il sindaco Paolo Mauri, "dalle forze politiche che con il loro appoggio esterno ne hanno consentito la costituzione e ne garantiscono l'operatività".
            Capogruppo del PCI, che ha nove seggi, è il giovane architetto Giuseppe Conti, attuale sindaco di Garlate. La quota rosa del PCI è assicurata dalla presenza di Giancarla Riva Pessina e di Beatrice Stasi. Il PSI, che ha sei seggi, vede come capogruppo l'emergente Pierluigi Polverari, che ha iniziato l'attività politica nel suo quartiere Bonacina, salendo rapidamente nel PSI, dopo aver avuto anche un impegno sindacale nella UIL. Nel PSI c'è la prima presenza femminile, con Albertina De Micheli Guanci.
Paolo Mauri
            Paolo Mauri è sindaco dal 1983 alla primavera 1986. Lasciando l'incarico di primo cittadino, ricorda "di aver visto cantieri dell'attraversamento, nell'estate '83, e l'inaugurazione del nuovo ponte sull'Adda, nel 1985, presenti il ministro dei lavori pubblici Franco Nicolazzi, il sottosegretario Marte Ferrari, il presidente della Regione Lombardia Giuseppe Guzzetti, ed altre autorità". Mauri rammenta anche che la variante PRG 1981, quando era assessore all'urbanistica, fissò il tracciato dell'attraversamento come è stato poi realizzato. Chiese in quella sede che vi fosse una maggiore celerità nelle opere pubbliche, riferendosi, in particolare, alla Pedemontana, già pronta nel 1982/'83 nel progetto esecutivo ed ancora in attesa di realizzazione.
            Il successore di Paolo Mauri è Giulio Boscagli, 38 anni, esponente di MP, già vice-sindaco con funzioni vicarie, nonché assessore alla pubblica istruzione e cultura. E' stato eletto per la prima volta in Comune nel 1979.
            Nel 1985 un gruppo di nuovi dipendenti comunali si presenta nell'ufficio del sindaco Paolo Mauri per il giuramento di rito, con la formula di fedeltà alla Repubblica e di mantenimento del segreto d'ufficio. Nel gruppo c'è un giovane laureato di 24 anni, da poco entrato in servizio nel settore Servizi Sociali come operatore socio-educativo: è il dott. Virginio Brivio, che quel giorno nemmeno lontanamente pensava che nello stesso ufficio sarebbe entrato, nel 2010, come primo cittadino.
            Nel 1987 ci sono le elezioni politiche, dove Guido Alborghetti, del PCI, tornava per la quarta volta in Parlamento. I nuovi eletti erano Cesare Golfari, per la DC, a Palazzo Madama e Pierluigi Polverari, per il PSI, a Montecitorio. Per Polverari era la conclusione di un'ascesa nel Comune di Lecco alla segreteria del PSI e poi a parlamentare. Per Golfari era, invece, un ritorno alla ribalta dopo la presidenza regionale conclusa nel 1979.
            Nel 1988, dopo le nuove elezioni municipali, Giulio Boscagli, già sindaco dal 6 marzo 1986, succede a se stesso, con diciannove preferenze, quattordici schede bianche (PCI e PSI) e quattro astensioni (Lega e Verdi). Giulio Boscagli è sindaco, con il liberale Marco Cariboni vice. La nuova Giunta vede, a fianco di Boscagli e Cariboni, l'altro liberale Guido Alberti ed i Dc Luciano Giorgi, Alberto Cattaneo, Pierangelo Colombo, Gianni Micheli, Gaetano Grossi ed Eugenio Acquistapace. Capogruppo della DC è l'ex-sindaco Guido Puccio. C'è una rilevante novità: la quarta forza politica numericamente presente in Consiglio Comunale è la Lega Lombarda di Umberto Bossi, che ha ottenuto tre consiglieri. C'è una novità anche all'interno del gruppo consiliare DC, dove è stato eletto il quartetto di "giovani oratoriani" formato da Mauro Fumagalli, Mauro Frigerio, Emilio Aldeghi e Giovanni Fornoni. Quest'ultimo è l'attuale segretario cittadino di Lecco del Partito Democratico.
