'Aggregazione sinergica' tra LRH e Silea: la proposta di un gruppo di amministratori

Fusione? Velleitario e prematuro parlare di fusione. La parola d’ordine è “aggregazione sinergica”. Al centro dell’attenzione il futuro delle società pubbliche Lario Reti Holding (distribuzione dell’acqua) e Silea (gestione dello smaltimento dei rifiuti), per le quali dovrà essere individuata una visione strategica comune. E l’occasione è data dal prossimo rinnovo degli organi di gestione. Per il quale, l’invito a sindaci e consigli comunali della provincia, chiamati a eleggere i propri rappresentanti nelle due società, è di cogliere l’occasione non solo per nominare persone competenti ma per dare loro mandato di attivarsi proprio per impegnarsi a promuovere una convergenza, eliminando doppioni e favorendo così una maggiore efficienza. CIVICIPARTECIPATE__2_.JPG (641 KB)La proposta arriva dai sindaci dell’area dei cosiddetti Civici, dal nome della lista che si era proposta come “terzo polo” alle ultime due elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale. Anche se, in questa occasione, si è preferito lasciare da parte ascendenze politiche e presentarsi come “un gruppo di amministratori pubblici locali”.
CIVICIPARTECIPATE__3_.JPG (731 KB)
L'idea è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa ospitata dalla Casa della Carità di via San Nicolò a Lecco. Alla quale, a onor di cronaca, solingo giornalista c’era solo il cronista di questa testata. Presenti invece diversi esponenti del “gruppo di amministratori”: Cesare Colombo (sindaco di Valmadrera), Aldo Riva (sindaco di Castello Brianza), Fabio Vergani (sindaco di Imbersago), Antonio Rusconi (ex sindaco di Valmadrera e neopresidente, ancora da ufficializzare, della Comunità montana del Lario orientale), Beppe Conti (sindaco di Garlate), Stefano Motta (sindaco di Calco), Andrea Frigerio (consigliere comunale a Lecco), Federico Gramatica (sindaco di Oliveto), Mauro Artusi (sindaco di Primaluna), Umberto Bonacina (già sindaco di Costa Masnaga) e, collegato a distanza, anche Mauro Gattinoni (sindaco di Lecco).
Aldo_Riva.JPG (273 KB)
A illustrare la proposta è stato il sindaco di Castello Brianza, Riva: «Tra pochi mesi – ha detto – i Comuni saranno chiamati al rinnovo degli organi collegiali che guideranno nei prossimi tre anni Silea e Lario Reti Holding. Gestite al 95% dagli stessi Comuni. Chiediamo che non ci si limiti a formulare semplici candidature, bensì anche a dare indicazioni strategiche, andando oltre le bandierine e gli interessi del momento. I sindaci hanno una grossa opportunità. Ai loro rappresentanti va dato mandato affinché valutino l’opportunità di predisporre un dettagliato studio di fattibilità da affidare a un organismo esterno specializzato e competente per arrivare a una aggregazione sinergica. Non proponiamo fusioni o soluzioni giuridiche velleitarie. Non diamo indicazioni di una società unica, non possiamo farlo. Sarà lo studio di fattibilità a indicare le soluzioni migliori, dal punto di vista giuridico, politico, fiscale e a valutare i benefici. E si può anche pensare a un gruppo di lavoro che metta nero su bianco il mandato da dare ai propri rappresentanti».
Ha continuato Riva: «L’obiettivo è arrivare a un valore in più in vista di investimenti per le due società che già oggi funzionano e sono in buone condizioni».
Intanto, però, c’è già una possibile denominazione di quel che sarà la “cosa”: “Lc Servizi Holding Spa”. Che coinvolga Silea e Lario Reti ma in qualche modo anche Acinque, la società di gas e acqua che ha ormai altra connotazione industriale essendo una società mista che ha imboccato la strada di agglomerati extraterritoriali «e non è quindi sotto il nostro controllo». Ciononostante, va considerata della partita.
Ha continuato Riva: «Occorre rafforzare la patrimonializzazione per migliorare la qualità dei servizi». Significa appunto unire le forze per migliorare l’efficienza e avviare investimenti comuni.
Il sindaco di Castello Brianza ha parlato di economia di scala, accorpando uffici che ora sono dei doppioni: le tesorerie, gli uffici per la gestione del personale, per le paghe, la tariffazione, la comunicazione, i centri elettronici, gli interventi per la cybersecurity: «Già solo questo porterebbe a un miglioramento della qualità e a una riduzione dei costi. Ciò migliorerebbe le stesse politiche tariffarie. Vero che, in tema di tariffe, la legge pone dei vincoli di copertura, ma se i costi diminuiscono anche le tariffe lo fanno».
Fermo restando che dovranno essere mantenute la proprietà pubblica e la specializzazione acquisita nei settori dell’acqua e dei rifiuti. Però, con la prospettiva di aggiungere nuovi servizi di supporto ai Comuni, soprattutto a quelli di piccole dimensioni che faticano.
«E’ un’esperienza – ha precisato Riva – già avviata in altre province della Lombardia. Attualmente, nel Lecchese, sono circa trecento i piccoli appalti che i Comuni affidano all’esterno per alcuni servizi. Con un know-how che finisce ai privati non sempre di alta qualità». E allora, la nuova holding potrebbe dare supporto ai piccoli Comuni per gli affari legali, la ragioneria, i tributi, le paghe, la progettazione, l’informatica, la transizione digitale, la digitalizzazione dei servizi, le stazioni d’appalto, la cybersecurity, la manutenzione del territorio. «Naturalmente, la società pubblica dovrà essere competitiva e concorrenziale sotto l’aspetto dei costi».
Antonio_Rusconi.JPG (569 KB)
Da parte sua, Antonio Rusconi ha ricordato come negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, proprio su iniziativa di alcuni sindaci del territorio, fosse stata messa a punto una visione strategica che avrebbe portato a costituire società uniche per acqua e rifiuti.
«Negli ultimi anni – ha aggiunto l’ex sindaco di Valmadrera – abbiamo parlato di sinergie, ma le abbiamo lasciate alla buona volontà. Uno studio di fattibilità per unire le forze ora è fondamentale». Con un punto fermo: «L’efficienza non deve dimenticare l’utente finale che è il cittadino» e ciò a proposito di costi e tariffe.
E poi, il “caso” Acinque, società per la quale negli anni scorsi è stata adottata una precisa strategia («giusta o sbagliata») relativamente all’assetto proprietario e al mercato che poteva avere Acel (l’azienda del gas tutta lecchese). «Ma ci sono state alcune promesse mancate: avevano promesso servizi innovativi sul territorio che non abbiamo visto e ora si discute sul futuro della società» che potrebbe essere sempre più lontano dal territorio.
E questa lontananza è stata sottolineata da Beppe Conti, per il quale, «la promessa di mantenere i rapporti con il territorio non è stata rispettata». E a tal proposito, Lario Reti, che di Acinque è il secondo azionista (con il 23% delle quote), «dovrà decidere che fare».
E’ indubbio che il tema è al centro del dibattito politico. A ragionarci non c’è il solo “gruppo di amministratori”. Nei giorni scorsi, infatti, anche il sottosegretario regionale Mauro Piazza (Lega Nord) in un’intervista perorava la causa di una fusione tra Lario Reti Holding e Silea.
D.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.