ASST Lecco: nuovo servizio psicologico per i pazienti in terapia del dolore, 'i risultati già si vedono'
Il dolore produce disagio; il disagio genera problematiche psicologiche: un circolo vizioso che va interrotto. Curando corpo e mente, insieme. In maniera olistica. E' partendo da questo presupposto che l'ASST di Lecco, recentemente, ha avviato un servizio di supporto psicologico dedicato ai pazienti dell'ambulatorio di terapia del dolore ed in particolare, in prima battuta, ai candidati all'impianto di specifici dispositivi per la riduzione del “male” percepito, come neurostimolatori o pompe intratecali.

“L'ambulatorio – spiega il responsabile, l'anestesista Paolo Maniglia, operativo tanto al Manzoni di Lecco quanto al Mandic di Merate – negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale, sia per tipologia di pazienti che vi afferiscono sia per numero. Ci siamo specializzati sull'attività impiantistica: “installiamo” nei corpi dei pazienti devices che ci permettono di andare a interrompere la percezione del dolore, migliorandone la qualità della vita”. E' una metodica che deve essere però metabolizzata e accettata dal paziente stesso, che deve tollerare l'inserimento nella sua colonna o nei suoi arti del dispositivo che non porta alla “rimozione” del dolore ma a una sua attenuazione, alle volte completa, alla volte al 50%, alle volte in percentuale inferiore, come precisato ulteriormente dal dottor Maniglia, affiancato – in qualità di referente per il progetto, lato ambulatorio – dalla collega Elena Pitino.
Dall'altra parte, trattandosi appunto di una collaborazione interdisciplinare, la struttura complessa di Psicologia Clinica con il direttore facente funzioni Vittorio Rigamonti e, operativamente sul campo, il dottor Simone Scerri a cui, in meno di due mesi sono stati già inviati 15 pazienti, con una ulteriore decina di colloqui già fissati. “I risultati si sono già visti: i pazienti che passano dallo psicologo hanno un beneficio superiore anche del 30%” afferma Maniglia, precisando anche come l'attivazione del nuovo servizio avvenga in maniera programmata, in tempi stretti, così da mettere davvero il bisogno al centro, senza farlo sentire una pallina che rimbalza ma piuttosto il cardine attorno il quale tracciare un percorso univoco, coordinato, nel suo interesse.

Ma anche in quello, in generale, della sanità pubblica, come rimarcato dal dottor Rigamonti convinto che “riuscire ad avere un occhio sulla salute mentale non è mettere una ciliegina sulla torta, ma in termini di esiti, è un grosso vantaggio, anche dal punto di vista economico. La presenza di uno psicologo ci permette di effettuare una valutazione nel momento della presa in carico e durante tutto il percorso di impianto e gestione dello stesso. L'obiettivo è definire l'adeguatezza della proposta terapeutica in relazione alle aspettative del paziente e al proprio vissuto psicologico e accompagnare il paziente nelle prime fasi di gestione del trattamento. Creare una cerniera stretta ha anche in termini di appropriatezza di intervento è un vantaggio per il paziente non da poco”.
“L'obiettivo – aggiunge ancora Maniglia – è poi applicare attività multidisciplinare anche ad altri pazienti, che non hanno la possibilità di migliorare, dove l'intervento clinico-fisico è ben poco rispetto a quello che potrebbe essere l'intervento psicologico”.

“Siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a mettere in campo questo servizio, testimonianza della presa in carico olistica del paziente” il commento del dottor Gianluca Peschi, direttore socio-sanitario dell'ASST, rimarcando altresì come la Psicologia Clinica sia appena stata trasformata, nell'organigramma aziendale, in una struttura complessa, vantando tra l'altro il maggior numero di dirigenti medici, tra strutturati e libero professionisti (poco meno di una cinquantina in tutto). A riprova di come si creda davvero nell'utilità di “psicologi” che in realtà – ha tenuto ancora a chiarire Peschi – sono “psicoterapeuti”, medici con una specializzazione, quindi “personale altamente qualificato”.

“L'ambulatorio – spiega il responsabile, l'anestesista Paolo Maniglia, operativo tanto al Manzoni di Lecco quanto al Mandic di Merate – negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale, sia per tipologia di pazienti che vi afferiscono sia per numero. Ci siamo specializzati sull'attività impiantistica: “installiamo” nei corpi dei pazienti devices che ci permettono di andare a interrompere la percezione del dolore, migliorandone la qualità della vita”. E' una metodica che deve essere però metabolizzata e accettata dal paziente stesso, che deve tollerare l'inserimento nella sua colonna o nei suoi arti del dispositivo che non porta alla “rimozione” del dolore ma a una sua attenuazione, alle volte completa, alla volte al 50%, alle volte in percentuale inferiore, come precisato ulteriormente dal dottor Maniglia, affiancato – in qualità di referente per il progetto, lato ambulatorio – dalla collega Elena Pitino.

Elena Pitino, Simone Scerri, Salvatore Alongi (direttore dell'Anestesia di Lecco), Vittorio Rigamonti, Gianluca Peschi e Paolo Maniglia
Dall'altra parte, trattandosi appunto di una collaborazione interdisciplinare, la struttura complessa di Psicologia Clinica con il direttore facente funzioni Vittorio Rigamonti e, operativamente sul campo, il dottor Simone Scerri a cui, in meno di due mesi sono stati già inviati 15 pazienti, con una ulteriore decina di colloqui già fissati. “I risultati si sono già visti: i pazienti che passano dallo psicologo hanno un beneficio superiore anche del 30%” afferma Maniglia, precisando anche come l'attivazione del nuovo servizio avvenga in maniera programmata, in tempi stretti, così da mettere davvero il bisogno al centro, senza farlo sentire una pallina che rimbalza ma piuttosto il cardine attorno il quale tracciare un percorso univoco, coordinato, nel suo interesse.

Ma anche in quello, in generale, della sanità pubblica, come rimarcato dal dottor Rigamonti convinto che “riuscire ad avere un occhio sulla salute mentale non è mettere una ciliegina sulla torta, ma in termini di esiti, è un grosso vantaggio, anche dal punto di vista economico. La presenza di uno psicologo ci permette di effettuare una valutazione nel momento della presa in carico e durante tutto il percorso di impianto e gestione dello stesso. L'obiettivo è definire l'adeguatezza della proposta terapeutica in relazione alle aspettative del paziente e al proprio vissuto psicologico e accompagnare il paziente nelle prime fasi di gestione del trattamento. Creare una cerniera stretta ha anche in termini di appropriatezza di intervento è un vantaggio per il paziente non da poco”.
“L'obiettivo – aggiunge ancora Maniglia – è poi applicare attività multidisciplinare anche ad altri pazienti, che non hanno la possibilità di migliorare, dove l'intervento clinico-fisico è ben poco rispetto a quello che potrebbe essere l'intervento psicologico”.

“Siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a mettere in campo questo servizio, testimonianza della presa in carico olistica del paziente” il commento del dottor Gianluca Peschi, direttore socio-sanitario dell'ASST, rimarcando altresì come la Psicologia Clinica sia appena stata trasformata, nell'organigramma aziendale, in una struttura complessa, vantando tra l'altro il maggior numero di dirigenti medici, tra strutturati e libero professionisti (poco meno di una cinquantina in tutto). A riprova di come si creda davvero nell'utilità di “psicologi” che in realtà – ha tenuto ancora a chiarire Peschi – sono “psicoterapeuti”, medici con una specializzazione, quindi “personale altamente qualificato”.