            Nel 1988 viene celebrato il 140° di Lecco città. Si ripercorre un glorioso passato confidando in un altrettanto promettente futuro. Ma non sarà così. Nella serata di sabato 1° ottobre, vigilia dell'antica festa di Lecco, parte da Bormio la fiaccola portata dai marciatori di Pian Sciresa. Ripercorre l'itinerario dei volontari lecchesi accorsi a Bormio e saliti alla quarta cantoniera dello Stelvio, rispondendo all'appello del Governo Provvisorio di Lombardia del 1848. La fiaccola viene accesa presso lo storico Kuerc, il cuore di Bormio, sotto l'antica Torre delle Ore. E' presente il sindaco di Bormio, senatore Francesco Forte, ministro della Repubblica. La partenza della fiaccola-staffetta è per un tracciato di 155 chilometri, che nella prima parte attraversa la Valtellina tremendamente ferita dall'alluvione del 1987, con la gigantesca frana del Monte Coppetto. La fiaccolata si conclude nel pomeriggio di domenica 2 ottobre, dopo oltre 16 ore, in piazza XX Settembre, accolta dal sindaco Giulio Boscagli e da altre autorità.
            Al Teatro della Società, nel 1990, la sera di vigilia della prima domenica di ottobre, sono rievocati i grandi cortei manzoniani del 1955 e del 1965, organizzati dall'ELMA, con il presidente Renato Corbetta. Vengono proiettati i documentari con le immagini più significative delle due manifestazioni. Il teatro è incapace di accogliere tutti i convenuti, tra i quali sono numerosissime le comparse dei cortei precedenti. Si auspica che venga rilanciata un'iniziativa di larghissimo richiamo turistico per la città.
Giulio Boscagli
            L'amministrazione Boscagli, nata nel 1988, con il vice sindaco liberale Marco Cariboni, si conclude nel 1992 con il vice sindaco socialista Angelo Valsecchi. E' il segno più evidente di nuove alleanze politiche, mentre sul tavolo dell'Amministrazione Comunale vi sono progetti ed iniziative di largo respiro, chiamati ad incidere ed a mutare il tessuto urbanistico della città, ad iniziare dall'intervento sull'area tra i ponti Vecchio e Nuovo, lungo la riva dell'Adda, tra via Azzone Visconti, via Aspromonte e via Bezzecca. Vi sono poi le aree Badoni, di corso Matteotti, e SAE, di corso Promessi Sposi-viale Montegrappa. La Giunta vive tutte le tensioni, le scosse, i tentativi di aggiustamento politico, che accompagnano a livello nazionale la fine di un ciclo storico, detto della Prima Repubblica. A fine dicembre 1992, il sindaco Giulio Boscagli rassegna le dimissioni e viene nominato il commissario prefettizio, Salvatore Cino. Boscagli sarà l'ultimo sindaco democristiano della lunga serie avviata nel 1948, quindi quasi 45 anni prima, con Ugo Bartesaghi. Vi saranno, infatti, tre sindaci della Lega: Giuseppe Pogliani, Lorenzo Bodega ed Antonella Faggi.
            C'è da ricordare che le votazioni per le municipali sono con il sistema proporzionale sino al 1988, quando ogni partito entrava in Consiglio Comunale con una quota di seggi proporzionale ai voti raccolti. Sindaco e Giunta venivano nominati all'interno dei 40 consiglieri eletti.
            Tutto viene cambiato con il 1992/1993, quando entra in vigore la legge per l'elezione diretta del sindaco votato dai cittadini, con la possibilità di un secondo turno di ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto i maggiori consensi, qualora nessun aspirante sindaco avesse superato nel primo turno il quorum del 50%. E' questa una novità introdotta anche a Lecco, in quanto la legge prevede tale normativa per i Comuni sopra i 15.000 abitanti. Il nuovo sistema elettorale ha coinciso anche con la fine della cosiddetta prima Repubblica. Al ballottaggio al Comune di Lecco si è andati da allora due volte, nel 1993 fra Giuseppe Pogliani e Rosy Granata, e nel 1997 fra Lorenzo Bodega e Gianfranco Scotti.
            Per dodici elezioni municipali, dal 1946 al 1988, la DC è stata sempre il primo partito al Comune di Lecco, variando da un minimo di 17 seggi, ad un massimo di 21. Clamoroso fu il risultato del dicembre 1952 quando, con capolista Ugo Bartesaghi, sindaco uscente, la DC ottenne la maggioranza assoluta dei seggi (21 su 40), superando da sola di oltre 1.000 voti tutte le altre liste messe insieme.
Aloisio Bonfanti
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