Galbiate: sport e disabilità al centro della serata di OGVN

Un’intervista a cinque voci in un contesto informale, come se si trattasse di una chiacchierata fra amici seduti al tavolino di un bar. Tre atleti, un padre e un giornalista. A legarli è la passione per lo sport paralimpico.
Mercoledì sera presso Lo Spot di Galbiate è andato in scena il primo di una serie di incontri a cura dell'associazione giovani OGVN di Oggiono nell'ambito di RISE TALK, progetto finanziato da Regione Lombardia insieme a Sport e Salute, di cui Vibes asd si è fatto capofila.
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Alcuni dei protagonisti della serata di mercoledì 19 marzo a Galbiate

''L’incontro di oggi è dedicato proprio allo sport e alla disabilità, per sottolineare l’importanza che queste attività ricoprono nella vita di ciascuno per il proprio benessere psicofisico'' ha affermato il presidente di OGVN – nonché relatore della serata, Simone Ripamonti. ''L’obiettivo di oggi sarà quello di avere una testimonianza diretta sia di chi fa parte di questo mondo da protagonista sia di coloro che lo circondano''.
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Simone Ripamonti di OGVN

Proprio per questo, sono stati intervistati anche Maurizio Spreafico, padre di Matilde, per testimoniare l’importanza di un approccio genitoriale propositivo verso figli con disabilità, e Andrea Scheurer, scrittore sportivo e fondatore del portale hockeyitalia.com. ''Esistono ancora troppe poche testate giornalistiche che parlano delle discipline paralimpiche. Lo sport va trattato senza distinzioni perché questi atleti sono estremamente competenti e non hanno nulla da invidiare a quelli normodotati''. 
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Maurizio Spreafico

L’affermazione del giornalista è stata ampiamente condivisa dai tre ospiti di spicco della serata, a partire da Kwadzo Klokpah, canoista paralimpico a Tokyo 2020 e Parigi 2024. ''All’estero esiste una cultura più forte rispetto a tutti i tipi di sport. La percezione degli italiani rispetto alla canoa è quasi nulla. L’unica cosa di cui si può parlare in quest’ambito è il calcio, aspetto che trovo offensivo di fronte alla vastità di discipline e di atleti che praticano questi sport apparentemente secondari'' ha detto il derviese. ''In questo senso, noi paralimpici siamo l’ultima ruota della ruota di scorta''. 
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 Santino Stillitano 

Sempre su questo aspetto,anche l’opinione di Santino Stillitano - giocatore paralimpico di ice hockey e atleta di lancio del peso e del disco - è stata decisa. ''Per assurdo, siamo conosciuti più all’estero che in Italia. Non sono solo le testate giornalistiche a non ritagliare abbastanza spazio alle discipline paralimpiche; neppure il Comitato Italiano si fa sentire a sufficienza''. 
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Matilde Spreafico

Insieme, l’ex atleta di scherma paralimpica – nonché membro storico di OGVN – Matilde Spreafico, ha commentato quello che è l’impianto culturale nella sua interezza. ''Le lacune sono diverse. Indossiamo la stessa maglia azzurra, cantiamo lo stesso inno quindi perché siamo fermi a queste distinzioni? Lo sport ha l’enorme forza di permettere a chiunque di mettere in campo le proprie e particolari abilità per poterle affinare al meglio. Avere dei punti di forza e dei punti di debolezza è un aspetto che appartiene alla vita di ciascuno''.
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Oltre alle oggettive criticità riscontrate nel nostro tempo, l’intervento è stato impreziosito dal valore autentico che rappresenta lo sport in sé e dell’importanza che esso ha rappresentato – e rappresenta tutt’oggi - nelle vite degli intervistati. 
''Come viene raccontato da Francesca Stucchi nel libro ''Nel vento dei desideri'', la mia vita non è stata facile, ma nello sport ho saputo trovare un canale fondamentale per non sentirmi mai escluso e per instaurare profondi legami di amicizia'' ha spiegato Kwadzo. ''Lo sport è nato come un divertimento ed è diventato poi un obiettivo importante, il quale mi ha permesso di affinare tutti quei valori di disciplina e rispetto che sono essenziali nella quotidianità di ciascuno''. 
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Kwadzo Klokpah

Anche l’emozione nell’indossare il tricolore è stata condivisa con il pubblico e fra gli atleti. ''È un sogno che avevo fin da piccolo – ha raccontato Santino – che si è coronato quando sono stato convocato nella nazionale. La mia prima olimpiade è stata un’enorme soddisfazione, specialmente per mio padre, il momento in cui ha assistito ad una mia partita per la prima volta''. 
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Ultimo a destra Andrea Scheurer

Uno degli aspetti più importanti dello sport, quello della competitività, è stato ampiamente trattato durante la serata, sia per quanto riguarda il ruolo dei genitori che quello degli atleti che gareggiano fra loro. Matilde è stata chiara al riguardo: ''Una sana competitività significa saper fare il tutto per tutto sulla pedana, ma considerare l’avversario alla tua pari quando la sfida si è conclusa. Le cause di una rivalità malsana sono soprattutto legate a coloro che non vivono di sport e cercano di intromettersi in un ambiente che conoscono solo superficialmente''.
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Suo padre Maurizio si è prontamente esposto in tal senso. ''Da genitore, credo che la cosa più importante da fare non sia imporre ai propri figli di diventare campioni perché una stella nasce da sé. Nel caso particolare dei genitori con figli aventi disabilità, credo sia fondamentale spronarli il più possibile per caricarli di autostima''.
Con i loro diversi punti di vista, gli ospiti sono stati in grado di ricostruire la narrativa della nostra attualità intrecciandola al loro storia in un dialogo molto costruttivo e stimolante. 
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Il progetto RISE continuerà con altri due incontri: uno mercoledì 16 aprile incentrato sul tema della psicologia nello sport, che approfondirà come esso contribuisca al benessere mentale; l’ultimo avverrà in maggio è tratterà lo sport come strumento di rinascita personale per superare i momenti difficili della vita.
M.E.
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