Rossino: dal 15 mostra di testi di devozione popolare

Sarà inaugurata sabato 15 marzo alle ore 10:30 presso l’oratorio di Rossino la mostra espositiva “La biblioteca di Don Abbondio. Pagine di speranza nei testi di devozione popolare” a cura di Eugenio Guglielmi, Rettore del Museo “Don Carlo Villa”  e Don Marco Tasca, Parroco di San Lorenzo Martire.
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L’evento è patrocinato dalla sezione FAI di Lecco, dal Comune di Calolziocorte, dall’Ufficio Pastorale della Cultura, dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Bergamo e dal Museo”Don Carlo Villa”.
La mostra raccoglie 50 testi di devozione popolare, tipicamente a disposizione dei parroci di campagna fino alla prima metà dell’Ottocento. La cura e la bellezza popolare di una piccola biblioteca, dunque, che in piene terre manzoniane potrebbe essere stata quella di uno dei protagonisti dei Promessi Sposi.
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L'esposizione è promossa in occasione delle Settimane della Cultura 2025 dalla Parrocchia di Rossino e dal Museo ‘don Carlo Villa’.
L'inaugurazione, come detto, sarà sabato 15 marzo. La mostra resterà aperta presso l’Oratorio San Giovanni Bosco fino al 23 marzo nelle giornate di sabato e domenica dalle 10.30 alle 12 e dalle 15 alle 19. È possibile visitarla e ammirarne i documenti e l'esposizione anche tutti i giorni su prenotazione.
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“Si tratta di una raccolta di pubblicazioni risalenti ad un periodo che va tra il XVI e il XIX secolo” spiega Eugenio "Gene" Guglielmi, Rettore del Museo ‘don Carlo Villa’ e curatore della Mostra insieme al parroco Don Marco Tasca.
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"Il territorio di riferimento in cui sono stati raccolti questi documenti esposti agli occhi dei visitatori e dei fedeli è quello tra Lecco e Bergamo, un tempo al confine tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Ogni opera è accompagnata da schede che permettono di tracciare un’interessante mappa delle tante tipografie che allora animavano il territorio".
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Si troveranno esposti libri di preghiera e di riflessione spirituale, libri di formazione morale (rivolti spesso ad un pubblico specifico come i giovani o le donne di servizio), libri edificanti, agiografie (storie dei santi), libri di pietà e i cosiddetti “Diari intimi” la cui stesura era molto in voga nella nobilità.
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Il valore di queste opere si cristallizza ricordando il contesto in cui si diffusero: “Allora – spiega sempre Guglielmi – costituivano l’unica fonte di istruzione nel mondo rurale, vero e proprio modello di catechesi fino alla prima metà dell’ ‘Ottocento. Erano appunto i libri utilizzati dai parroci di campagna per la lettura propria oltre che per l’alfabetizzazione e la catechesi dei fedeli. Lentamente, con il Concilio di Trento e più tardi con la diffusione del pensiero illuminista, la Chiesa introdusse testi di catechismo codificati e uguali per tutti che sostituirono l’approccio popolare che stava alla base di queste opere. Tuttavia non si trattava di testi bigotti, arretrati o legati ad un concetto di religione severa, ma piuttosto testimoni di un modo diverso di vivere la Fede.  Fino ad allora, soprattutto per le classi sociali meno scolarizzate, questi tipi di testo erano utilissimi, perché attraverso il racconto di storie (anche se con un fondamento storico o scientifico poco definito) e la vita cristiana piena, erano gli unici strumenti a disposizione per coltivare la Speranza”.
Date evento
sabato, 15 marzo 2025
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